Sul cammino di San Matteo con il Rotary Club - Le Cronache
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Sul cammino di San Matteo con il Rotary Club

Sul cammino di San Matteo con il Rotary Club

Alfonso Grieco affiancato dal distretto Salerno Duomo procede nella  opera di riqualificazione dei cinque luoghi sacri in cui hanno riposato le spoglie dell’ Evangelista dalla cappella “Ad Duo Flumina” di Casal Velino sino alla cripta del Duomo di Salerno. Il 14 ottobre reliquia di San Francesco D’Assisi

 

 Di Olga Chieffi

“O viandante apprendi queste gesta e prosegui il tuo cammino”. E’ questo la chiosa della lapide che segna il luogo dove per ben cinque secoli hanno riposato le spoglie di San Matteo nella cappella “Ad Duo Flumina” in Casalvelino. Dal mare parte il camminamento del Santo Evangelista e vicino al mare continua a riposare Matteo che fu sepolto in Persia, in una città dei Parti. Nell’epoca del commercio delle reliquie, il suo corpo fu prelevato da alcuni mercanti del Léon che intendevano portarlo in Europa. Al largo della Bretagna, secondo la leggenda, questi furono miracolosamente salvati da un naufragio e sbarcarono sulla Pointe Saint-Mathieu. Qui, per ospitare le reliquie del santo, Tanguy costruì un monastero tuttora esistente. A metà del quinto secolo, nel corso della campagna militare promossa in Francia dall’imperatore romano d’occidente per contrastare l’avanzata degli Unni, il prefetto militare Gavino, cavaliere lucano, esuma le reliquie di San Matteo in Bretagna e le porta nella sua città natale, la decaduta Velia, con l’idea di risollevarne le sorti. In realtà di quelle reliquie si perderà la memoria, complici anche le alluvioni e i terremoti che sotterreranno le rovine di Velia. Solo nel decimo secolo, un monaco, Atanasio, le ritroverà e le custodirà nella famosa cappella di Casalvelino. Il vescovo di Paestum, saputo del ritrovamento, si mette in cammino e si fa consegnare le reliquie. Accompagnato da un festoso corteo, dopo aver attraversato il fiume Malla e riposato la notte nella chiesa di San Pietro, raggiunge la località di Ruticinum per poi proseguire verso la sua cattedrale a Capaccio. La notizia del ritrovamento è intanto giunta anche a Salerno. Il principe Gisulfo invia a Capaccio un’autorevole delegazione di dignitari che si fa consegnare le reliquie dal vescovo locale. Il corpo di San Matteo entra così trionfalmente a Salerno. Dopo una collocazione provvisoria nel palazzo del principe, nel 1080 viene tumulato nella cripta della cattedrale di Salerno, edificata nel frattempo in suo onore. E’ così in breve reso la traslazione delle reliquie di Matteo che ha ispirato Alfonso Grieco imprenditore salernitano trapiantato a Casal Velino, il tragitto, che ha attuato quel “cambiamento” che è il simbolo dell’evangelista gabelliere. La cappella di Casalvelino è un luogo fortemente mistico, misterioso, quasi un piccolo  “atanor” contenitore vivo generante incessantemente nuove nascite e figure, in cui il dubbio, il punto interrogativo, il simbolo nel senso di fonte, per cui ciò che rimane “nascosto” non stabilisce il limite e lo scacco del pensiero, ma costituisce il terreno fecondo ove, il pensiero, la risposta, diretta o trasversale, ai tanti quesiti, che noi uomini della “fine” ci poniamo, in questo periodo particolare. Dal contrasto, dal viaggio dal travail, il travaglio del parto, hanno in inglese la stessa radice. Patimento e vita nuova, nella medesima esperienza, scelta di libertà. Ed ecco che dall’ unione di intenti di  un motivatissimo Alfonso Grieco e del Rotary Duomo guidato da Raffaele Parlato, la volontà forte di lanciare questo camminamento in primis spirituale, come lo sono tutti viaggi per ritrovarsi, per ri-iniziare, ma non solo poiché il viaggio comporta sofferenza, tensione radicale, disagio, timori, ma anche conquista di conoscenza, un percorso di trasformazione mentale nei confronti di se stessi, ma del paesaggio, della natura, della bellezza. Sono duecentotrenta i chilometri per questi sentieri già mappati in gps, che godono della benedizione di Francesco e che il cardinale Raffaele Martino incoraggiò già nel 2012, diversi i comuni che i pellegrini, in circa sei giorni andrebbero a toccare e  visitare  dalla spiaggia di Marina di Ascea, a Velia, passando per Casal Velino, Stella Cilento, Omignano, Sessa Cilento, Lustra, Rutino, uno dei più attivi che conserva la fontana del Miracolo, Prignano, Cicerale, Trentinara, Capaccio con il suo santuario della Madonna del Granato,  Roccadaspide, Albanella, Altavilla Silentina, Serre, Campagna, Eboli, Olevano sul Tusciano, con la grotta di San Michele, e ancora  Montecorvino Rovella, Giffoni Valle Piana, Giffoni Sei Casali, San Cipriano Picentino, Castiglione del Genovesi, San Mango Piemonte, fino a giungere a Salerno. Alfonso Grieco sa essere convincente, è continuo e passionale l’invito a divulgare i mezzi che consentono di essere noi stessi, ritrovando il silenzio quale condizione essenziale di purezza. Diversi gli eventi spirituali che si sono svolti e si svolgeranno nella cappella di Casalvelino, dove è conservata una reliquia del nostro Santo Patrono. Lì sono stati esposti il Saio e il Guanto di Padre Pio, Santa Maria Goretti, la Madonna di Fatima e ora giungerà, il 14 ottobre una reliquia di San Francesco d’Assisi. Continueranno tenacemente nell’opera di consolidamento nelle mappe anche turistiche, oltre che religiose, Alfonso Grieco, delegato costantiniano, nonché guida dei Fedeli di San Matteo, insieme a tutti i soci del Rotary Duomo, poiché nel dire le cose, nel dire il silenzio presente nei luoghi la parola filosofica e teologica, non il grido al miracolo, al folklore che secondo Luigi Lombardi Satriani sa essere narcotizzante, nel suo domandare riaccende la meraviglia per l’essente, la meraviglia che l’Essere è. Meraviglia che non è solo incanto o superamento estatico della ragione, ma è e continua ad essere riflessione: la riflessione del cogito che prova insieme l’angoscia del silenzio – ossia della morte – e la gioia della parola nella riscoperta delle cose.

Da Snistra: Sabato Cuozzo, Alfonso Marra, Don Michele Pecoraro, Afonso Grieco, Raffaele Parlato, Armando Cerzosimo