Alla salernitana Lucia Cammarota il Premio Internazionale Nassiriya per la Pace - Le Cronache
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Alla salernitana Lucia Cammarota il Premio Internazionale Nassiriya per la Pace

Alla salernitana Lucia Cammarota il Premio Internazionale Nassiriya per la Pace

Maturità classica al Liceo Tasso e laurea in Giurisprudenza con lode all’Università di Salerno. I tesserini di giornalista e di avvocato cassazionista nel cassetto, come l’abilitazione all’insegnamento; oggi, giudice, dottoranda di ricerca, ma soprattutto autrice di libri di diritto ed economia che hanno avuto recensioni lusinghiere e un notevole riscontro di vendite: “Il reddito di Cittadinanza” “I Diritti nel turismo”, “I Diritti degli embrioni e sugli embrioni”.

Dottoressa è vero che lei ha sostenuto la conferma nelle funzioni il giorno prima del Premio?

Si, mi sono sentita onorata che le mie capacità di nuovo fossero sottoposte ad esame. Studiare è il mio impegno da sempre e credo sia il segreto di ogni successo. Con mio padre avvocato parlavamo di diritto quotidianamente, all’insegna del principio che nella vita, per essere felici, occorre fare ciò che ci appassiona. Mia madre, insegnante, in più mi ricorda ancora oggi di rimanere serena alla prova dei fatti: il sorriso nell’affrontare ogni cosa non può mai mancare. Bisogna essere cioè leggeri e profondi, come diceva Calvino.

Il Premio, oltre che per la Legalità, è per la Pace: cosa pensa di un momento storico così difficile?

Tutti siamo per la pace, difficilissimo è indicare la strada per raggiungerla. Tacito, dando voce ai vinti, scriveva a proposito della conquista romana dell’Inghilterra: “Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant” (dove fanno il deserto, lo chiamano pace, n.d.r.). Gli accordi imposti con le armi sono una sconfitta per tutti. Ci vuole una tregua, anche se il modo come raggiungerla si presta a posizioni differenti: solo quelle in buona fede, però, vanno prese in considerazione.

Quale mondo per i giovani?

La globalizzazione ha unito i mercati ma non ha cancellato le disparità, ha fatto viaggiare le merci ma non sempre gli ideali. Purtroppo, siamo ancora lontani dall’Europa di Spinelli e Rossi. E i giovani sanno di avere meno chances di quante ne hanno avuto i loro genitori.

C’è una soluzione?

Bisogna sempre avere fiducia che ci sia. Durante la depressione economica degli anni ’30, il Presidente degli Stati Uniti, F.D. Roosevelt, diceva: “la vera libertà individuale non può esistere senza sicurezza economica e indipendenza. La gente che ha fame senza lavoro è la pasta di cui sono fatte le dittature”. Un lavoro adeguatamente retribuito, quindi. La nostra Costituzione impone condizioni di vita dignitose per tutti, senza le quali la libertà e la giustizia sono negate: ogni scelta, anche politica, dovrebbe ispirarsi a questo principio sacrosanto.

Nuovi progetti?

Verso nuovi traguardi sempre. Il bello del vivere è cominciare. È un privilegio vivere in quest’epoca. Chi ha capito ogni cosa ha grandi responsabilità. Chi crede nel diritto, come me, sa che la premessa per la pace sta nelle regole giuste e condivise. Nella ricerca della legalità e della verità. La libertà nostra e la libertà degli altri, in un equilibrio che è una strada difficile ma, per me, una ragione di vita.

Una domanda per concludere. Si è emozionata quando ha ritirato il Premio?

Io vivo di emozioni, altrimenti che vita è?  Avevo preparato un bel discorso ma ho avvertito che per trasmettere il mio stato d’animo, anziché le parole, occorresse ricordare tre eroi del nostro tempo, Rosario Livatino, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ai giovani, ma non solo a loro, mai perdere l’occasione di dire che il senso di ogni cosa è fare bene e onestamente il proprio dovere.