Elio Guadagno, sindaco di Ottati: Boccia lasci - Le Cronache
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Elio Guadagno, sindaco di Ottati: Boccia lasci

Elio Guadagno, sindaco di Ottati: Boccia lasci

di Erika Noschese
Alla Campania «serve esattamente il contrario di ciò che è stato Boccia, si figura garantista, ma che non ha invertito alcuna tendenza: semplicemente un commissario e le rivoluzioni non partono dai commissariamenti». A parlare così Elio Guadagno, sindaco di Ottati e il più giovani amministratore sul territorio regionale, pro Bonaccini per la segreteria nazionale e favorevole al voto online in occasione delle primarie.
Con l’avvicinarsi delle primarie si mette in discussione anche la segreteria regionale. Cosa ne pensa dell’attuale segretario Francesco Boccia?
«La situazione attuale del Partito Democratico è assai complessa e non è circoscritta alla Campania, dove Boccia ha assolto null’altro che le funzioni di commissario, che certamente non entusiasmano i militanti e gli elettori. Oggi non abbiamo bisogno di ciò, abbiamo bisogno di una spinta propulsiva nuova, che parta dai territori, dai militanti, dagli amministratori. Insomma, serve esattamente il contrario di ciò che è stato Boccia, si figura garantista, ma che non ha invertito alcuna tendenza: semplicemente un commissario e le rivoluzioni non partono dai commissariamenti».
Lei è tra i sottoscrittori della richiesta di rimuovere Boccia dal suo incarico?
«No, ma solo perché è un passaggio assolutamente ovvio per rifondare il partito, che tutti auspicano possa avvenire senza strappi. Come Le dicevo prima, c’è bisogno di tutt’altro che di un commissario in questo frangente, bensì di una figura autorevole e innovativa, nei contenuti e nell’approccio, che deve essere assolutamente popolare e non di palazzo. Pertanto, Boccia, al fine di evitare ulteriori frammentazioni, deve rimettere il proprio incarico, favorendo il rinnovamento della classe dirigente regionale che deve passare per un confronto serio e costruttivo. Infine, occorre un gruppo organizzato che sappia fare fronte comune col resto del Mezzogiorno per scongiurare l’ulteriore ampliamento del divario Nord – Sud che, per come si sta delineando, risulterebbe fatale per il Mezzogiorno. Si sta violando la Costituzione e nessuno combatte per evitarlo, ad eccezione del Governatore Vincenzo De Luca e dell’On. Piero De Luca che, nelle proprie funzioni, stanno conducendo una battaglia serrata a riguardo, che va oltre il Partito, con contenuti e responsabilità, con determinazione e coraggio».
Cosa manca oggi al Pd per essere nuovamente un partito di un certo peso a livello politico?
«L’approccio popolare, appunto, e un programma elettorale proprio. Purtroppo, negli ultimi anni, per il senso di responsabilità che la Nazione richiedeva e a cui si è risposto positivamente in un momento delicato e storico, oltre che per la Legge elettorale balorda che ci troviamo, il Partito Democratico si è snaturato, cedendo su troppi principi fondanti e parlando un linguaggio impaurito e non chiaro. I cittadini chiedono risposte precise e risolutive, a partire dai temi del lavoro, della giustizia, della sicurezza, della scuola. Temi che un tempo erano di sinistra e che oggi, invece, non sono più al centro dell’agenda politica del Partito, anzi, troppe volte sono stati barattati. Si sono persi milioni di voti perché non si è avuto il coraggio di difendere le proprie idee, o almeno lo hanno fatto in pochi, quelle per cui il popolo di sinistra si è speso. Emblematico è stato il reddito di cittadinanza, ad esempio, che, così come è strutturato attualmente, avallato anche dal Pd, va a discapito del lavoro, da sempre argomento centrale Dem».
Lei è tra i sostenitori del presidente Bonaccini ma oggi la provincia di Salerno è spaccata tra i diversi candidati. Crede che questo possa ulteriormente indebolire il partito?
«È importante anche o soprattutto il dopo congresso. È giusta la contrapposizione interna tra diversi candidati ma l’attimo dopo il responso delle primarie bisogna costruire un Partito forte e coeso, che sappia affrontare le sfide e le opportunità della nazione, perché è un fatto di interesse nazionale appunto e non limitato al solo Partito Democratico. Per arginare la destra occorre un programma credibile, redatto tra la gente e per la gente, tra tutte le forze di contrapposizione alla destra, ma a trazione Pd, che accoglie la comunità politica maggiore. Basta litigi, bisogna tornare a dialogare! Su questo Bonaccini è stato chiaro, intende collaborare con Elly Schlein e Paola De Micheli, a prescindere dal risultato. È questo lo spirito giusto e auspico lo stesso accada anche in caso contrario».
Se spettasse a lei la scelta del coordinatore regionale chi vorrebbe a capo del partito Dem in Campania?
«Apparirò di parte, ma gradirei certamente un amministratore Locale, un sindaco, che sappia tessere le maglie oggi sfilacciate tra il popolo, il territorio e la classe dirigente. Poi, a prescindere dal coordinatore, che deve essere comunque autorevole, occorre aprire maggiormente alle donne e ai giovani che intendono impegnarsi concretamente e non messi lì solo perché donne o giovani. Deve smettere questa logica di fare le cose per audience più che perché ci crediamo: avanti gente appassionata e disposta a dare una mano al Partito, alla Nazione».
Terzo mandato, favorevole o contrario?
«Sono favorevole per la necessaria continuità amministrativa che occorre per fare bene e perché penso che il Governatore De Luca stia facendo molto bene per la Regione Campania. Lui e la sua squadra sono un punto di riferimento per gli amministratori locali e per i cittadini, diversamente dal passato, che come non mai vivono i territori e promuovono iniziative dirompenti per lo sviluppo degli stessi. Il primo esempio che mi viene in mente a riguardo è la Fondovalle Calore che, prima di De Luca, era ormai tra le opere cestinate. Oggi, invece, è finanziata per intero, con un primo lotto realizzato, un secondo lotto in gara d’appalto per la progettazione esecutiva e per la realizzazione, un terzo e ultimo che andrà in gara a marzo/aprile. Insomma, De Luca è una manna dal cielo, distintosi sempre per pragmatismo da Sindaco e lo conferma anche oggi da Governatore. Terzo mandato meritato, insomma, e speriamo si abbia realmente».
Si ipotizza il voto online per le primarie. Cosa ne pensa?
«Siamo nel 2023 e sono uno dei sindaci più giovani della Regione, cosa vuole che pensi a riguardo? Sono assolutamente favorevole. Ma non deve aversi solo alle primarie del Partito Democratico, ma ad ogni tornata elettorale, per una serie di ragioni: garantire la più ampia partecipazione al voto, avere un risparmio economico ed evitare brogli o errori nei seggi elettorali. La digitalizzazione è ormai il presente ma pare che in campo politico sia tabù. Per avere un’Italia moderna bisogna intervenire anche su questo».
Primi mesi di governo Meloni con prime misure messe in campo. Cosa ne pensa?
«Nessuna novità, tutto come previsto, una metamorfosi annunciata a cui gli purtroppo Italiani hanno abboccato. Dicevano di essere pronti ma non pare essere vero, propongono e poi ritrattano su ogni cosa. Dunque, stare nel palazzo col telecomando in mano è tutt’altro che facile come stare in piazza a urlare. Ci sono cose molto più serie a cui mettere mano rispetto a quelle di cui abbiamo sentito parlare in questi primi mesi. Ma la colpa è anche nostra, se sono lì è perché siamo stati capaci di litigare su ogni punto e di presentarci all’appuntamento elettorale senza un programma credibile e gente affidabile. Almeno dal PD Salernitano sono stati avanzati nomi di gente perbene, con un approccio popolare e fattivo, su tutti Piero De Luca, Luca Cascone e Fulvio Bonavitacola, che con il Loro impegno hanno mitigato i danni, ma comunque con un ampissimo scarto rispetto alla destra avversaria. In ogni caso, vedo la destra strutturata per durare l’intera legislatura e non per fare la comparsa, magari producendo danni anche irreversibili. In questo tempo noi dovremo fare opposizione seria e ricostruire, considerando la gente e facendo capire loro le ragioni e la necessità di un impegno diverso rispetto a quello della destra. Sarà una dura ma avvincente sfida».