“Toghe d’oro” nel segno di Mario Parrilli e Dino Gassani - Le Cronache
Attualità

“Toghe d’oro” nel segno di Mario Parrilli e Dino Gassani

“Toghe d’oro” nel segno di Mario Parrilli e Dino Gassani

di Clemente Ultimo

Mario Parrilli e Dino Gassani: prende le mosse dal ricordo di due grandi figure del foro salernitano l’intervento con cui il presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, Silverio Sica, apre l’edizione 2002 de “La toga d’oro”, iniziativa destinata a premiare gli avvocati che hanno tagliato il traguardo dei 50 e 60 anni di esercizio della professione forense. Appuntamento che, inevitabilmente, è anche momento per una riflessione sullo stato di salute del comparto giustizia e sull’evoluzione e le nuove prospettive dell’avvocatura italiana. Un percorso che non può non prendere le mosse dall’esperienza del passato e, di conseguenza, dall’operato di chi si è fatto interprete della migliore tradizione dell’avvocatura salernitana. Quelle “eccellenze” cui ha dedicato il proprio intervento l’avvocato Antonio Calabrese, chiamato al non facile compito di ripercorrere la tradizione degli avvocati salernitani.«È con grande forza – ha esordito l’avvocato Sica – che ho voluto che l’iniziativa di oggi fosse ospitata nell’aula dedicata a Mario Parrilli, uno spazio che è testimonianza concreta della nostra storia in quanto dedicato ad una delle figure di spicco dell’avvocatura salernitana. Ed è proprio qui che, dopo averla ritrovata, ritengo sia giusto collocare la targa dedicata alla memoria di Dino Gassani, un avvocato che con il suo coraggio rese testimonianza fino all’estremo dei valori cui deve ispirarsi la nostra professione». Valori che possono essere condensati nel binomio libertà e coraggio, che, a giudizio del presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, sono destinati a caratterizzare anche in futuro l’esercizio dell’avvocatura, sulla scorta dell’esempio «di chi ci ha preceduto».La cerimonia di ieri mattina, come detto, è stata anche occasione per una riflessione sui cambiamenti che, nel succedersi del tempo e delle riforme, hanno interessato la professione forense, oltre che una opportunità per rimarcare le criticità ci cui ancora soffre il comparto giustizia in Italia.«Esercitare la professione di avvocato è un’esperienza notevolissima nella propria vita – sottolinea l’avvocato Angelo Manzo, tra i premiati per il raggiungimento del traguardo dei 50 anni di attività -, perché si è a contatto con tutti e bisogna sapere comportarsi e saper sempre osservare le norme che ci indicano il corretto comportamento nello svolgimento dell’attività professionale. Principi che restano fermi pur a fronte di una professione che è cambiata notevolmente, che non è più quella di una volta. Fra noi avvocati un tempo prevalevano i contatti umani, ci incontravamo, ci parlavamo, c’erano un confronto ed un dibattito continuo sulle tesi. Oggi tutto questo non c’è più, perché si fa prevalentemente ricorso alle note scritte senza contraddittorio, in maniera totalmente impersonale. Ecco, l’informatizzazione ha senza dubbio inciso negativamente sui rapporti umani all’interno della professione».Professione che risente inevitabilmente dei numerosi mali che affliggono il comparto giustizia, come evidenzia l’avvocato Nicola Allegro, anche lui tra i premiati di ieri: «Dal punto di vista degli avvocati – dice – le emergenze sussistono ancora oggi, soprattutto in quello che è il processo civile. Io ho cause che hanno festeggiato la maggiore età senza andare in decisione in primo grado, il che francamente è avvilente, fa venir meno la passione che ognuno di noi ha messo in tanta attività, unitamente a sacrifici e spirito di abnegazione. A causa di queste lungaggini, dovute alle enormi carenze di cui soffre la giustizia, ogni tanto anche la passione più forte vacilla».Non manca, infine, un’indicazione per gli avvocati più giovani: «I consigli è sempre difficile darli perché vanno adattati alle persone, alle capacità, a quello che si vuol fare della professione. Quel che dico ai giovani praticanti che hanno imparato l’abc della professione presso di noi, è di essere sempre se stessi e di essere lineari, onesti e precisi nelle loro attività, senza venir meno ai sacri principi della lealtà».

I PREMIATI

Ad essere premiati con la “toga d’oro” per il raggiungimento dei 50 anni di professione sono stati gli avvocati Giuseppe Albano, Nicola Allegro, Antonio Brancaccio, Gianfranco Cadeddu, Paolo Carbone, Giovanni Clemente, Celestino Consolmagno, Cesare Conti, Carmine Cosentino, Ferdinando Cosma, Carmine d’Aragona, Antonio Esposito, Antonio Fiordelisi, Saverio Fusco, Carmine Giovine, Giuseppe Guglielmotti, Luigi Iannone, Angelo Manzo, Alfredo Messina, Ruggiero Musio, Giuseppe Negri, Matteo Pistolese, Giorgio Polverino, Carmine Rago, Guido Romano, Giuseppe Scarpa, Carlo Sica, Giuseppe Trezza. A tagliare il traguardo dei 60 anni di esercizio dell’avvocatura gli avvocati Andrea De Donato, Vittorio Del Vecchio, Fernando Mastursi, Giuseppe Sparano, Francesco Veglia.