Agropoli, tifosi locali espongono striscione contro la Gelbison: «No all'invasore» - Le Cronache
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Agropoli, tifosi locali espongono striscione contro la Gelbison: «No all’invasore»

Agropoli, tifosi locali espongono striscione contro la Gelbison: «No all’invasore»

di Arturo Calabrese

Non comincia bene il campionato di Serie C della Gelbison. Non si parla del risultato in campo, ma del messaggio che la tifoseria agropolese ha mandato alla squadra vallese. All’esterno dello stadio “Guariglia”, dove i rossoblù giocheranno le prossime sfide casalinghe, è apparso uno striscione che non appare molto benevolo né accogliente. “A difesa del tuo onore – si legge – contro chi spalanca le porte all’invasore”. Non un bel messaggio di benvenuto che riporta d’attualità la storica rivalità tra la tifoseria agropolese e quella vallese. Una rivalità che viene aumentata dalla frustrazione degli agropolesi che vedono l’avversario di sempre approdare tra i professionisti mentre la loro squadra arranca tra in campionati minori. Ma perché la Gelbison giocherà, importante il tempo futuro, ad Agropoli? È doveroso un passo indietro. Lo stadio “Morra” di Vallo della Lucania non soddisfa i requisiti imposti dalla Federazione per i campionati di Serie C. Nonostante le promesse da parte dell’amministrazione comunale, però, i tempi si prospettano molto lunghi e la squadra del presidente Maurizio Puglisi è stata obbligata a traslocare e a cercarsi un’altra casa. Il campo scelto è stato per l’appunto quello della vicina Agropoli, ma il “Guariglia” non è ancora pronto, anche qui tempi lunghissimi tra burocrazia lenta  e amministrazioni poco celeri, e quindi i rossoblu da Vallo della Lucania troveranno casa, per il primo periodo, in quel di Pagani. Un qualcosa che di certo scontenta i tifosi, ma la città è una magra consolazione perché fino al mese di luglio si prospettava addirittura la Basilicata con varie soluzioni. Agropoli è di certo quella migliore, soprattutto dal punto di vista della distanza chilometrica. L’accoglienza, però, sarà fredda, soprattutto stando al rumoreggiare dei tifosi e al malcontento che serpeggia in città. Tale situazione è però diffusa e non soltanto per la presenza dei cugini vallesi ma anche per scelte sportive della compagine locale non condivise.