Lavoro: Ricci, serve nuova legge su rappresentanza - Le Cronache
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Lavoro: Ricci, serve nuova legge su rappresentanza

Lavoro: Ricci, serve nuova legge su rappresentanza

“Nel nostro Paese su 933 contratti collettivi nazionali 353 sono sottoscritti da organizzazioni sindacali non rappresentative, mentre 209 sono quelli sottoscritti da Cgil, Cisl e Uil che interessano 10,6 milioni di lavoratori e lavoratrici pari all’87 per cento del totale degli occupati. Di questi, circa 100 sono scaduti e vanno rinnovati. Serve quindi al più presto una nuova legge sulla rappresentanza e il nuovo Governo deve metterla al centro delle sue riforme”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, intervenendo alla tavola rotonda su “La riforma della retribuzione” nell’ambito del settimo Forum dell’Ordine dei Consulenti del lavoro di Napoli. “Occorre poi – secondo Ricci – anche intervenire sull’adeguamento dei salari, che vanno adeguati all’inflazione ridando potere d’acquisto a famiglie e lavoratori. In Italia i salari non sono reattivi rispetto a queste dinamiche, soprattutto al Sud dove le condizioni salariali sono peggiori rispetto al resto del Paese”. “Il Forum dei Consulenti del Lavoro certifica – ha aggiunto Ricci – ciò che denunciamo da tempo: nelle percentuali di occupazione nella fascia tra i 15 e i 65 anni le province della Campania si posizionano agli ultimi posti in Italia, con Napoli al 107esimo posto, Caserta al 95esimo, Benevento al 90esimo, Salerno all’88esimo e Avellino al 77esimo. Dal forum emerge una lettura ottimistica dei posti di lavoro ma ricordiamo che i 23 milioni di occupati sono gli stessi del 2008 con la differenza che l’Istat ha certificato che c’è un aumento di 1 milione dei rapporti a tempo determinato e precari”. “Non sarebbe male – ha concluso Ricci – se il nuovo ministro del lavoro prendesse in considerazione le buone pratiche della Spagna dove il governo ha dato incentivi alle imprese che trasformano i contratti da tempo determinato a indeterminato introducendo anche la riduzione a 4 giorni e 8 ore giornaliere della settimana lavorativa”.