L'appello di Cicia (Opi): "Rilanciare con azioni concrete la sanità" - Le Cronache
Attualità Primo piano

L’appello di Cicia (Opi): “Rilanciare con azioni concrete la sanità”

L’appello di Cicia (Opi): “Rilanciare con azioni concrete la sanità”

di Erika Noschese

Dare una nuova impronta e un nuovo passo all’assistenza sanitaria della nostra Provincia e della Regione. E’ l’appello che Cosimo Cicia, presidente Opi Salerno e Vicepresidente Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche ha rivolto ai candidati alle Politiche del prossimo 25 settembre, chiedendo un impegno concreto sul tema della sanità in quanto “finora, nonostante l’impegno degli operatori sanitari e dei manager della sanità campana, la nostra Regione ha rappresentato un esempio generalmente non positivo per quanto riguarda la cura e l’assistenza, con servizi limitati, lunghe liste d’attesa, scarsa se non nulla assistenza sul territorio – ha dichiarato Cicia – Ma soprattutto con un’immagine distorta rispetto all’impegno e allo sforzo per assicurare salute ai cittadini che non è mai venuto meno nonostante la situazione attuale della Regione sia determinata ormai storicamente in grandissima parte al fatto che la Campania è da anni sottoposta a piani di rientro e a commissariamento e per questo ha dovuto accettare regole ferree sulla spesa, sui blocchi del turn over e sulla razionalizzazione dei servizi”. Per il numero uno dell’Opi Salerno, infatti, serve un nuovo impegno per rilanciare la sanità, l’assistenza e la professione, ma soprattutto per poter assicurare quello che hanno scelto come obiettivo del loro lavoro: garantire salute, servizi e compliance ai cittadini. In questo gli infermieri, che rappresentano anche a livello nazionale la grandissima parte degli operatori della salute (tra il 40 e il 60%) sono in prima linea e in prima fila per proporre le modifiche necessarie al sistema, per collaborare con le istituzioni al cambiamento, per ottimizzare i percorsi di salute dei cittadini.

L’ Ordine delle professioni infermieristiche di Salerno non ha dubbi sulle necessità assistenziali e professionali di una delle maggiori Regioni italiane (la terza per abitanti dopo Lombardia e Lazio) e una di quelle che di più hanno sofferto tra piani di rientro e commissariamenti, sia dal punto di vista dell’organizzazione dei servizi e del finanziamento che, in particolare, per la carenza di organici nella sanità. Per di più proprio in anni in cui la pandemia ha segnato pesantemente l’assistenza in ospedale e sul territorio. Di infermieri in Campania ne mancano rispetto agli standard pre-Covid circa 7.000, una carenza divisa “equamente” tra ospedale e territorio e i “precari” pre e durante Covid, quelli cioè in servizio prima della pandemia a tempo determinato e durante la pandemia grazie ai decreti emergenziali e quindi, teoricamente, a termine, sono oltre 4.000. “Stando poi ai valori indicati nel Pnrr, per la nuova assistenza territoriale, rapportando la Campania ai calcoli di fabbisogno di infermieri previsto a livello nazionale del Rapporto Oasi della Bocconi, nella Regione ne mancherebbero almeno 9.500 di cui quasi 2.300 dovrebbero essere quegli infermieri di famiglia e comunità che lo stesso Pnrr e il decreto 77/2022 descrivono come chiave di volta per l’assistenza sul territorio – ha aggiunto Ciacia – La carenza porta anche a un altro dato più allarmante: secondo studi internazionali (RN4Cast, pubblicato su The Lancet) quando in media si ha un infermiere ogni 6 assistiti il rischio di mortalità scende del 30%, ma l’Italia è sulla media di 11 e la Campania, in particolare, arriva intorno ai 18, il triplo cioè dello standard indicato come ottimale”.

Da qui l’appello per realizzare tre richieste fondamentali dagli infermieri campani, a cui siamo pronti a collaborare: realizzare una vera assistenza sul territorio, la cui assenza penalizza oggi non solo i professionisti, ma soprattutto gli assistiti; valorizzare la professione sia prevedendo per gli infermieri ruoli dirigenziali soprattutto per le strutture assistenziali, ma anche docenze per la formazione: gli infermieri li devono formare e dirigere gli infermieri che conoscono la professione e le sue peculiarità, di cui soprattutto durante la pandemia si è dimostrato il ruolo essenziale; colmare la carenza di personale perché oggi l’assistenza è un’impresa difficile (soprattutto sul territorio) e chi ne fa le spese maggiori sono proprio i pazienti. Anche sul versante retribuzioni non va meglio. Gli infermieri che lavorano in Italia sono al 25° posto come media annuale 2021 tra i paesi Ocse (dopo di loro solo altri otto paesi) e il blocco decennale dei contratti avuto fino al 2018 ha portato nelle buste paga degli infermieri campani un incremento medio dovuto ad automatismi vari, di poco meno di 300 euro (circa 23 euro al mese su 13 mensilità), che tuttavia, applicando la parità di potere d’acquisto tra il lordo del contratto 2009 (l’ultimo rinnovato regolarmente) e la busta paga 2019, si traducono in una “perdita” di oltre 3.700 euro annui lordi (285 euro al mese, sempre su tredici mensilità, di minor potere di acquisto, quindi). “La nostra Federazione nazionale ha rivolto ai candidati alle elezioni un appello perché la politica faccia scelte precise, di assicurare un cambio di passo indispensabile (soprattutto a fronte del momento storico, che vede a rischio la sostenibilità del sistema sanitario) e la possibilità di garantire a pazienti e cittadini adeguate risposte ai mutati bisogni di assistenza e salute. Un appello che trasferiamo a voi e al vostro impegno nella nostra Regione – ha detto ancora – Gli infermieri sono pochi rispetto al fabbisogno e la professione è sempre meno attrattiva e tre sono le priorità inderogabili identificate a livello nazionale e che in Campania rappresentano una vera e propria emergenza: incremento della base contrattuale e riconoscimento economico dell’esclusività delle professioni infermieristiche; riconoscimento delle competenze specialistiche; evoluzione del percorso formativo universitario. Senza infermieri non c’è salute e l’Italia e la nostra Regione, devono dimostrare di investire sull’infermieristica, i cittadini non possono più attendere”.