“In quella dolce eternità del niente” - Le Cronache
Spettacolo e Cultura Cucina Arte Storia Tradizioni Eventi

“In quella dolce eternità del niente”

“In quella dolce eternità del niente”

Tra gli insigniti di “foglia d’oro” al Salone dei Vini Guida Bio c’è il Ragis 2019, rosso biologico de’ Le Vigne di Raito. Abbiamo incontrato l’anima del vigneto, Patrizia Malanga, alla vigilia dell’evento


Di Alfonso Mauro

Tra gli insigniti di “foglia d’oro” al Salone dei Vini Guida Bio, festosa ‘enorragia’ che innaffia i lieti calici salernitani, è il Doc Costa d’Amalfi Ragis, rosso biologico de Le Vigne di Raito di Patrizia Malanga. Siamo a Vietri sul Mare, una minuta ma amorevolmente cólta superficie vitata ad aglianico e piedirosso prospicienti il mare; se ne vinifica in tiratura che fa esclusivo della sua esiguità — tra 2 e 4000 bottiglie annue, secondo andamento stagionale e ideologica opposizione a standardizzazione. Terrazzamenti a macere inerpicate lungo la china dolomitico-calcarea, lavorazioni manuali, resa di circa 50 q.li l’ettaro. “Quella dolce eternità del niente”, per poetarla alla Alfonso Gatto, le cui amenità paesaggistico-enogastronomiche innamorano l’enoturismo internazionale, che da attività ancillare diventa quasi primaria. Ne parliamo con Patrizia Malanga alla vigilia dell’evento che la saluterà protagonista 

Dall’incolta collina 6 km da casa ai quattro angoli del mondo enoturistico che si piegano su Raito — cosa ha iniziato e improntato oltre 20 anni di attività?   

“L’amore per la natura, il desiderio di lasciare una traccia, e una generosa dose di creativa follia! Un lavoro romanticizzato soprattutto dal pubblico straniero ma che è duro, tangibile, “eroico”, fatto di rinunce e sacrifici, e dell’onesta umana responsabilità di chi fa piccola impresa. Si diventa custodi del territorio e suoi ambasciatori”.  

E il necessario dinamismo che deve avvezzare la parva domus che non soccomba alla globalizzazione. Quali i prossimi traguardi?

“Dopo rosso e rosato, magari un bianco, sempre piccoli numeri. In primis l’intenzione di lasciare a figlie e nipoti una realtà viva e produttiva, e alle nuove generazioni in senso lato l’esempio del rimettersi in gioco e credere nei propri progetti, seguitare a perfezionare la nostra vocazione all’accoglienza”.  

Qualche dichiarazione circa il premio conseguito?  

“Gratitudine senz’altro. Ma ci si auspica che la vena promozionale di innumerevoli eventi, premi, concorsi, saloni e salotti non si riduca a una pia illusione, ma che anzi diventi veicolo di vera sensibilizzazione del mercato locale. La “non-competitività” di alcuni prezzi non è vezzo ma mette radici in fattori come logistica e orografia, tecniche di viticultura e vinificazione magari in biologico, costi di cantina, andirivieni mediatici… L’informazione è un modo per apprezzare le eccellenze non solo a parole; l’acquisto informato è fondamentale. Le stesse istituzioni è d’uopo siano più calate nei territori: posseggono strumenti d’intervento non sempre adeguati alle esigenze di piccolissime cantine. Il vino è in uno stato d’internazionale grazia, ma il made in Italy non può essere solo quello dei grandi produttori capillari e con scontistiche più allettanti. Sostenere le realtà di nicchia, e titolari e dipendenti, riparte dunque dai territori e da tali iniziative. Il nostro 
Ragis 2019: vendemmia inizio ottobre; diraspatura e pigiatura delicata; macerazione 10 gg; fermentazione alcolica spontanea; svinatura, fermentazione malo-lattica spontanea, affinamento in acciaio e tonneaux rovere francese 12 mesi; decantazione in acciaio e imbottigliamento; affinamento in bottiglia, 24 mesi. Colore rosso-rubino intenso; emerge un denso profumo fruttato a seguito di sbuffata speziata da legno nuovo. Buona struttura, grande complessità al palato: avviluppanti i sentori secondari, amarena e aromi fermentativi. Grad. alc.: 14% vol, bott. prodotte: 2000”.