Il voto nel Cilento: Pierro batte Cascone e Vassallo - Le Cronache
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Il voto nel Cilento: Pierro batte Cascone e Vassallo

Il voto nel Cilento: Pierro batte Cascone e Vassallo

di Arturo Calabrese

A spoglio ancora in corso e al momento di chiudere il giornale, il centrodestra si sta aggiudicando l’uninominale del Cilento. Campania 2 U07 – Eboli, questo il nome completo del completo, sta andando al candidato in quota Lega Attilio Pierro che a questo punto si sta preparando a lasciare il consiglio regionale della Campania. La coalizione di centrodestra si attesta poco oltre il 44%, un dato che pare ormai scontato e si va avanti solo per capire chi sia il secondo al traguardo. Il centrosinistra con candidato Luca Cascone recupera nella notte e si ferma poco sotto al 27%, mentre Dario Vassallo del Movimento 5 Stelle al 20%. Il Terzo Polo, realtà nata dalla fusione tra Azione di Carlo Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi, si ferma al 4%. Non superano lo sbarramento gli altri partiti. Unione Popolare con Nazario Matarazzo è all’1.14%. Tutti sotto l’1 i rimanenti. Italexit di Paragone, con la candidata Francesca Mari, Vincenzo Botta col Partito Animalista, Italia Sovrana e Popolare con Sonia Romano, Vita con Giuseppina Lettieri e Noi di Centro con Gennaro Ciociano. I singoli partiti È interessante il dato dei singoli partiti delle due grandi coalizioni. Attilio Pierro non riesce a portare molti voti alla Lega che si attesta al terzo posto tra le quattro forze alleate. Svetta Fratelli d’Italia, che fa incetta di voti lungo tutta la penisola, seguono Forza Italia, le Lega e Noi Moderati. In casa centrosinistra, è il Partito Democratico ad avere lo scettro, una magra consolazione in una delle nottate più brutte del partito di Enrico Letta e soci. Alleanza Verdi e Sinistra va al secondo posto, +Europa al terzo e fanalino di coda è Impegno Civico di quel Luigi Di Maio ministro degli Esteri uscente, tra i nomi più forti del Movimento 5 Stelle dal quale è fuoriuscito. Il dato è dunque più che chiaro: il centrodestra viene trainato dalla forza di Giorgia Melone e dei suoi candidati sul territorio che riescono a portarsi a casa i vari collegi maggioritari. L’analisi Risultato scontato alla vigilia? in politica nulla lo è, ma questa volta i numeri non sorprendono. Nel 2018 ci fu la grande ondata del Movimento 5 Stelle e a distanza di poco più di quattro anni, i voti dei pentastellati sono tornati al centrodestra. Giorgia Meloni, sempre all’opposizione negli ultimi tre governi, ha costruito una forte alternativa all’interno della destra senza mai tradire gli elettori e le aspettative. Altrettanto è stato fatto sui territori da parte dei veri rappresentanti, ma qui, e il Cilento ne è l’emblema, ha giocato in favore dei vincitori anche una gestione non ottimale della cosa pubblica da parte del Partito Democratico. La sanità al collasso, la viabilità non degna di un paese civile, le strutture scolastiche fatiscenti, le tante promesse finite nel dimenticatoio hanno contribuito in via definitiva alla vittoria della coalizione di destra. A tirare tanto è però unicamente Fratelli d’Italia che guadagna, o sarebbe più giusto scrivere che miete, consensi ovunque senza colpo ferire. Il punto, adesso, è questo: vittoria del centrodestra per i programmi, le idee, le promesse o sconfitta del centrosinistra per le delusioni e la mala gestio? Sono vera entrambe le ipotesi, con l’ago della bilancia leggermente più spostato sulla seconda. Il commento Da parte del candidato dell’uninominale Attilio Pierro non arriva alcuna dichiarazione, ma trapela un quieto ottimismo. Nel centrosinistra, invece, si attende la chiusura degli spogli in attesa di un colpo di coda dell’ultimo minuto. Qui, è palese la perdita progressiva di consensi da parte dei sindaci cilentani con a capo quello di Capaccio Paestum Franco Alfieri. Nonostante i numerosi tentativi di spingere il popolo a votare Luca Cascone non si riesce nell’impresa, seppur l’obiettivo è stato e sarà quello di eleggere Piero De Luca, figlio del più famoso Vincenzo, nel proporzionale. Missione che dovrebbe essere compiuta. Il Movimento 5 Stelle perde consensi, appoggio e credibilità, pagando, forse, la scelta di puntare su candidati più per il nome e il cognome, maggiormente per quest’ultimo, che per le competenze. Il Terzo Polo, ormai soprannominabile “quarto”, degli eccellenti nomi candidati nei vari collegi salernitani. A pagare sono le scelte leggermente ballerine di Calenda in primis e la poca forza di un Renzi ormai in fase di declino. Soliti discorsi per gli altri partiti, definiti “micro” per gli scarsi risultati raggiunti ad ogni tornata elettorale. Sorprende il crollo di Unione Popolare dell’ex sindaco di Napoli Luigi de Magistris che non supera nemmeno lo sbarramento del 3%. E adesso? Al momento di chiudere il giornale, meglio ribadirlo, il quadro dei maggioritari è molto chiaro mentre ancora tanti sono i dubbi sui proporzionali. Poco importa, a onor del vero, perché di sicuro la maggior parte di deputati e senatori verrà dalla coalizione di centrodestra ma sarà da capire per quale partito si schiuderanno le porte di Montecitorio e di Palazzo Madama. Con ogni probabilità, anche nel Cilento inizieranno a cambiare gli equilibri con tanti amministratori che si libereranno del pesantissimo giogo del Pd e inizieranno a camminare senza paraocchi.