Resta al palo il progetto di digitalizzazione dell’archivio storico - Le Cronache
Salerno

Resta al palo il progetto di digitalizzazione dell’archivio storico

Resta al palo il progetto di digitalizzazione dell’archivio storico

di Erika Noschese
Salerno non punta sulla cultura. Nonostante un progetto di digitalizzazione dell’archivio storico avviato nel 2018, includendo – con un bel giro di valzer istituzionali di cui si ha memoria nel lontano luglio 2019 – anche la biblioteca provinciale, altra meteora del nostro territorio martoriato dalla totale assenza di programmazione e visione di “città culturale”, dall’archivio italiano delle biblioteche digitali giungono notizie che si possono tranquillamente definire “non sorprendenti”. Salerno, infatti, non figura tra le realtà della regione Campania che hanno aderito al progetto di MyLibraryOnLine, acronimo mlol, network tricolore che si prefissa l’obiettivo di rendere gratuite e fruibili le dotazioni bibliotecarie di tutto il sistema pubblico mondiale. Si possono consultare già oltre 7mila tra quotidiani e riviste da tutto il mondo, nonché prendere “in prestito” per un massimo di quindici giorni i libri presenti nei cataloghi delle biblioteche aderenti alla piattaforma. Ad aver aderito, finora, ci sono le venti regioni italiane e sedici Paesi stranieri. In Campania sono in totale ventiquattro le realtà aderenti, di cui ben diciassette provengono dalla provincia di Salerno. Realtà, queste, evidentemente più strutturate per un’adesione di così difficile respiro: figurano Cuccaro Vetere, San Giovanni a Piro, Piaggine, Pollica, Felitto, Stella Cilento, Roccagloriosa, Vallo della Lucania, Agropoli, Cannalonga, Cava de’ Tirreni, Centola, Pontecagnano Faiano, Prignano Cilento, Vietri sul Mare, rete bibliotecaria del Basso Cilento (vale a dire Torre Orsaia, ndr) e Università di Salerno. Realtà metropolitane? Certamente no. Realtà con decine di biblioteche o centinaia di migliaia di volumi dall’indiscusso valore storico-artistico? Nemmeno. Esattamente come Salerno, considerando che il patrimonio bibliotecario presente in città dovrebbe essere stato ampiamente digitalizzato (in virtù del progetto di cui sopra) e fruibile in formato digitale come, in parte, è già possibile fare tramite i portali regionali già “pubblicizzati” (leggasi poco e niente) anche grazie a un bellissimo totem a disposizione dei fruitori della biblioteca provinciale. Intanto, sulla piattaforma mlol è possibile accedere a quotidiani, riviste, libri in formato digitale, film, musica, audiolibri e tanto altro ancora, secondo le disponibilità di ogni singola biblioteca aderente. Considerando dunque la mole interessante, ma non di certo superiore a quella della Biblioteca nazionale di Napoli (per citarne una), giunge da queste colonne l’appello a far sì che Salerno possa, almeno per questa volta, risultare al pari con altre realtà del territorio. Non solo perché così facendo si può ampliare di molto il raggio d’azione del materiale in dote alle nostre biblioteche (ricordando, ancora una volta, che la nostra biblioteca provinciale è la più antica d’Italia e merita costante interesse), ma anche perché la finestra digitale amplia notevolmente il respiro delle interazioni sulla nostra città. Magari, perché no, ricordandoci anche che la fruibilità culturale va tenuta in cima alle necessità del territorio per garantire l’adeguato utilizzo di spazi, materiali e soprattutto per fornire nuovi posti di lavoro. Che sia questo articolo di denuncia un vero e proprio appello a far sì che Salerno possa essere al pari di Buenos Aires, Tokyo, Monaco di Baviera. O, senza offesa per nessuno, quantomeno al pari di Cannalonga.