Pasquale Renna è ancora pericoloso. Il ministro Marta Cartabia ha rinnovato il regime di 41 bis a carico del boss della Piana - Le Cronache
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Pasquale Renna è ancora pericoloso. Il ministro Marta Cartabia ha rinnovato il regime di 41 bis a carico del boss della Piana

Pasquale Renna è ancora pericoloso. Il ministro Marta Cartabia ha rinnovato il regime di 41 bis a carico del boss della Piana

di Pina Ferro

Pasquale Renna é ancora pericoloso e per questo il ministro della Giustizia ha ritenuto necessario firmare il rinnovo del 41 bis (carcere duro). Pasquale Renna 60 anni, boss della Piana Sele, è attualmente detenute presso il carcere di Novara. Il ministro Marta Cartabia nel provvedimento firmato ha disposto l’applicazione di tutte le norme ed i divieti destinati ai detenuti al regime del 41bis. Il ministro scrive nel provvedimento: “in ragione della particolare posizione di responsabilità rivestita dal detenuto nell’ ambito della organizzazione di appartenenza e del credito dallo stesso posseduto, può fondatamente considerarsi tuttora sussistente il legame con la medesima, ed il ruolo rivestito all’interno di questa”. Per il ministro della Giustizia “la predetta associazione è tuttora operante sul territorio e dedita alla commissione di gravi delitti che pregiudicano l’ordine e la sicurezza pubblica”. Nel decreto del Ministro Marta Cartabia viene evidenziato, che la documentazione raccolta prova “che non è venuta meno la capacità di Pasquale Renna, di mantenere contati con esponenti tuttora liberi dell’organizzazione criminale di appartenenza, anche in ragionr della sua particolare concreta pericolosità”. Dalla verifica effettuata, attraverso le richieste di informazioni agli organi di polizia e acquisiti i pareri della Dda di Salerno e della Dnaa, è emerso che il gruppo di appartenenza di Pasquale Renna “è attualmente attivo e presente sul territorio, e, in concreto, la potenzialità organizzativa del gruppo criminale non è venuta meno, nè si sono acquisiti nuovi elementi da cui desumere una minore operatività dello stesso – anche in riferimento al ruolo ed alla situazione personale del detenuto; Non si sono verificate sopravvenienze da cui desumere un mutamento del ruolo e della posizione del detenuto all’interno dell’organizzazione, nè lo stesso ha operato condotte che si sono poste in coflitto con la sua appartenenza all’organizzazione; il decorso del tempo trascorso in detenzione non ha mutato il ruolo e la funzione del soggetto all’interno dell’organizzazione”. Dunque, per il ministro Pasquale Renna è ancora il capo indiscusso del sodalizio criminale ed ha ancora la capacità di “dettare regole e impartire disposizioni”. Secondo quanto riportato dal Ministro nel provvedimento di rinnovo del 41 bis, per la Direzione distrettuale antimafia il clan “Pecoraro – Renna” “già egemone nella Piana del Sele, in particolare nei comuni di Pontecaganano, Battipaglia e Bellizzi deve essere considerato ancora operante nel territorio. Invero, è stata dimostrata nel corso di indagini relativamente recenti, la capacità degli affiliato del clan di creare gruppi organizzati. Il riferimento è all’associazione riferibile ai gemelli Sergio e Enrico Bisogni nonchè a Mogavero Francesco, la cui organizzazione ha agito di fatto quale prosecuzione del clan Pecoraro – Renna”. I magistrati della Dda fanno riferimento alle indagini Omnia e Perseo. “Significativo dell’ascendente del detenuto e della organizzazione sulla popolazione locale è senza dubbio l’episodio segnalato dalla compagnia dei carabinieri di Battipaglia verificatosi in occasione della visita che Pasquale Renna nel gennaio 2017 ha effettuato presso l’abitazione della madre nel 2017”. In tale occasione scrivono gli investigatori numerosae persone attesero Pasquale Renna all’esterno dell’abitazione anche solo per salutarlo. “Il detenuto ha mantenuto inalterata la propria capacità astratta di intrattenere rapporti con il territorio di riferimento e con la criminalità organizzata ivi operante”. Pasquale Renna è stato condannato con sentenza passata in giudicato, per il reato di cui all’articolo 416 bis in quanto ritenuto promotore del clan Pecoraro – Renna legato soprattutto al clan Cesarano, con a capo Ferdinando Cesarano, organizzazione camorristica del napoletano estremamente pericolosa sia per capacità economiche che militari. Pasquale Renna ha a suo carico diverse condanne, anche all’ergastolo, per vari omicidi in relazione ai quali è stata riconosciuta la sua responsabilità con sentenze passate in giudicato. A tutto ciò si aggiungono le dichiarazioni che sono state rese dal collaboratore di giustizia Sabino De Maio che ha riferito delle attività compiute da criminali e gruppi nella zona di influenza del clan Pecoraro – Renna spendendo ancora il nome del clan Pecoraro – Renna. E ancora, nel decreto del ministro viene anche riportato che nel febbraio e nel giugno 2019 Pasquale Renna, detenuto a Novara, ha “proferito reiterate minacce aggravate dal metodo mafioso in danno del dottor Montemurro, magistrato della Dda di Salerno. Nonostante le condanne e la lunga detenzione Renna non ha mai mostrato segni di dissociazione dalla malavita organizzata. Nel frattempo i legali di Pasquale Renna stanno già preparando il ricorso in Cassazione oltre ad impugnare il provvedimento al tribunale di Sorveglianza di Roma.