Il provveditore Minella: Taglio delle scuole inevitabile - Le Cronache
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Il provveditore Minella: Taglio delle scuole inevitabile

Il provveditore Minella: Taglio delle scuole inevitabile

di Erika Noschese
Accorpamenti sì, anzi no. Anzi forse, anzi è necessario. La nuova norma prevista nella legge di bilancio 2023 dal governo nazionale, infatti, aumenta da 600 a 900 il numero minimo degli alunni per scuola, dando evidentemente poco spazio di manovra ai territori e alle sue peculiarità. Se poi la questione la si sposta su province come quella di Salerno, che ha caratteristiche territoriali che rendono complicati gli spostamenti anche all’interno di un singolo comune – ergo, figuriamoci gli intercomunali – allora la situazione diventa ancor più tragicamente chiara. Se è vero che per questo e per il prossimo anno scolastico, il 2023/2024, non ci saranno variazioni, è altrettanto vero che dal 2024/2025 questa opzione dovrà essere necessariamente vagliata e applicata sull’intero territorio nazionale. Il provveditore agli studi di Salerno, Mimì Minella, traccia la linea cronologica che seguiranno gli uffici preposti all’attuazione delle direttive di governo.
Accorpare significa produrre ulteriori disagi sul territorio.
«L’intervento normativo viene da indicazioni europee. La regolamentazione del sistema scolastico prevista dal Pnrr è determinata anche dall’andamento demografico, per cui a partire dall’anno scolastico 2024/2025 bisognerà attuarla. E ciò comporterà la riduzione di iscrizioni scolastiche».
Quella degli accorpamenti è una questione già in discussione da diversi mesi.
«La situzione è questa: con il presidente della Provincia e con il direttore dell’ufficio scolastico provinciale, già a novembre dicemmo che saremmo andati avanti così (senza accorpamenti, ndr). L’anno prossimo però, penso, inizieremo a ragionare per un accorpamento che si tradurrà in pratica a partire dall’anno scolastico 2024/2025».
Si è già stabilita una linea d’intervento?
«Al momento faremo un tavolo di lavoro, con il presidente della Provincia che è persona che capisce bene e conosce bene il territorio, così come lo conosco bene io dopo 15 anni di presidenza scolastica in provincia. Oltre a noi, ci sarà il nostro direttore generale che è persona oculata, quindi veglieremo e capiremo cosa può succedere».
Ci sono territori con bisogni anche geografici totalmente difformi dalle azioni previste.
«Bisogna valutare le singole zone, gli iscritti, c’è tanto da lavorare. Mi fermo qui. Assicuro che per quest’anno e per il prossimo, il 2023/2024 andremo avanti così. Non si possono fare altri movimenti».
Quindi c’è soltanto da attendere.
«Sì, perché inevitabilmente per l’anno scolastico 2024/2025 dovremo intervenire. Lo faremo a tempo debito, con un tavolo di lavoro e cercheremo di fare certamente la cosa migliore per il nostro territorio. Tenga presente che il territorio va da Scafati a Sapri. Di più non posso aggiungere perché è così, non abbiamo niente di concreto su cui basarci per una valutazione provvisoria».