Willburger: Le biblioteche vanno messe in rete - Le Cronache
Salerno

Willburger: Le biblioteche vanno messe in rete

Willburger: Le biblioteche vanno messe in rete

Erika Noschese
La cultura non può restare ferma al palo. Dopo il nostro articolo di appello e denuncia, numerose segnalazioni sono pervenute presso la redazione per valorizzare ulteriormente un comparto che soffre, in particolare dall’era Covid ma anche prima, il taglio drastico di interesse politico e d’investimento economico. Chi c’era, lo ricorda: anche il governo centrale, guidato dall’allora premier Giuseppe Conte, decise che le prime aree da chiudere per questioni di sicurezza erano le biblioteche, i musei e gli auditorium. A ciò si aggiunse un tentativo a dir poco fallimentare dell’allora ministro della cultura, Dario Franceschini, di creare una sorta di Netflix all’italiana: ne raccogliamo ancora oggi i cocci, con buona pace di RaiPlay che offre lo stesso servizio e molto altro, ricordandoci che anche quello è servizio pubblico e di Stato.
A Salerno da anni si attende un’evoluzione sul tema culturale, con particolare attenzione alle biblioteche che possono fungere da volano per l’intero comparto, dando ulteriore linfa vitale a musei, aree archeologiche, scuole e tanto altro ancora. La tematica di MyLibraryOnLine, acronimo mlol, è quantomai attuale proprio perché certifica la messa in rete di tutto il comparto culturale: arte, cinema, libri e quotidiani. Ma non sembra fattibile, almeno per il momento, come afferma l’attuale consigliere comunale ed ex assessore alla cultura del Comune di Salerno, Antonia Willburger.
L’analisi costi/benefici per aderire a mlol non convince?
«Si tratta di un abbonamento che si acquista e si rinnova ogni anno, con un costo tra i 3 e i 6mila euro. Quando è arrivato il momento di decidere, cioè dopo lo stop forzato a causa del Covid, la questione si è ritrovata in secondo piano. Il servizio è indubbiamente ottimo: il problema, come già detto dal vostro quotidiano, è che bisogna puntare anche su questo».
Ne ha avuto tempo, in qualità di assessore prima e di consigliere ora.
«Quando ero assessore, ho iniziato a seguire questa cosa in parallelo alla Rete dei Musei. Ho fatto partecipare il Comune al progetto Arca, della Scabec, finalizzato alla digitalizzazione bibliotecaria, firmando con protocollo d’intesa per accedere a finanziamenti diretti della Regione per mezzo di Scabec, appunto. Si trattava di un intervento, non della digitalizzazione totale poiché i costi sarebbero stati molto elevati: però scelsi tutta la parte antica, i sei volumi del catasto e le delibere antiche, dal 1808 al 1862, così come le delibere di consiglio fino al 1862. Queste cose sono state fatte e consegnate non appena finito il mandato».
Qualcosa si stava muovendo. E poi?
«Dopo, attivata la piccolissima rete delle biblioteche pubbliche con Villa Carrara, biblioteca provinciale e non solo, ho iniziato a incontrare le biblioteche degli istituti superiori, iniziando dal liceo De Sanctis. Gli incontri furono sollecitati da molte realtà e associazioni giovanili, che chiesero a Comune e Provincia di fornire spazi adeguati per lo studio. Io fui l’unica a rispondere a questo loro appello. Istituimmo tavoli in Provincia con Paky Memoli (allora consigliere provinciale con delega alla cultura, attualmente vicesindaco di Salerno, ndr) e iniziammo a costituire questa piccola rete virtuale».
E poi silenzi…
«Poi ho seguito dei seminari, Bibliosmart, proprio con le biblioteche della regione Campania. Abbiamo dovuto constatare che da un lato eravamo elogiati per l’attività sui musei fatta finora, ma dall’altro non eravamo assolutamente in linea sul fronte biblioteche. C’è carenza di personale, di competenze: le biblioteche possono interagire come i musei, come una rete, ma qui non lo facciamo».
C’è chi fa cose a caso e chi fa caso alle cose.
«Infatti da qui mi sono resa conto di dover riprendere questo discorso. Ottimo l’appello del vostro giornale, ma mlol ha dei costi abbastanza elevati, quindi giustamente ha senso se poi si fa una grande politica di promozione, allargando quidi la rete dei fruitori. Altrimenti non vale la pena spendere tutti questi soldi».
Come fare, quindi?
«Bisogna fare prima attività sul territorio, fidelizzare i fruitori e poi richiedere il servizio.
Ho proposto di presentare i libri in biblioteca anziché in giro per le librerie. Questa è una di una serie di proposte interrotte, non essendo più assessore, ma posso comunque riprendere la cosa».
Cosa intende proporre?
«Voglio acquistare un abbonamento e condividerlo con più biblioteche, coinvolgendo in base alle disponibilità gli altri attori. Vorrei coinvolgere la biblioteca provinciale e anche Villa Carrara, che pare non rientri nel settore di competenze dell’assessorato alla cultura. Cosa mai compresa e mai condivisa, ora come allora».