Riguardarsi: la rubrica dei viaggi sotto casa:la Pinacoteca - Le Cronache
Salerno

Riguardarsi: la rubrica dei viaggi sotto casa:la Pinacoteca

Riguardarsi: la rubrica dei viaggi sotto casa:la Pinacoteca

Regina Mariarosaria Citro

Benvenuto, benvenuta, prima di presentarci vorrei che pensassi a me come si pensa ad un’amica, come una compagna di scuola, una vicina curiosa, come una persona con cui ti piace viaggiare, perché è quello che faremo insieme in queste righe, tanti piccoli viaggi, con un’amica, a “chilometro zero”.Sono Regina una storica dell’arte, cosa vuol dire? È come essere una sorta di detective che risolve i misteri partendo dal patrimonio culturale, per poi restituirli sotto forma di narrazione, una storia che è parte di noi, che ci rappresenta e ci identifica.Quello che faremo insieme sarà scendere sotto casa e conoscere o ritrovare tutte quelle cose “belle” che ci raccontano: musei, parchi, chiese, giardini, ville, piccole realtà che ci custodiscono e che ci appartengono.La Rubrica si intitola Riguardarsi, un gioco in una parola, che insieme vuol dire guardare, o riguardare con uno sguardo diverso, ma anche imparare a riguardarsi, a prendersi cura delle cose che sono parte di noi, che ci riguardano e che inevitabilmente prendendoci cura di loro finiamo per prenderci cura di noi.Vorrei far partire questo viaggio dal cuore della nostra Salerno per poi spostarci verso tutti i comuni non meno importanti o ricchi del capoluogo. 

Siamo in Via dei Mercanti, vero cuore propulsore del centro storico, di tutte quelle attività che si svolgevano dai tempi dall’antichissimo “Campus grani” dove i romani tenevano il mercato del grano, passando poi dai longobardi fino ad arrivare a noi che ci facciamo la birretta a “largo campo” o andiamo a vedere luci d’artista. Su questa strada molto spesso dimenticata si trova la Pinacoteca di Salerno.Eppure è aperta sempre, a parte il lunedì, e l’ingresso è totalmente gratuito, si, non è molto social, non ha nemmeno un sito internet, una pagina instagram, ma una volta ho visto un ragazzo in visita con la scuola fare un tik tok davanti ad un paesaggio, chissà forse gli ricordava casa sua. Questo per dirvi che non è un luogo, come diremo oggi di “tendenza”, ma è un vero peccato perché all’interno si conservano cose molto speciali, andiamo a vedere insieme.Il palazzo stesso della sede è degno di nota si tratta del seicentesco Palazzo Pinto, la famiglia patrizia che ha donato a Salerno parte della collezione che oggi possiamo ammirare, vi ripeto, a costo zero.Nel marzo 2001 la galleria d’arte è stata aperta al pubblico, ma il suo patrimonio fu istituito tra gli anni 1927 e il 1938, con l’acquisizione della donazione di opere che vanno dal XV al XVIII secolo. Nel 1999 è stato poi costituito il nucleo della sezione di artisti stranieri.Ora però non voglio tediarvi con informazioni da repertorio tipo che le sale sono divise per ordine cronologico e vanno dal rinascimento meridionale al tardomanierismo, dalle tavole di Andrea Sabatini al naturalismo caravaggesco al tardobarocco giordanesco, o ancora pitture della seconda metà dell’800 fino ad arrivare alla prima metà del ‘900, con le opere di importanti autori salernitani.Non è lo scopo di questa rubrica dare mere nozioni, il nostro scopo è scoprici in questi spazi, troppo spesso considerati elitari, ma fidatevi, non lo sono. Ritrovarci in un superbo dipinto barocco come quello di Francesco Guarino che rappresenta il sacrificio di Isacco, lo ammetto, è difficile, possiamo sicuramente ammirarne la bellezza, godere con gli occhi, il che non fa mai male, ma se spostiamo lo sguardo una sala più in là, su una parete dove a primo acchito sembra di trovarci davanti a delle vedute paesaggistiche qualsiasi che trasmettono la tipica sensazione di pace bucolica, dovuta alle pastose pennellate che scaldano le rocce e rinfrescano i corsi d’acqua, quasi vorremo essere lì, il fatto è che, se ci avviciniamo un po’ e leggiamo il cartellino, siamo lì! Si tratta di magnifiche vedute di Salerno, in particolare della zona di Torrione, cosi come si presentava agli inizi del VXIII secolo, opere che rientrano in una produzione di vedute e paesaggi prodotti dalle botteghe napoletane del Settecento. Gli autori rientrano nell’ambito di diverse botteghe influenzate dalla tradizione paesaggistica di Salvator Rosa, diedero vita a un’ampia produzione molto apprezzata da reali e nobili napoletani e salernitani. In queste opere scopriamo, un particolare del nostro territorio, ad oggi irriconoscibile, ma che rimane nella memoria di quello che è stato e chi sa se un giorno potremo ritrovare.La pinacoteca di Salerno, nelle sue opere tutte, racconta un pezzo di un passato che ci appartiene e che potremo riscoprire solo e soltanto “riguardando ancora”.