Il rito del piatto ne’ ‘A ‘Ncenziata - Le Cronache
Spettacolo e Cultura teatro Arte Storia Tradizioni Eventi

Il rito del piatto ne’ ‘A ‘Ncenziata

Il rito del piatto ne’ ‘A ‘Ncenziata

Domani, 29 ottobre, e domenica, in San Cipriano Picentino, la drammatizzazione del rito, si rinnoverà, ospite del cartellone de’ ‘A Chiena, con Nadia Rinaldi quale voce narrante. L’ intera comunità, al fianco di attori professionisti, animerà i palazzi e lo scalone monumentale, evocando il Sannazaro, Croce e lo Shakespeare del Midsummer night’s dream. Soddisfazione e attesa del sindaco Sonia Alfano per l’evento e l’intera Sagra della castagna che segnerà la ripresa effettiva di tutte le attività culturali

 Di Olga Chieffi

Il comune di San Cipriano Picentino è noto per festeggiare l’autunno e il raccolto della regina del bosco, la castagna, con una grande sagra, giunta alla sua XLIII edizione. Quest’anno l’abituale rappresentazione dell’ “‘A ‘Ncenziata”, attesissimo evento clou di questa kermesse, sarà ospite del cartellone de’ “’A Chiena”- Intervento co-finanziato dal POC Campania 2014-2020 . Rigenerazione urbana, politiche per il turismo e la cultura. Programma unitario di percorsi turistici di tipo culturale, naturalistico ed eno-gastronomico di portata nazionale e internazionale -, firmato da Antonello Mercurio, che farà rivivere il testo redatto da Gennaro Saviello e Maurizio Mele. ‘A ‘Ncenziata è la ‘cerimonia del piatto’, l’antico rito dell’accoglienza nuziale sopravvissuto nei secoli e praticato a San Cipriano fino agli anni inizi degli anni ’90 del secolo scorso. Si tratta di un rito che affonda le radici nell’epoca greca e romana, cantato da Jacopo Sannazzaro nelle sue egloghe e trascritto da Benedetto Croce durante il suo soggiorno nel nostro paese. Questa pratica nuziale picentina è stata oggetto di studio storico, filologico ed antropologico, che ha portato tra l’altro alla drammatizzazione del rito. In occasione delle nozze, già in epoca romana, gli sposi perfezionavano la loro unione con questo rito propiziatorio, finalizzato a garantire felicità e prosperità alla coabitazione dei giovani sposi. La sposa, in particolare, veniva accolta nella nuova famiglia all’ingresso dell’abitazione. Per l’occasione si bruciavano essenze profumate, incenso, e venivano donati alla nupta novella, come scrive Sannazaro, i due elementi che simboleggiavano anche il diritto della cittadinanza: l’acqua e il fuoco. Nel 1883 Benedetto Croce trascrisse questa pratica che, nel tempo aveva mutato forma, ma non i simboli. Ad accogliere la sposa sull’uscio della casa è la suocera che, con un piatto tra le mani, trasformato in braciere, nel quale vi arde del carbone e dell’incenso, compie, gesti antichi e recita una frase propiziatoria: per ciò della ‘ncziata, ossia l’atto di incensare è espressione di onore e di e di riconoscimento di una qualche particolare forma di presenza di Dio in chi o in quello che si incensa, in un momento di grande gioia. “ Sarà uno dei momenti clou – ha dichiarato il Sindaco di San Cipriano Sonia Alfano – di questa XLIII Sagra della Castagna che ritorna dopo due anni di stop. Un evento attesissimo, che dopo un’estate in cui abbiamo avuto alti e bassi in campo turistico, nonostante la grande e ferace opera organizzativa della nostra Pro loco, per la recrudescenza del virus, siamo certi che l’evento al quale sorriderà anche il sole, sarà un potente attrattore turistico anche da altre regioni d’Italia. La ‘ncenziata è una rappresentazione che vedrà in scena l’intera comunità di San Cipriano al fianco di attori professionisti, in un rito che fortunatamente oggi non si celebra più, poiché considerava la donna solo come sposa e angelo del focolare, ma che fa parte della memoria storica e popolare del paese e per il quale tengo molto alla sua teatralizzazione”. La rievocazione è vedrà quale assoluta protagonista l’attrice Nadia Rinaldi che interpreterà il testo, supportata da Margherita Rago, Antonella Valitutti, Davide Raimondo e Annarita Villacaro, a coronamento di un workshop tenuto nei giorni precedenti dall’attrice romana, ove gli attori si ritroveranno a recitare con la comunità sanciprianese, calata negli anni ’50 del secolo breve, occupando i balconi che si affacciano su piazza Umberto. Tre i momenti: assisteremo all’evocazione del racconto di Benedetto Croce vissuto per pochi mesi a San Cipriano Picentino, quello relativo al matrimonio dei genitori di Jacopo Sannazaro, anch’egli vissuto per pochi mesi nel nostro borgo e impreziosita dalla citazione del matrimonio di Ippolita e Teseo dal Midsummer night’s dream di William Shakespeare, sullo scalone monumentale dell’antica Piazza Maggiore di San Cipriano.