Turcherie e Fantasie alla Maratona Mozart - Le Cronache
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Turcherie e Fantasie alla Maratona Mozart

Turcherie e Fantasie alla Maratona Mozart

Seconda giornata domani nella chiesa di San Giorgio per l’ esecuzione dell’integrale dell’opera pianistica da camera del genio salisburghese, organizzata dall’Associazione Alessandro Scarlatti, in collaborazione con il Conservatorio “G.Martucci” di Salerno. Cinque i pianisti che si alterneranno alla tastiera Federico Cirillo, William Pio Cristiano, Alessandro Amendola e Raffaella De Vita e Manuela Lorenzo

 

Di Olga Chieffi

 Seconda giornata domani sera nella chiesa di San Giorgio per l’ esecuzione dell’integrale dell’opera pianistica da camera del genio salisburghese, organizzata dall’Associazione Alessandro Scarlatti, in collaborazione con il Conservatorio “G.Martucci” di Salerno. Start alle ore 18 con l’inaugurazione della serata affidata a Federico Cirillo, allievo di Demetrio Massimo Trotta, che inizierà la sua performance con la Sonata n°4 in mi Bemolle maggiore K 282. La pagina non inizia con il consueto Allegro, ma con un Adagio, pur sempre in forma sonata. Il tono è meditativo e troviamo vari rimandi ai motivi delle Sonate precedenti. Il secondo movimento è costituito da due Minuetti di tono contrastante: scherzoso e ritmico il primo e più disteso il secondo. Entrambi sono disseminati di trovate umoristiche, come gli accordi improvvisamente forti, i guizzi dinamici e le brusche interruzioni. La Sonata si conclude con un breve Allegro in forma sonata dallo spiccato virtuosismo e dal carattere giocoso. Cirillo continuerà poi, con la Sonata K 545 nel 1788, detta “Sonata facile”. Il fine didattico è confermato dall’indicazione “für Anfänger” (per principianti) apposta nel suo catalogo autografo (Verzeichnüss). Ciò spiega l’elevata frequenza di passaggi utili per sviluppare la tecnica pianistica: scale, arpeggi e basso albertino, senza particolari complessità ritmiche o armoniche. Nonostante la sua apparente semplicità, il primo movimento cela alcune finezze tipiche di Mozart. Il secondo movimento, basato su un semplice accompagnamento di basso albertino, presenta tuttavia una struttura piuttosto articolata, costituita da quattro sezioni più una breve coda conclusiva. Il lirismo lascia il posto al gioco nel terzo movimento basato su bicordi di terza staccati, alternati a rapide scale. Francesco Cirillo passerà il testimone a William Pio Cristiano, allievo di Giuseppe Squitieri, per l’esecuzione della Sonata K 281 che presenta una maggiore varietà di inflessioni. Il tema iniziale dispiega diversi pattern ritmici (trillo, terzine, quartine) in stringente successione, subito interrotti da bruschi accordi. Il secondo tema inizia “in punta di piedi”, con sei Do ribattuti, assumendo un carattere scherzoso, quasi civettuolo. Segue un incantato Andante amoroso, che unisce delicatezza e tenerezza in un lirismo intenso ma sospeso. L’ultimo movimento è un brillante Rondò di stampo virtuosistico, in cui Mozart allude alla dialettica tra “solo” e “tutti”. Il solista continuerà con la Fantasia in re minore K 397 che apre con un Andante introduttivo, quasi un’ampia improvvisazione su un motivo di accordi arpeggiati nel registro grave della tastiera, per poi passare a un Adagio di intensa espressione, teso in un tessuto armonico arditamente cromatico e due volte interrotti da una improvvisa e concitata cadenza. La parte originale di Mozart si conclude con questo Adagio che, avrebbe dovuto portare all’episodio conclusivo in stile contrappuntistico; il finale aggiunto invece è un inatteso Allegretto dal carattere ingenuo e sereno.  Si sentiranno gridolini in sala per  la Sonata K 331 in la maggiore deve la sua celebrità al terzo movimento, l’Allegretto “Alla Turca”, oggi universalmente noto come “Marcia Turca”. Tuttavia, il primo movimento è senz’altro il più interessante ed ambizioso. Si tratta di un Tema con sei Variazioni, ed è l’unico primo movimento delle Sonate di Mozart che non è strutturato in forma sonata. Il Tema ha carattere di Siciliana, dall’andamento cullante e cantabile. Ogni Variazione esplora diverse tecniche di elaborazione tematica e ornamentazione, introducendo di volta in volta elementi ritmici o armonici nuovi. Il secondo movimento, “Menuetto”, presenta un tema iniziale derivato dal primo tempo della Sonata K 309. Il clima giocoso è basato sull’alternanza di articolazioni diverse, con piano improvvisi. Nel Trio del Menuetto ritroviamo l’alternanza delle mani e le sonorità incantate Segue il celeberrimo Allegretto “Alla turca”. Mozart qui fa riferimento alle turcherie, derivate dalla musica dei Giannizzeri, di moda a Vienna nella seconda metà del Settecento, con il “refrain”, che è facile immaginare suonato con l’aggiunta di gran cassa e sonagli. Ancora un allievo di Giuseppe Squitieri, Alessandro Amendola, proporrà preludio e Fuga K 394 con il suo adagio iniziale, che sfocia in una fuga ha l’indicazione di andante maestoso, che cambia in adagio per le ultime due battute. Amendola continuerà il suo intervento con la Sonata K 309 in cui troviamo numerosi riferimenti agli stilemi tipici del sinfonismo di Mannheim, come, ad esempio, l’alternanza di “tutti” e “soli”. Dietro una apparente schematicità formale si celano numerose finezze e asimmetrie. Finale affidato al duo Raffaella De Vita e Manuela Lorenzo, guidato da Demetrio Massimo Trotta, che eseguirà la Sonata in re maggiore per pianoforte a 4 mani, K381 un piccolo brano, che un Wolfgang sedicenne aveva composto per sé e per la sorella Nannerl – che pare conservasse gelosamente il manoscritto. L’aspetto forse più curioso è una sorta di magniloquenza della scrittura, l’avvicendarsi di temi grandiosi per una forma, in fondo, raccolta e intima e la Sonata in fa maggiore K497 in Fa maggiore, una pagina di autentica libertà espressiva, in cui Mozart coniuga elementi contrappuntistici e concertanti.