Non c’è posto in lista, a rischio adesso la candidatura della dem Eva Avossa - Le Cronache
Attualità Politiche 2022

Non c’è posto in lista, a rischio adesso la candidatura della dem Eva Avossa

Non c’è posto in lista, a rischio adesso la candidatura della dem Eva Avossa

di Erika Noschese

Non c’è posto in lista, a rischio la candidatura di Eva Avossa. La deputata salernitana, arrivata alla Camera in corso d’opera dopo le dimissioni di Marco Minniti, potrebbe essere esclusa dalla lista “Italia Democratica e progressista”, nata dall’unione del partito democratico, Psi e Articolo Uno e che vede insieme anche Sinistra Italiana e Verdi. In queste ore i vertici nazionali del Pd sono a lavoro per provare a suddividere i collegi e, di conseguenza, lanciare le prime candidature ma, mescolando le carte, la Avossa si troverebbe fuori. Al Senato, capolista dovrebbe essere Annamaria Furlan, ex segretaria generale della Cisl e membro dell’Osservatorio degli Indipendenti che rivendica un ruolo di spicco in questa tornata elettorale dopo che per ben due volte i dem l’hanno messa all’angolo. Piero De Luca, capolista nel proporzionale, dovrebbe essere affiancato da Rosa D’Amelio, ex presidente del Consiglio regionale della Campania e al terzo posto dovrebbe esserci proprio l’attuale presidente del consiglio regionale, Fulvio Bonavitacola che, dunque, resterebbe candidato alla Camera e non più al Senato come inizialmente ipotizzato.

La situazione nell’Agro
Nell’Agro nocerino sarnese sarebbe testa a testa tra il sindaco di Castel San Giorgio, Paola Lanzara e Federica Fortino, assessore del Comune di Nocera Inferiore con delega alle politiche sociali, alla cultura e alla scuola. Al momento, ad avere la meglio sarebbe proprio la Lanzara che da pochi mesi è al suo secondo mandato, dopo la riconferma alle passate elezioni amministrative.

Il patto Picarone- Valiante
Franco Picarone non ci sta a perdere l’occasione di mettersi in gioco alle Politiche del 2025 e avrebbe rivendicato una candidatura, sicura chiaramente, nel collegio del Cilento. Una zona che potrebbe assicurargli la vittoria grazie ad un patto con Simone Valiante che tornerebbe a Palazzo Santa Lucia. Tra l’ex parlamentare e il governatore Vincenzo De Luca, attualmente, non ci sarebbero rapporti idilliaci e il presidente di Palazzo Sant’Agostino sarebbe pronto a bloccare la candidatura del presidente della commissione Bilancio. Picarone, da sempre fedele all’ex sindaco di Salerno, stavolta – fanno sapere voci vicine al consigliere regionale – non avrebbe alcuna intenzione di cedere e insiste per avere un posto in lista.

Il centrodestra
Mentre il centrodestra prova a capire come saranno suddivisi i collegi, l’ex rettore Aurelio Tommasetti è pronto a mettersi nuovamente in gioco, dopo la sonora sconfitta delle europee e delle regionali. Tommasetti dovrebbe essere candidato capolista al proporzionale, a seguire ci sarebbe un esponente della Lega dei Picentini e al terzo Dante Santoro, consigliere comunale di Salerno. Per quanto riguarda Forza Italia, invece, Antonio Tajani, coordinatore Nazionale del partito fondato dal Cav Silvio Berlusconi, sarà il capolista nella circoscrizione Salerno Avellino: la decisione, assunta direttamente su Roma, è stata notificata, nei giorni scorsi al Commissario Regionale Fulvio Martusciello che, a quanto pare, non ha alcuna voce in capitolo sui nomi da mettere in campo nel salernitano.

Il ruolo dei centristi
Il dado è tratto. Il tempo per confezionare le alleanze pre-elettorali è terminato. E a rubare la scena nell’ultimo giorno utile prima del deposito di contrassegni e programmi al Viminale, che scatterà oggi e andrà avanti fino al pomeriggio del 14 agosto, sono i centristi: da un lato quelli di Azione e Italia Viva, dall’altro il poker moderato della coalizione di centrodestra (Udc, Nci, Iac e CI) che in vista del 25 settembre decide di giocarsi la carta della lista unitaria. Le nuove formazioni politiche saranno presenti sulle schede elettorali con due contrassegni frutto della mediazione e degli accordi raggiunti. L’altra new entry da registrare è quella dei centristi del centro destra che – dopo aver visto salire da 11 a 15 i collegi uninominali nella ripartizione della coalizione – si presenteranno al voto con una lista unitaria nel cui contrassegno compare la scritta “Noi moderati” assieme ai simboli delle due mini-alleanze che si erano formate nei giorni scorsi: da un lato quella tra Noi con l’Italia di Maurizio Lupi e Italia al Centro di Giovanni Toti, dall’altro quella tra l’Udc di Lorenzo Cesa e Coraggio Italia di Luigi Brugnaro. Per quanto riguarda l’Udc, il coordinatore provinciale Ernesto Sica avrebbe partecipato all’incontro a Roma con i vertici nazionali ma sarebbe già pronto a mettere in campo una squadra competitiva.

Si parte dai simboli
Sempre nel centrodestra, Fdi e Lega presenteranno simboli identici a quelli delle politiche del 2018. Novità invece nel campo del centrosinistra visto che il Pd sarà presente con la lista ‘Democratici e progressisti’ assieme ad Articolo Uno, Psi e Demos. Il contrassegno elettorale prevede nella parte alta su sfondo bianco il simbolo dem con la scritta ‘Partito Democratico’ e un ramoscello di ulivo, mentre in quella bassa (su sfondo rosso) campeggia la scritta “Italia democratica e progressista”. I simboli dovranno essere depositati entro il 14 agosto e una settimana dopo, entro il 22, le liste dei candidati con tutti gli adempimenti burocratici che aitano non poco i partiti che stanno facendo una corsa contro il tempo in queste ore pre campagna elettorale.

Il programma
Una delegazione del Psi, guidata dal Segretario del partito Enzo Maraio, ha incontrato ieri pomeriggio al Nazareno il Vice Segretario del Pd e responsabile del programma per la lista “Italia Democratica e progressista”, Giuseppe Provenzano. Il Psi ha consegnato i punti programmatici dei socialisti per le elezioni poltiche del 25 settembre. “Un programma incentrato sui giovani, sul lavoro e sui diritti – ha dichiarato il segretario Maraio – Tra le proposte più significative consegnate al Pd c’è l’istituzione del “Fondo Futuro” per i giovani, una misura da rendere strutturale, basata sul modello inglese dei fondi rotativi, che servirà a finanziare l’apertura di nuove imprese o percorsi formativi; una task force per sbloccare oltre 100 miliardi di euro, che sono già disponibili nel bilancio dello Stato, di crediti vantati dalle imprese e bloccate a causa della burocrazia all’interno dell’Agenzia dell’entrate; la stabilizzazione dei precari della scuola e della sanità, una giustizia, più rapida, più europea”.