L’Amletico Consiglio Comunale di Amalfi - Le Cronache
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L’Amletico Consiglio Comunale di Amalfi

L’Amletico Consiglio Comunale di Amalfi

L’Amletico Consiglio Comunale di Amalfi

di Michelangelo Russo

La storia di giorni fa che raccontiamo è rigorosamente vera, anche se la sicura incredulità per l’accaduto porterebbe a ritenerla una bufala di fine anno. E’ accaduto ad Amalfi. Sulla piazza principale c’è il bar Blusirena da qualche decennio noto come ritrovo di artisti e stranieri. C’è passata la storia su quei tavolini. Bene, la proprietà pensa un giorno di consentire l’ingresso laterale anche ai portatori di handicap, livellando il gradino attualmente presente nell’apertura su piazzetta Scario per portare l’accesso sul piano della stessa piazzetta. Rinnova anche i bagni, come impostogli dall’UTM, destinati ai disabili. Affida la pratica al combattivo ingegnere Massimo Somma, rispettato dai Pubblici Ministeri (per le innumerevoli consulenze già fatte per l’accusa in quasi trent’anni) e temuto dai contraddittori per la sua competenza. Somma riceve il via libera all’abbattimento del gradino dall’Ufficio Tecnico Comunale, per l’evidente utilità sociale dell’intervento, del tutto minimo e ad impatto architettonico zero. Ma, poco dopo l’inizio dei lavori, compare un ostacolo di quelli che solo la dimensione lillipuziana di tanti nostri Comuni sa far nascere. Il no del Comune arriva con un diniego all’abbattimento del gradino perché potrebbe creare un accesso alla piazzetta non consentito dal regolamento comunale. La spiegazione del diniego, a parere della proprietà, forse nelle gelosie commerciali dei vicini, che vedono favorito l’esercizio rivale con l’apertura ai disabili dell’ingresso al bar. E’ nient’altro che un sospetto, avallato dalle risposte evasive dei politici comunali quando il bar Blusirena tenta di spiegare le proprie ragioni. Le osservazioni del difensore del Blusirena, l’avv.to Marcello Brescia Morra, convincono l’Ufficio Tecnico Comunale e soprattutto, il Segretario Comunale. Che, con nota dirigenziale, osserva che non è richiesto alcun parere favorevole del Consiglio Comunale sul gradino. A questo punto, il Consiglio Comunale dovrebbe farsi da parte. Invece, dopo vari rinvii i rappresentanti del popolo amalfitano votano, con una assemblea ad hoc, la decisione per abbattere il gradino. Risultato della votazione: contrari nessuno! Favorevoli: nessuno! Astenuti: tutti! Delibera n° 3 del 25 gennaio 2022. Nessuno ne vuole sapere e nessuno ha il coraggio di prendere una decisione, così fatale per i destini di Amalfi, sull’abbattimento di un solo gradino. La questione non finisce qui. La proprietà allora è costretta a ricorrere al Tar.

E ha visto giusto! Perché il Tar di Salerno (di cui abbiamo scritto qualche settimana fa della encomiabile sentenza che ha dato piena ragione alla Sovrintendenza contro le arroganti pretese della Regione Campania che voleva la riapertura della cava di Ottati), bacchetta l’ignavia paralizzante del Consiglio Comunale di Amalfi, ricordandogli che l’assenso su quel gradino o meno non rientra nei poteri inibitori della Politica; che ha compiti di indirizzo generale sull’urbanistica, e non ha competenze specifiche sulle minutaglie edilizie . Infatti, dice il Tar, questo è un compito meramente tecnico dell’Ufficio Comunale del settore edilizia; perciò i giudici annullano le decisioni, o meglio, le indecisioni paralizzanti del Consiglio Comunale, lasciando la validità soltanto dei pareri dell’Ufficio Tecnico e del Segretario Comunale. Il gradino, come è stato deciso prima di Natale, finalmente sarà abbattuto e gli avventori disabili potranno beneficiare del bar e servizi annessi. Per un atto di civiltà, del tutto innocuo per il patrimonio edilizio, c’è voluto ancora una volta la scienza e il senso della misura dei giudici per superare le tremebonde esitazioni dei rappresentanti del popolo. Comportamento strano, questo della politica amalfitana. Se nessuno dei consiglieri si è esposto nell’accettare l’idea dell’abbattimento di un gradino nel nome dell’integrità originaria dell’assetto urbano, come è poi che l’approvazione del PUC di Amalfi, il 19 agosto 2020, è stata seguita dall’enfasi della politica locale, sindaco in testa, nell’autoelogiarsi per il coraggio delle scelte urbanistiche fatte? A partire dal progetto di 28 milioni di euro per gli sventramenti delle montagne al fine di realizzare sbocchi viari nuovi in Valle dei Mulini e addirittura una circonvallazione fino a Castiglione scavando in roccia, erodendo, mangiando, perforando, abbattendo, rimuovendo tonnellate di roccia con infiniti pericoli per la stabilità e l’integrità del Patrimonio Mondiale della Divina Costiera? Staremo a vigilare su questi progetti, sperando che la vocazione astensionista del Consiglio Comunale si rimanifesti nuovamente di fronte alle possibili assurdità dei megaprogetti distruttivi dell’ambiente.

Michelangelo Russo