Unitalsi Salerno, si riparte nel segno dell’impegno condiviso - Le Cronache
Salerno

Unitalsi Salerno, si riparte nel segno dell’impegno condiviso

Unitalsi Salerno, si riparte nel segno dell’impegno condiviso

di Clemente Ultimo
Lasciarsi alle spalle ogni paura e riprendere con slancio ed entusiasmo le attività dell’Unitalsi salernitana,
nel segno di una partecipazione che “non lascia indietro nessuno”. Alla vigilia della “Giornata dell’Adesione”– in programma per il prossimo 4 dicembre con la partecipazione dell’arcivescovo monsignor Andrea Bellandi – è la presidente della sottosezione di Salerno Linda Liguori a fare il punto su quanto fatto nel difficile periodo della pandemia e, soprattutto, allungare lo sguardo verso il prossimo futuro, con l’obiettivo
di estendere ulteriormente l’attività dell’associazione a favore degli ammalati e dei più deboli.
«Dopo gli anni appena trascorsi, le difficoltà che tutti noi abbiamo affrontato, come singoli e come associazione, è il momento di ripartire con entusiasmo, di far prevalere l’ottimismo e la volontà di agire, di camminare insieme, affiancati, senza lasciare nessuno indietro. È il momento di mettere da parte quella paura a volte egoista, quel bisogno di preservarsi che sono esplosi con tanta forza negli ultimi tre anni, superandoli nella consapevolezza che la vita è spesa bene quando viene fatta dono per gli altri, oltre la paura, oltre l’egoismo».
Il periodo della pandemia ha rappresentato una prova difficile per tutti, ma con aspetti particolari per un’associazione come l’Unitalsi, caratterizzata da un contatto diretto e costante con ammalati e pellegrini. Come lo avete affrontato?
«La paura ha caratterizzato il 2020 e il 2021, una paura mista a diffidenza, a sfiducia e al timore che non
saremmo mai stati più in grado di essere insieme, con serenità. Abbiamo attraversato mesi di distacco mantenendoci uniti grazie alla tecnologia: i momenti di preghiera, il karaoke, semplici chiacchierate dietro agli schermi, per sentirci uniti, per aggiornarci, per guardarci in faccia. E la tecnologia ha rappresentato un
aiuto prezioso: ma ora è necessario andare oltre, senza perdere di vista la prudenza e la cura, soprattutto nei confronti di chi è più fragile. Per cui è importante essere di nuovo insieme, vivere occasioni di incontro ma è necessario farlo mantenendo alta l’attenzione, senza dimenticare la sofferenza trascorsa, che non deve essere vanificata».
Quello che si sta chiudendo, pur tra difficoltà ed incertezze, può essere considerato l’anno della ripartenza.
«Senza dubbio. Dopo due anni segnati dalla distanza, dalla difficoltà, dalla paura, quest’anno abbiamo
ripreso, a piccoli passi, le nostre attività: qualcuno tra noi è andato a Lourdes; qualcuno a Loreto; in molti,
quasi tutti, abbiamo partecipato il 29 ottobre al consueto pellegrinaggio nazionale a Pompei. Abbiamo ripreso anche le “piccole attività”: una pizza tutti insieme in estate, ad esempio. Abbiamo avviato nuove
esperienze, come la recita mensile del Santo Rosario presso la chiesa di San Rocco (ogni terzo lunedì del mese alle 19) con la guida del nostro assistente spirituale Don Antonio Manganella. Abbiamo partecipato a occasioni importanti, come la giornata di fraternità a fine maggio presso la piccola Lourdes a Cava de’ Tirreni, su invito della sottosezione di Amalfi – Cava o l’inaugurazione, a luglio, del percorso accessibile ai
Templi di Paestum grazie alla disponibilità della sottosezione di Capaccio-Paestum».
Il prossimo 4 dicembre per l’Unitalsi salernitana sarà una giornata importante, anche perché sarà l’occasione per allungare lo sguardo sul prossimo futuro e prepararsi ad un nuovo anno d’impegno. Con
quale spirito ci si prepara a vivere questa giornata?
«Gli obiettivi per il 2023 sono sicuramente ritrovare l’entusiasmo della Chiamata: ciascuno di noi deve
necessariamente riscoprire la gioia del primo incontro, di quel momento che ha segnato la scelta di entrare a far parte dell’Unitalsi. Solo su questa base potremo essere uniti, al servizio dei nostri fratelli ammalati, anziani o disabili, e della Chiesa. Ritrovare quelle emozioni che hanno caratterizzato il primo pellegrinaggio,
quella voglia di guardarsi negli occhi e di esserci, facendo ancora una volta tesoro delle parole che ci dedicò Papa Francesco in occasione dell’udienza a novembre 2013: “la vostra associazione si dedica alle persone ammalate o in condizioni di fragilità, con uno stile tipicamente evangelico. Infatti, la vostra opera non è
assistenzialismo o filantropia, ma genuino annuncio del Vangelo della carità, è ministero della consolazione… Penso ai tanti soci dell’Unitalsi sparsi in tutta Italia: siete uomini e donne, mamme e papà, tanti giovani che, mossi dall’amore per Cristo e sull’esempio del Buon Samaritano, di fronte alla sofferenza non voltate la faccia dall’altra parte. E questo di non voltare la faccia da un’altra parte è una virtù: andate avanti con questa virtù!”».