Casagrande: “Ho realizzato tanti dei miei sogni, ma non smetto mai di aprire i cassetti” - Le Cronache
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Casagrande: “Ho realizzato tanti dei miei sogni, ma non smetto mai di aprire i cassetti”

Casagrande: “Ho realizzato tanti dei miei sogni, ma non smetto mai di aprire i cassetti”

di Monica De Santis

Tutti in piedi per Antonio Casagrande. È iniziato così giovedì scorso l’incontro in Arena Troisi con il figlio, Maurizio, protagonista della quinta giornata del Premio Fabula, il Festival di scrittura dei ragazzi di Bellizzi. Tra i più amati interpreti della commedia italiana, si è costruito una carriera di successo nel cinema, nella televisione e nel teatro nostrano, ma per i dreamers a Bellizzi è principalmente il figlio dell’allievo di Eduardo, Antonio, scomparso appena un mese fa, dal quale affabulatori (i più piccoli, dagli 8 ai 15 anni) e i creativi (dai 15 anni in su) sono partiti con le domande. L’agorà di Fabula lo accoglie tra gli applausi e le urla di gioia.

Cosa le ha insegnato suo padre?

«Mi ha lasciato un insegnamento che non è di moda: l’eleganza e il rispetto anche delle piccole cose. Quello stile che lui ha portato avanti per anni cercherò di custodirlo e imitarlo».

Come si è sentito?

«Appena mi ha lasciato ho vissuto un grande momento di angoscia. Viviamo una società che consuma il nuovo e si dimentica molto spesso del vecchio, Papà mi ripeteva spesso. “nessuno mi pensa più” e per me era un tormento sentirlo dire queste cose. Quando è morto ho avuto il terrore che le sue parole corrispondessero al vero, invece fortunatamente no, si è mossa tutta la città di Napoli e non solo per venirlo a salutare».

Pensa di aver realizzato tutti i suoi sogni?

«Sogni ne ho fatti e realizzati tanti ma non smetto mai di aprire i cassetti». Ha mai avuto paura di dimenticare la parte o di non far ridere? «Ancora oggi ho paura di dimenticare le battute, succede! Quanto al non far ridere, questo accade se alle spalle, dietro un copione, non c’è un progetto oppure c’è ma è insignificante. Nella mia carriera me la sono sempre cavata alla grande e sono stato anche molto fortunato: ho sempre trovato la strada per salvarmi».

Che ricordi ha del sodalizio artistico con Salemme e Buccirosso?

«Vincenzo, tra le grandi cose belle che ha fatto, ha avuto l’intelligenza di mettere insieme a lui altre due persone completamente diverse tra loro. Nessuno lo avrebbe pensato, quella scelta è stata una genialità, perché insieme eravamo unici».

Nel 1998 esce “L’amico del cuore”: che ricordi ha?

«Andai al cinema con mio sorella. Come da copione, facevamo così fin da bambini, prendemmo due gelati, gli stessi di sempre, e ci sedemmo in poltrona. A un certo punto mi rividi sul grande schermo: ero felice, rivedermi mi piacque e pensai di essere stato bravo. E poi provai una grande soddisfazione: ero il protagonista».

Cosa le ha lasciato quel sodalizio?

«Che ancora oggi la gente non si ricorda esattamente chi siamo. L’altra sera un signore mi ha fermato e mi ha chiamato Maurizio Salemme. Capita, quando si lavora nei gruppi, la gente si confonde. Addirittura una volta mi hanno chiamato Domenico Modugno».

Cos’è per lei l’amore?

«Sull’amore si poggia tutto quello che di positivo puoi costruire nella vita. Se non ami non puoi darti né avere, perdi solo tempo».

La musica gioca un ruolo fondamentale nella sua carriera: ha iniziato suonando è vero?

«Quando ero piccolo iniziai a suonare il pianoforte, ma la mia vera vocazione era per la batteria, il mio primo grande amore. Negli anni settanta entro a far parte di una band rock, si chiamavano i Tetra Neon».

Quali sono i suoi prossimi impegni lavorativi?

«Girerò nei prossimi giorni un film a Paestum, sarà una riedizione de “La valigia sul letto” ma non so ancora se questo sarà il titolo definitivo. Torno anche al teatro con uno spettacolo che amo tanto, “A tu per tre”, uno spettacolo agile e leggero, semplice, confidenziale. In scena con me ci sono anche una pianista, Ania Cecilia, e una cantante, Claudia Vietri».

E in tv?

«Penso che sarà anche in tv. Con Alessandro Borghese abbiamo registrato una cosa simpatica: una sfida ai fornelli con Francesco Paolantoni, ma non posso dirvi chi ha vinto».

Le piace cucinare?

«E aggiungerei mangiare, non si vede?»