I commercianti di via Irno e via Nizza spengono le luci e accendono i lumini - Le Cronache
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I commercianti di via Irno e via Nizza spengono le luci e accendono i lumini

I commercianti di via Irno e via Nizza spengono le luci e accendono i lumini

di Monica De Santis

Ore 19, a via Nizza e via Irno, quasi tutti i commercianti, sia quelli del food che del no food, spengono le loro luci ed accendono dei lumini. Una protesta silenziosa la loro contro il caro bollette che sta mettendo in ginocchio soprattutto le piccole e medie aziende, in particolare quelle legate al mondo della ristorazione, già provate da due anni di forti restrizioni. Una protesta silenziosa che durerà un’intera settimana e che è destinata ad allargarsi anche ad altre strade della città… Marianna Pelosi è la titolare del negozio di coloniali e bomboniere “Petit Bonbon”, come i suoi colleghi ha scelto di protestare perché… “Per il tipo di attività che ho, devo accendere tutti questi fari se voglio illuminare bene i prodotti e renderli visibili alla clientela. Ma se li accendo la bolletta lievita. Sono già passata dai 200 euro che pagavo lo scorso anno ad oltre 500 euro. A questo dobbiamo aggiungere l’aumento del cioccolato, delle buste che noi regaliamo ai clienti. Insomma tutto è aumentato e gli incassi purtroppo no, le persone stanno in difficoltà quindi spendono di meno. Di questo passo attività come la mia riusciranno a resistere 6/7 mesi e poi dovranno chiudere”.

Lo stesso vale per Mirko Ricciardi, titolare del negozio di detersivi “Lo splendore” sempre a via Nizza… “E’ diventato insostenibile la situazione. Il guadagno sui prodotti che vendo è minimo, per riuscire a coprire le spese dovrei vendere il doppio di quelo che vendo, o aumentare i prezzi, che sono già aumentati di loro. Ma così poi i clienti si perdono. E’ un gatto che si morde la coda”.

Alla protesta silenziosa ha aderito anche il titolare della “Frutteria Meridionale” Vincenzo Corrado che spiega che oltre ai costi energetici elevatissimi per una piccola attività come la sua, ha anche un’altra sfortuna, quella di avere un furgone a metano… “Il pieno prima mi costava 12 euro adesso 70. E quindi non è solo la luce il problema. Sono padre di due bambini e mi rammarico a dire che pur lavorando dalla mattina alle 4 non riesco a mettere neanche un euro da parte”.

Noemi Ruocco è invece la titolare del bar Nizza, aperto un anno e mezzo fa circa… “Siamo arrivati ad un punto di non ritorno. Sono due anni che lottiamo, prima la pandemia, ora questi rincari assurdi. Avendo aperto l’attività in piena pandemia non ho ricevuto nessun aiuto dallo Stato e quindi come si può ben immaginare le perdite sono di più dei guadagni. Siamo stati costretti ad aumentare tutto, ma fino a che punto possiamo farlo. Se alziamo ancora i prezzi perdiamo i nostri clienti”.

Tra gli organizzatori di questa protesta silenziosa che come lui stesso dice “deve fare molto rumore” c’è Paolo Lamberti titolare del panificio “Panem et circenses”… “Per adesso manifestazione pacificamente. Non è ovviamente una minaccia, però bisogna dare una smossa a chi ci governa, e a chi ci andrà a governare. Non si può più andare avanti così. Perchè se aumentiamo di troppo i prodotti che vendiamo alla fine le conseguenze ricadranno sul consumatore finale che ad oggi non si è ancora visto aumentare gli stipendi. Quindi presto o tardi anche i clienti inizieranno a protestare per questi rincari assurdi ed inspiegabili”.

Lo stesso ragionamento lo fa il signor Rosario Greco titolare de “Sti Polli” in via Irno… “La situazione è dura, perchè non parliamo solo delle bollette ma anche dell’acqua, della legno nel mio caso visto il tipo di forno che utilizzo. Ogni giorno diventa sempre più difficile riuscire ad andare avanti. Con questa protesta stiamo facendo un po’ di rumore sperando che qualcuno ascolti il nostro grido d’allarme”. Costretti ad aumentare i prezzi dei prodotti anche i titolari del Caffè Bellini in via Irno, come racconta Pamela Rinaldi… “Non abbiamo avuto altra scelta, le spese sono troppe. Solo per il caffè abbiamo mantenuto per ora lo stesso prezzo”.

Ed anche Fabrizio Iannuzzi, titolare della pizzeria Màdia spiega che per coprire le spese ha dovuto aumentare di poco i prodotti in vendita… “La margherita da 5 euro ora costa 6. Non potevamo fare diversamente. Purtroppo stiamo subendo degli aumenti assurdi e dall’altra parte vediamo i politici disinteressarsi completamente di quello che sta succedendo. E’ una situazione pesante da digerire per chi prova oggi a fare impresa”.