La Borsa archeologica punto di contatto tra le province italiane - Le Cronache
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La Borsa archeologica punto di contatto tra le province italiane

La Borsa archeologica punto di contatto tra le province italiane

E’ partito dalle antiche pietre di Paestum il protocollo d’intesa tra i presidenti di tanti capoluoghi che hanno partecipato alla fattiva conferenza, sigillata da uno strabiliante video che ha rivelato i gioielli del nostro patrimonio artistico. Al tavolo dei relatori in presenza, moderati dal vicepresidente della nostra provincia Pasquale Sorrentino, Michele Strianese, Francesco Morra, Raffella D’Ambrosio e Piero Marrese

 Di OLGA CHIEFFI

 La sala Velia della  XXIV Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico è diventata giovedì sera il centro d’Italia, per la reunion indetta dalla Provincia di Salerno ospitante, in binomio con quella di Matera presieduta da Piero Marrese, alla quale hanno partecipato numerosi i presidenti di tante province italiane, che hanno in comune in primo luogo, un patrimonio preziosissimo composto da musei, siti archeologici, biblioteche, pinacoteche, ville gentilizie, abbazie, castelli, alcun potere economico per poterli mantenere aperti, restaurare, creare eventi per donarli alle persone. Desideriamo citare tutti coloro i quali hanno aderito a questa serata dal titolo “Chiamata alle Arti”, moderata e organizzata, quasi da direttore di palcoscenico di un grande teatro Pasquale Sorrentino Consigliere Provincia Salerno delegato al turismo e promozione del territorio, il quale ha avuto al tavolo, Michele Strianese Presidente Provincia Salerno e UPI Campania, Francesco Morra Consigliere Provincia Salerno delegato alla cultura, alla valorizzazione e conservazione del patrimonio museale, delle biblioteche e dei beni culturali, Piero Marrese Presidente Provincia Matera e UPI Basilicata e l’Ass. Raffaella D’Ambrosio per la Provincia Avellino. Quindi, collegamenti dall’intero suolo nazionale, da Michele de Pascale Presidente UPI Unione Province Italiane a Piero Antonelli Direttore Generale UPI, da Nino Lombardi Presidente della Provincia Benevento, a Stefania Proietti Presidente Provincia Perugia,  e ancora, Gianni Michele Padovani Presidente Provincia Ferrara, Daniele Carnevali Presidente Provincia Ancona, Pasquale Crisci Vice Presidente Provincia Caserta, Sonia Cambursano Consigliera Città metropolitana di Torino delegata a turismo, attività produttive, sviluppo economico e pianificazione strategica, Carmelo Stanziola consigliere delegato a viabilità e università, sino a Felice Casucci l’assessore regionale al turismo. Proposte e soluzioni, infinite, scambi, come ad esempio tra i musei di Salerno e Reggio Calabria, tra la testa d’Apollo e i Bronzi di Riace, sinergie, inviti, ma anche dichiarazioni stranianti come quella della dr.ssa Sonia Cambursano da Torino, città metropolitana non ha una delega alla cultura e che a sostegno di quanti organizzino eventi la provincia può offrire solo la comunicazione. La richiesta, quindi, di fare un deciso passo indietro dalla Legge Del Rio, che ricordo mise in ginocchio addirittura la pinacoteca di Brera, che si trovò senza mezzi per poter accogliere degnamente i visitatori, e ridare respiro alle Province, cerniera funzionale tra Regione e comuni. Chiusura spettacolare con la presentazione del progetto del ministero del Turismo e dell’Associazione Patrimoni del Sud che ha riunito 15 enti locali del Meridione aventi sul loro territorio un sito Unesco tra cui cinque Province: Matera, che è Capofila, Barletta Andria Trani, Caserta, Foggia, Salerno, due Città Metropolitane, Bari e Palermo, due Liberi Consorzi Comunali Enna e Siracusa, sei Comuni, Matera, Alberobello, Barumini, Benevento, Monte Sant’Angelo, Noto. Il progetto coinvolge i territori di cinque Regioni del Sud Italia (Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna, allo scopo di  creare una rete tra i territori del Sud Italia che ospitano un sito Unesco, per promuovere, a partire dalla capacità attrattiva di tali luoghi e, attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie, l’insieme delle risorse paesaggistiche, culturali, enogastronomiche di tali territori, strutturate in un’offerta turistica unica e integrata, al fine di accrescere i flussi turistici verso le destinazioni dei siti Unesco, perché possano diventare leve per lo sviluppo di tutta l’area. Infatti, la curiosità suscitata da un sito Unesco deve consentire la conoscenza di tutto il territorio che lo ospita, nonché la conoscenza di altri siti Unesco limitrofi, da cui il motto “un sito tira l’altro”. Ecco l’essenza del viaggio che, qualunque esso sia, anche figurato, nasce dalla trasgressione, è la trasgressione. E come ogni violazione comporta sofferenza, tensione radicale, disagio e timori, ma anche conquista di conoscenza. Il viaggio resta, comunque, una scelta di libertà, da cui si torna contaminati dalle esperienze altrui, nella lingua, negli abiti e nelle architetture, nei mangiari, nelle usanze, nei saperi, nei suoni. Il protocollo d’intesa per far richiesta di ri-affidamento, almeno in parte della difesa della bellezza da parte delle province è un appello alla libertà d’azione. La libertà è occasione e scelta, come quella che ha portato ad unire in un meraviglioso volume I megaliti nel Cilento e quelli di Gochang, grazie alle ricerche correlate di Francesco Scianni e Kichul Lee, in uno scambio fertile tra il territorio salernitano e quello coreano di Namyangju. La sua concretezza sta nel suo essere insieme logica e patica, sempre progettante per quanto definita dal limite esistenziale. Perciò il “logos” non soltanto è pensiero, ma pensiero vissuto. E l’iniziativa etica come sforzo di vita è rottura di ogni continuità e dipendenza. Risponde a un’inedita domanda della storia, anzi è l’atto stesso della libertà. Cosa è la libertà umana – da dove nasce e verso dove muove? Qual è il punto di rapporto e di tensione tra corpo e mente, naturalità e idealità, ragione e passione? E cosa unisce gli individui in un nesso che va al di là della loro identità, legandoli in un vincolo comune? Una tale sfida non si può ignorare, occorre rispondere. È propriamente un affare di etica: non compete all’esattezza del calcolo, ma al rigore del pensiero. Ecco, allora che è necessario riattivare quel “racconto”, parola, suono danza, spirante e ispirante, che si fa viaggio, nell’ostinato coraggio nel seguire e, perseguire, unicamente l’arte, con, come unico obiettivo, aleatorio, rischioso, iniziatico, l’approdo ad un reale, attraverso la continua ricerca, il tempo, la metamorfosi, l’attesa, la “visione” di bellezze assolute, che custodiamo, e le appartenenze che ci metteranno in gioco convincendoci che l’importante non è tanto avere una casa nel mondo, bensì creare un mondo vivibile difendendo e fruendo delle sue bellezze, in cui sentirsi a casa.