Scafati. “Con l’ex sindaco nessun patto, a lui mi sono avvicinato perchè avevo la passione per la politica”. Andrea Ridosso ha respinto ogni contestazione mossa nei suoi confronti dalla Dda affermando di essere un ragazzo semplice e di non aver mai avuto a che fare con i fratelli implicati in affari di criminalità. Con Aliberti non c’è mai stato nulla, anzi quando gli aveva dato una mano per la campagna elettorale sostenendo la lista Grande Scafati, aveva chiesto un appuntamento e concesso solo dopo giorni non prima di aver fatto anticamera di ore. “Il cognome che porto è pesante”, ha detto Ridosso junior ieri in aula a Nocera Inferiore nell’ambito del processo Sarastra in cui figura da imputato insieme all’ex sindaco, politici e imprenditori accusati di voto di scambio. Ora insegna a Venezia dopo aver conseguito una laurea. “Era il 2015, due anni dopo aver visto il sindaco che mi incontrò a Palazzo Mayer dicendomi che avevo un cognome pesante e che non poteva fare nulla per me. Anzi, vedendomi scoraggiato, mi disse che avevo tutto il tempo per rifarmi attraverso gli studi. E così fu, mi presentai dopo essermi laureato e portai con me dei confetti per festeggiare la mia laurea rendendolo partecipe per quei momenti”. Andrea Ridosso ha quindi respinto di essere stato il trend d’union con la sua famiglia per il patto politico camorristico tra l’ex primo cittadino e la cosca Loreto/Ridosso. “Da sempre ho cercato di distinguermi dai miei fratelli e altri miei parenti, questo lo facevo sin da quando ero piccolo perché molti miei amichetti dell’epoca si rifiutavano di giocare anche a pallone con il sottoscritto proprio perché sapevano i trascorsi della mia famiglia. E questo mi ha sempre fatto molto male, per questo motivo ho sempre cercato di riscattarmi e mai ripercorrere la strada di altri familiari. Poi arrivarono gli studi e la passione per la politica. Decidi di sostenere nel 2012 Roberto Barchiesi (altro imputato) perché era conosciuto da tutti come persona per me e che trovava da lavorare a tanti giovani nelle industrie conserviere di Scafati”, aggiunge Ridosso junior. Prima di lui lo stesso sindaco Aliberti ha concluso il controesame rispondendo ad alcune domande dei giudici sulle attività amministrative messe in campo dal suo operato politico contro i clan scafatesi. Con la deposizione di Pasquale Aliberti e quella di Andrea Ridosso si chiude l’istruttoria del processo sul presunto voto di scambio a Scafati per le comunali e le regionali.
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