Ugo Tognazzi: Ri-get-ta-rio, non Ricettario - Le Cronache
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Ugo Tognazzi: Ri-get-ta-rio, non Ricettario

Ugo Tognazzi: Ri-get-ta-rio, non Ricettario

Questa sera, alle ore 18, negli spazi del Convento San Michele, Ricky Tognazzi inaugurerà la rassegna letteraria di Delia “ Abitatori del Tempo. L’impegno civile della Letteratura ” , con il libro culinario del padre

Di Paola Primicerio

La rassegna letteraria  “ Abitatori del Tempo. L’impegno civile della Letteratura ”  a cura dell ’ agenzia letteraria Delia prende il via stasera  al Convento San Michele, centro storico cittadino, alle  ore 18  con la presentazione del libro “ Il Rigettario. Fatti, misfatti e menù disegnati al pennarello” in libreria per la Fabbri Editore,  scritto dall’attore e regista Ugo Tognazzi nel 1978 e ristampato per i 100 anni  dalla sua nascita.A presentare il testo Ricky Tognazzi , l’ attrice e regista Simona Izzo, Luciano Pignataro e Alfonso Sarno insieme con Ernesto Iaccarino, chef e patron del  pluripremiato  ristorante campano Don Alfonso 1890 di Sant’Agata sui due Golfi. Libro dissacrante dell’arte culinaria declinata  alla maniera di Ugo Tognazzi che nel capitolo conclusivo del suo testo scrive “ C’è chi rilegge lettere d ‘amore o contempla le immagini del passato, io, che trovo tutto ciò piuttosto funebre guardo i menù del passato e mi rallegro: si possono sempre rifare, si puo’ sempre far rivivere un piatto, ridestare un sapore, risentire un aroma”. Ugo Tognazzi, oltre che essere uno dei volti più noti del cinema italiano,  era celebre per essere anche un ottimo cuoco ed era solito invitare gli amici e colleghi attori e registi nelle sue case al mare e in campagna, dove metteva in scena pantagrueliche cene , in cui lui era autore,  regista ed  protagonista di veri e propri pezzi di teatro e cucina incomparabili a cui partecipavano anche i suoi figli all’epoca bambini. Ricky Tognazzi, figlio maggiore di Ugo, nato dal matrimonio con Pat O’Hara, farà rivivere al pubblico salernitano scene e momenti della vita familiare e pubblica del suo mitico padre e delle sue originali cene  a cui non poteva mancare la cerchia di amici, tra cui Vittorio Gassman, Mario Monicelli e Paolo Villaggio, con i quali ingaggiava esilaranti scenette tra una portata e l’ altra, in cui non tollerava che i suoi piatti fossero  criticati dai suoi ospiti. “Intanto, una spiegazione, – scrive Ugo nell’introduzione al suo fantastico volumetto – perché il lettore non sia indotto dal titolo a credere che, preso da un raptus di sadismo, io abbia scritto una specie di “manuale del perfetto voltastomaco” ed eviti per tanto di pensare alle disastrose conseguenze di un pranzo o di una cena fatti seguendo le mie ricette. Rigettario, e non ricettario, unicamente perché i miei menù sono ispirati a quella che io chiamo la “filosofia del rigetto”: rifiuto cioè di tutto ciò che, in gastronomia e nell’arte culinaria -con tutto il rispetto per i Grandi Esperti, i Venerati Soloni- è convenzionale, prestabilito, codificato. Troverete in questo libro menù pantagruelici, trimalcioneschi, francescani, campagnoli. Addirittura menù squinternati: tre minestre e quattro secondi, il pesce dopo la carne, sfilze di antipasti da “nonmangiarepiùnientedopo”. Piatti regionali mescolati a piatti esotici, molte verdure e poca carne, molta carne e poco contorno. Piatti delicati che finiscono con il castagnaccio. Per non parlare dei vini. Vino ricorrente è “la Tognazza” e cioè il vino bianco della mia vigna. E’ il vino fidato della “casa”. Per il resto i vini se li scelgono i miei ospiti andando in cantina. In carri casi ho aggiunto ai menù i vini che già avevano bevuto. L’abbinamento di certi vini con determinati cibi farà urlare di raccapriccio il Veronelli: urli pure. Rigetto anche lui. Come rigetto i dietologhi e i dietisti. Chi fa dieta per dimagrire mi fa tanto pensare alla gioia liberatrice di chi si toglie un paio di scarpe strette dopo averle portate, solo per ragioni estetiche, un’intera giornata. Durante la dieta, chi la fa, ha un solo pensiero fisso: il giorno in cui potrà ricominciare a mangiare ciò che vuole e quanto vuole.Indubbiamente, in questo libro l’invito a mangiare e a mangiare bene c’è, come c’è lo stimolo alla golosità; ma siccome nessuno è mai riuscito a imporre a un altro determinate cose, non mi si rimproveri di aver presentato dei piatti un po’ pesantucci. Le persone che io generalmente invito sono tutte maggiorenni e non si fanno scrupolo, proprio per quella “filosofia del rigetto” di cui ho parlato, di rifiutare questo o quel piatto oppure l’intero menù, perché “rigettario” vuole anche dire rigetto del pregiudizio secondo il quale “il padrone di casa si offende se non si mangia”.