Metalli pesanti rinvenuti sui capelli, dieci cittadini denunciano Ciro Pisano - Le Cronache
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Metalli pesanti rinvenuti sui capelli, dieci cittadini denunciano Ciro Pisano

Metalli pesanti rinvenuti sui capelli, dieci cittadini denunciano Ciro Pisano

di Erika Noschese
Presenza di metalli pesanti nel cuoio capelluto di cittadini che vivono nei pressi delle fonderie Pisano. È quanto emerge da una relazione di “Doctors for the environment” che ha effettuato analisi di biomonitoraggio tossicologico individuale su richiesta dell’associazione Salute e Vita, a supporto dell’indagine della magistratura dopo lo studio Spes del 2017. Nello specifico, sono stati presi in esame tre gruppi: il primo composto da cinque cittadini sottoposti a biomonitoraggio tossicologico individuale all’interno del progetto Spes più biomonitoraggio tossicologico individuale per metalli su annessi cutanei; il secondo gruppo composto da tre cittadini che hanno eseguito analisi nel sangue nel progetto del gruppo Spes e il terzo gruppo, composto da quattro cittadini tra i quali un operaio della ditta Fonderie Pisano sottoposti solo ad analisi di biomonitoraggio tossicologico sui capelli. Dalla relazione, firmata dal dottor Antonio Marfella dell’istituto Pascale di Napoli, è emerso che per il primo gruppo non è possibile una comparazione ottimale con i risultati del 2017 ma a distanza di cinque anni è ancora presente una intossicazione cronica da metalli pesanti con necessità di intervento terapeutico che conferma la presenza di metalli in eccesso su siero nel 2017 con possibili ma non rilevate situazioni cliniche di intossicazioni anche sub acute di conseguenza non trattate. Il secondo gruppo, che ha effettuato lo Spes ma non l’analisi del capello, ha fatto registrare la presenza di metalli pesanti con un eccesso notevole di arsenico, selenio e rame. Il terzo gruppo, invece, in alcuni casi è emersa la presenza di bismuto, cromo, rubidio, antimonio, oro, stagno, mercurio, arsenico, rodio e un eccesso assoluto di argento mentre in altri di fosforo, nichel, potassio, tallio. Alla luce di ciò, lo scorso 18 dicembre dieci cittadini hanno sporto denuncia querela contro Ciro e Renato Pisano per disastro colposo. «Noi abbiamo fatto una serie di indagini con comitati e movimenti che hanno visto la partecipazione di un gruppo di cittadini che volevano supportare l’indagine della magistratura: lo studio Spes aveva evidenziato nel sangue e nell’ambiente la presenza di metalli pesanti in quantità preoccupanti come il mercurio; i tecnici del tribunale avevano ricollegato all’attività della fonderia e noi abbiamo fatto indagini recenti, a spese dei cittadini, in particolare sui capelli che hanno una capacità di ritenzione di questi elementi che dura decenni – ha dichiarato il dottor Paolo Fierro, vice presidente nazionale di Medicina Democratica – Abbiamo analizzato soggetti che avevano già fatto il prelievo Spes e nel 2022 hanno fatto il prelievo dei capelli presso un istituto delle Malche, Mineral test, ed è risultato che a distanza di cinque anni la situazione è invariata e addirittura ci sono elementi ulteriori come l’uranio, dunque prodotti radioattivi che possono mettere a repentaglio la vita delle persone a causa di forme leucemiche. Inoltre, abbiamo fatto lo stesso tipo di indagine su soggetti non coinvolti precedentemente nello Spes: soggetti vergini rispetto alle precedenti analisi e residenti nella Valle dell’Irno e tutti presentano questo quadro; lo abbiamo fatto fare ad un ex dipendente delle fonderie, licenziato da poco, Giovanni Landi, e anche lui è risultato portatore di eccessi significativi di mercurio e altri metalli pesanti. Questo elemento indica che anche le maestranze hanno lo stesso problema e dovrebbe essere un altro campo di indagine». Il presidente del comitato e associazione Salute e Vita, Lorenzo Forte, chiede l’interruzione immediata dell’attività della fonderia «perché fino a quando non si blocca la fabbrica e ci sarà la bonifica continueremo a piangere vittime. Il 2 febbraio chiederemo di costituirci parte civile in un nuovo processo: la Procura chiede il rinvio a giudizio per i reati commessi nel 2017 quando hanno creato il rischio diossina e nel 2018 quando hanno creato il pericolo esiziale, ovvero tutto ciò che è mortale per i lavoratori e la popolazione. Questo dimostra che tutto quello che è capitato negli anni va avanti».