Giovanni Marone: Accise sulla benzina sono più alte d’Europa - Le Cronache
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Giovanni Marone: Accise sulla benzina sono più alte d’Europa

Giovanni Marone: Accise sulla benzina sono più alte d’Europa

di Erika Noschese
Settore degli autotrasportatori in forte crisi a causa dell’aumento della benzina che si sta registrando in questi giorni. A fare il punto della situazione Giovanni Marone, titolare della rete di distribuzione carburanti Benny Oil e presidente di Confcommercio Salerno. «È giusto che lo Stato si renda conto che abbiamo le accise più alte d’Europa e andrebbero tagliate definitivamente, senza darci mance di tanto in tanto», ha dichiarato l’imprenditore salernitano che in questi giorni sta raccogliendo il malcontento generale di alcuni addetti ai lavori che non riescono a far fronte agli aumenti e chiedono l’intervento del governo nazionale.
Aumento delle accise, il settore degli autotrasportatori è in forte crisi e c’è una grande preoccupazione di base…
«In realtà non stiamo assistendo all’aumento delle accise ma alla misura contenuta nel decreto Draghi che prevedeva uno sconto sulle accise, oggi revocata da questo governo. Pertanto, stiamo tornando ad un periodo prima della guerra e quindi ci sembra tutto molto più caro ma non è altro che la stessa situazione vissuta qualche mese fa».
Autotrasportatori in crisi, secondo lei c’è qualcosa che si potrebbe fare per allineare i prezzi?
«Tutto questo si riverbera sul mondo dei trasporti in generale, sui trasportatori e coloro che utilizzano l’automobile per lavoro. Questo crea, a cascata, una problematica che deve essere affrontata dal governo; laddove dovesse perpetrarsi questo stato di cose immagino la necessità di proporre nuovamente la scontistica sulle accise, è l’unica soluzione per calmierare i prezzi, in questo momento. D’altra parte, forse è giusto che lo Stato si renda conto che abbiamo le accise più alte d’Europa e andrebbero tagliate definitivamente, senza darci mance di tanto in tanto».
A livello nazionale e provinciale ci sono stati dei controlli da parte della Guardia di Finanza. Sono state riscontrate irregolarità in più occasioni…
«C’è sicuramente un malcontento nei confronti delle persone ma soprattutto una falsa rappresentazione della realtà perché il 99% dei gestori applicano e propongono i prezzi giusti; chi, invece, per un attimo impazzisce e pubblica prezzi falsi viene punito dallo stesso mercato perché ovviamente le persone non verrebbero più a fare rifornimento da me».
Da titolare di rete di distribuzione di carburante quali sono le istanze che avanzano gli “addetti ai lavori”?
«Le preoccupazioni maggiori giungono soprattutto dagli addetti ai lavori, è vero. Questo perché chi usa la macchina per diletto o per una gita fuori porta nel fine settimana riesce ancora a tollerare questo aumento indiscriminato mentre chi ci lavora questa problematica la vive in maniera differente, deve andare subito a cascata a ribaltarla sull’utente finale, il destinatario del trasporto fino ad arrivare alle nostre tavole».
Ci sono autotrasportatori che stanno ipotizzando l’addio all’attività lavorativa, impossibilitati a far fronte a questi aumenti?
«Ci sono settori del trasporto che hanno dovuto chiudere, con lo scoppio della guerra in Ucraina. Si tratta di coloro che avevano mezzi a metano e hanno dovuto fermare i mezzi perché i prezzi erano insostenibili. Ora pare stia cambiando il vento e in questi giorni il metano è tornato a prezzi accettabili, non a prezzi pre guerra ma è un primo passo. Imprenditori con flotte di camion hanno dovuto chiudere i battenti in pochi giorni».
Cosa si aspetta dal 2023, qual è il suo auspicio?
«Da presidente di Confcommercio mi aspetto la pace, in duplice veste: come senso di pace e fraternità che dovrebbe accomunare l’essere umano e in un’ottica puramente commerciale perché solo attraverso la pace si riuscirà a trovare un riallineamento della filiera del commercio».