Enzo Maraio chiede la fiducia, partito spaccato. Al Consiglio si sfiora la rissa - Le Cronache
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Enzo Maraio chiede la fiducia, partito spaccato. Al Consiglio si sfiora la rissa

Enzo Maraio chiede la fiducia, partito spaccato. Al Consiglio si sfiora la rissa

di Erika Noschese

Passa la linea Maraio ma si spacca il partito. Caos, ieri mattina, a Roma durante il consiglio nazionale del Psi convocato per fare un’analisi del voto post elettorale, dopo le elezioni politiche che hanno visto i socialisti candidati nella lista Italia Democratica e Progressista, insieme al Pd e Art. 1, come partiti aderenti al Pse. Durante la relazione del segretario Maraio alcuni socialisti hanno chiesto le dimissioni del numero uno del partito. Dimissioni respinte ma, come testimoniano alcuni video diffusi in rete, non sono mancati screzi verbali e spintoni. “Vergogna”, hanno gridato alcuni socialisti mentre Maraio, con il supporto dei militanti salernitani, ha tentato – invano – di riportare la calma. Salerno è tra le poche città che oggi si schiera apertamente a favore di Enzo Maraio ma, anche dai social emerge la diaspora interna al partito che, di tutta risposta, prova ad allontanare i dissidenti. “Non è un comportamento decente, questo”, ha urlato Bobo Craxi dalla sala mentre due consiglieri sono quasi arrivati alle mani. Tra i primi a prendere la parola Ugo Intini, ex deputato, esponente storico del Partito Socialista Italiano, poi dirigente nazionale dei Socialisti Democratici Italiani, confluiti nel rinato Partito Socialista Italiano del 2007 che ha chiesto il congresso straordinario. Ipotesi, questa, supportata anche da Craxi che si è unito alla richiesta del congresso: “Abbiamo bisogno del concorso di tanti perché c’è il rischio di dissoluzione del socialismo italiano”. Diversi esponenti del Psi hanno chiesto le dimissioni del segretario nazionale che ha scelto invece di temporeggiare rinviando tutto al prossimo consiglio nazionale che si terrà il 12 novembre prossimo per le decisioni previste all’ordine del giorno. Con 136 voti a favore su 204 aventi diritto è stata nel frattempo approvata la relazione del segretario Enzo Maraio – con i sostenutori di Nencini che hanno scelto di andar via – che ha ribadito come gli errori commessi siano stati l’evoluzione delle decisioni assunte nel Congresso Nazionale di luglio. Dal partito fanno sapere che “è stata messa in votazione la relazione del segretario del Psi Enzo Maraio, che aveva chiesto la fiducia sulla linea politica che è quella di lavorare all’autonomia del partito nel quadro del socialismo europeo, rendendo salda la sua collocazione nel centrosinistra. Nella relazione politica di Maraio erano elencati inoltre questi punti: liste autonome sin dalle prossime regionali che coinvolgono il Lazio, la Lombardia, il Friuli Venezia Giulia, il Molise e molti comuni; presentarsi alle elezioni europee con il simbolo del Psi; riavviare un dialogo con tutto il mondo socialista che è ancora fuori dal Psi, coinvolgendo le tante associazioni socialiste e di area; organizzare nei prossimi mesi una grande assemblea pubblica per la socialdemocrazia in Italia. La relazione è stata approvata con una ampia maggioranza. Un gruppo di persone che chiedevano il congresso straordinario non ha partecipato al voto ed è uscito dalla sala tra le contestazioni”. “Quello di oggi è stato un momento di confronto molto importante. Durante la riunione del consiglio nazionale ci siamo detti in modo franco e leale, con toni anche aspri, quale strada percorrere per il partito”, ha dichiarato il segretario nazionale. “Il Consiglio nazionale mi ha rinnovato la fiducia, e tracciato il grande lavoro che ci attende nei prossimi mesi: liste autonome alle prossime elezioni regionali, assemblee per riavviare un dialogo con tutto il mondo socialista che è ancora fuori dal Psi coinvolgendo le tante associazioni socialiste e di area e organizzare nei prossimi mesi una grande assemblea pubblica per la socialdemocrazia in Italia. Ora rimbocchiamoci le maniche e mettiamoci al lavoro tutti insieme se abbiamo a cuore il nostro partito”, ha poi aggiunto Maraio.

 

La riflessione/ Maraio fa i conti con la verità: i “dissidenti” ci sono e vanno ascoltati, non allontanati

Una mattinata difficile per Enzo Maraio che, giunto a Roma, ha dovuto fare i conti con una verità che non può più essere nascosta: il Partito Socialista Italiano è spaccato. I socialisti sono delusi per la sconfitta elettorale, amareggiati per la mancata presa di posizione di un segretario che, forse, avrebbe dovuto prendere atto della sconfitta elettorale che ha cancellato il Psi dai Palazzi di Governo e rassegnare le dimissioni. La parola, a quel punto, sarebbe passata ai militanti: accettare o respingere ma, almeno, una importante assunzione di responsabilità ci sarebbe stata. Invece no, il silenzio. Fingere che tutto andasse bene. Si pensava che il consiglio nazionale potesse essere quasi una formalità, come di consueto negli ultimi anni per capire come ripartire. Stavolta così non è stato e le immagini parlano chiaro: il segretario prova a chiedere la calma ma viene ignorato; emerge – dal video diffuso in rete – un tentativo della classe dirigente di Salerno di placare gli animi e, nel frattempo, si procede tra urla e spintoni. Imbarazzato, Craxi prova a far riacquistare quella lucidità che è venuta a mancare dalla sera del 25 settembre quando, a poche ore dallo spoglio elettorale, emerge schiacciante la vittoria del centrodestra. Le responsabilità ci sono e vanno ricercate nei vertici nazionali dei partiti che compongono la coalizione di centrosinistra; in chi ha permesso al Psi di scomparire sotto l’ala non più tanto protettiva del Partito Democratico e, soprattutto, in chi ha tentato di conquistare una poltrona condannando a morte un partito storico. Nel silenzio di tanti.