“Violenze e fascismo nel napoletano” al Ghirelli - Le Cronache
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“Violenze e fascismo nel napoletano” al Ghirelli

“Violenze e fascismo nel napoletano” al Ghirelli

Riprende da giovedì 21 ottobre alle 18.30 l’appuntamento con il Club della lettura di Casa del Contemporaneo. Gli incontri – a cura di Andrea Carraro, Mariano Ragusa ed Eduardo Scotti – si svolgeranno tutti i giovedì con la data dispari nella sala allestita al piano terra del Teatro Ghirelli (ingresso libero). Il primo appuntamento della stagione 2021/22 è con “Violenze e fascismo nel napoletano. Il caso di Castellammare di Stabia, Piazza Spartaco (1921-2021)” di Antonio Ferrara, Francesco D’Amato editore. Un tema, reso attuale dal recente assalto squadrista alla sede nazionale della CGIL a Roma. A parlarne con l’autore ed Eduardo Scotti ci saranno il presidente dell’ANPI provinciale Ubaldo Baldi e Alfonso Conte, docente di Storia contemporanea presso l’Università di Salerno. SINOSSI: Il manifestarsi della violenza squadrista e la vittoria elettorale dei socialisti in alcune città del Napoletano alla fine del secondo decennio del XX secolo segnarono una delle pagine più drammatiche dell’affermazione del fascismo in Italia, con l’assalto ad alcuni municipi. I fatti di Piazza Spartaco (Castellammare di Stabia, 20 gennaio 1921), riletti a cento anni di distanza grazie a documenti inediti, rappresentano bene la concezione fascista dello Stato che di lì a poco avrebbe invaso le istituzioni, distruggendo e minando alla base lo Stato liberale, che era entrato in crisi nell’immediato dopoguerra anche per le divisioni tra le forze politiche di massa, che non compresero a pieno la portata dei Fasci di combattimento voluti da Mussolini sin dal 1919. Come accadde a Bologna o a Ferrara, in Puglia e in altre regioni da Nord a Sud, il blocco di potere costituito da ceti borghesi, reduci della prima guerra mondiale, giovani studenti, proprietari terrieri, benestanti, commercianti spazzò via la giovane amministrazione comunale socialista, provocando la morte di sei persone: una storia dimenticata che val la pena riscoprire in un’Italia che sta perdendo la memoria democratica.