Milanese: La piccola Elena non dove essere affidata a terze persone - Le Cronache
Cronaca

Milanese: La piccola Elena non dove essere affidata a terze persone

Milanese: La piccola Elena non dove essere affidata  a terze persone

di Mario Rinaldi

L’attenzione principale è rivolta soprattutto nei confronti della piccola Elena, che dopo essere miracolosamente scampata al pericolo, ora dovrà ricevere le dovute attenzioni nel suo percorso di crescita. Nella circostanza abbiamo chiesto il parere di un esperto, Guido Milanese, noto neuropsichiatra e psicoterapeuta di Salerno, sulle possibili evoluzioni della vicenda che riguarda la piccola di appena due anni. Dottor Milanese, secondo lei la bambina può portarsi questo trauma nel tempo? «In questo momento è importante seguirla costantemente con affetto trasmettendole il massimo della sicurezza. Stiamo parlando di un trauma gigantesco, che può avere delle conseguenze nel tempo, ma allo stesso tempo se trattato con le dovute cure ed attenzioni, può anche essere brillantemente superato. Tutto sta ad utilizzare i migliori strumenti per consentire la metabolizzazione del trauma stesso». Secondo lei, la bambina ha potuto comprendere cosa è accaduto? E soprattutto le potrà essere spiegato prima che ne venga lei stessa a conoscenza? «Dipende dai casi. A quell’età alcuni già riescono ad avere percezione di quello che accade intorno a loro con una serie di processi elaborativi molto profondi. Altri soggetti percepiscono meno. Tuttavia, si arriverà a un punto della crescita di questa bambina nel quale, necessariamente il percorso si snoderà, nel senso che qualcuno dovrà farle capire cosa è successo. E nella spiegazione dei fatti bisognerà farle apprendere, nel modo meno sgradevole possibile, ciò che le è capitato, attraverso una sdrammatizzazione dell’evento, anche perché l’età in cui ha subito questo evento drammatico non le consente di percepire appieno l’alone di significato che lo accompagna. Inoltre, la piccola, in questo particolare momento resta completamente estranea alla spettacolarizzazione della vicenda per via dell’impatto mediatico che ha avuto e questo è sicuramente un vantaggio. Tuttavia bisogna poi farle comprendere bene il tutto sdrammatizzando l’accaduto». Sapete che la madre ha difeso sin dal principio il marito. Secondo lei la bambina può essere affidata a questa donna, che è pur sempre la figura di riferimento per una figlia? «Sicuramente bisogna avere dei colloqui con la madre per capire se il suo atteggiamento iniziale, indubbiamente sbagliato, può essere stato dettato da uno stato subconfusionale, con delle scelte e delle affermazioni che a causa della scarsa lucidità che c’era in quel momento non sono risultate oculate. Come orientamento di fondo i bambini devono sempre crescere con l’affetto materno. L’affidamento a terzi mi spaventa e lo escludo. Ad ogni modo bisogna valutare il comportamento di questa madre e soprattutto se lei potrà offrire delle garanzie nell’immediato futuro, dimostrando che quello che ha detto, lo ha riferito in un momento dettato da una condizione di iper emotività con stato confusionale, che l’ha portata a commettere un errore, che non deve essere più ripetuto. E comunque ripeto che le condizioni migliori per la crescita di questa bambina sono tre; tranquillità sicurezza ed amore e affetto. Altre metodologie risultano del tutto artificiose». Ecco dottore, parlando invece del padre, cosa pensa possa essere accaduto? E’ stato riferito che non c’erano stati altri episodi a parte quello del pacco bomba di tre giorni prima del drammatico evento. «Indubbiamente possono esserci situazioni di episodi deliranti acuti che producono situazioni confusionali. Questi episodi però hanno delle causalità diverse. Ci sta sempre qualche segnale alla base prima che accada qualcosa. L’episodio di aver scambiato un normale pacco postale con un pacco bomba potrebbe essere stato un segnale. Forse andava attenzionato meglio, ma non so nello specifico come è stato trattato. Sul drammatico episodio in sé, posso pensare che a volte, i comportamenti eccessivi, nel caso di specie l’eccesso di protezione per la propria figlia, può portare ad agire in modo del tutto contrario a quello che si pensa. In pratica se quel comportamento diventa ossessivo può sfociare in un delirio, che porta a pensare a una realtà completamente diversa da quella vera. Una sorta di pensiero fantastico che se si materializza può diventare il contrario di quanto sperato».