Lello Arena e le “Metamorfosi di Nanni” - Le Cronache
Ultimora Spettacolo e Cultura teatro

Lello Arena e le “Metamorfosi di Nanni”

Lello Arena e le “Metamorfosi di Nanni”

Un libro, un musical teatrale, un disco: è “Le Metamorfosi di Nanni”, la piece firmata dalla scrittrice e regista Barbara Napolitano che debutterà per il “Campania Teatro Festival” il prossimo primo luglio al Chiostro del Duomo di Salerno. A comporla, tre opere ben distinte ma complementari per sognare e per riflettere tornando ad essere un po’ bambini. “Le Metamorfosi di Nanni” ha il sapore della favola dove reale e surreale, confessa alla Dire la regista, “sono i protagonisti veri dello spettacolo”. “Il piano della realtà – spiega Napolitano – è interpretato da Lello Arena che interpreta un rappresentante di commercio, quello del surreale e della fantasia da Giovanni Block, un mercante di favole”. I due piani, nel corso dell’intera rappresentazione “si scontrano alla ricerca di un vincitore. È un mondo magico messo su dalla musica scritta dallo stesso Block che, attraverso delle favole, tenta di portare gli spettatori ad una scelta: quella di migliorare se stessi, uscire dalla propria vita e provare ad essere qualcosa di diverso. Ci riuscirà? Il trucco che ci proponiamo di svelare ha una risposta possibile solamente in un equilibrio tra queste due situazioni”. Come in tutte le favole ognuno alla fine troverà la propria risposta, il proprio incanto o disincanto “sposando” la visione di uno dei protagonisti o forse, mediando, riuscendo in quel difficile equilibrio suggerito dall’autrice. “Le Metamorfosi di Nanni” è stato un spettacolo in divenire. Perché bloccato per sei mesi dalla pandemia di covid-19, occasione che ha dato ai protagonisti – nel cast anche Massimo Andrei, Giorgia Trasselli, Adriano Falivene e Annarita Ferraro – la possibilità di confrontarsi, limare e approfondire i diversi personaggi, il tutto a debita distanza e grazie alle più svariate tecnologie in uso, ma anche perché da commedia si è trasformato in un vero e proprio musical grazie ad un’intuizione di Block che ha trovato l’immediato sostegno dell’autrice. “Le canzoni che sono poi diventate colonna sonora dello spettacolo – spiega il cantautore napoletano – in partenza erano monologhi, erano le storie che questo creatore di favole racconta al pubblico. Non volendo interpretare dei monologhi, non essendo io propriamente un attore, ho chiesto a Barbara di trasformarli in canzoni e i testi sono liberamente ispirati proprio a quelli scritti in precedenza da Barbara”. Le Metamorfosi di Nanni” sono, infatti, anche un libro, già in libreria, edito da Guida editore (106 p. ed. ottobre 2020). “In questa opera – prosegue Block – ho utilizzato lo “strumento” Lello Arena, gli “strumenti” Massimo Andrei e Giorgia Trasselli proprio come degli strumenti di un’orchestra. Ho studiato la loro voce, il loro timbro, i loro respiri e, in base a tutte le informazioni che ho raccolto, ho scritto dei brani per loro come fa un sarto con un vestito, cucendoglieli addosso. Ciò ha reso l’esperienza in studio di registrazione molto naturale tanto che – ammette soddisfatto – per Lello Arena è stata buona la prima”. Per tutti si è trattato, quindi, di un’esperienza nuova, una “metamorfosi”. E lo è stata in particolare per Block che ha compiuto un passo avanti nella sua carriera di cantautore tanto da ammettere che “questa fusione di canzoni di autore e teatro inizia ad essere la mia cifra stilistica”. Ma la favola dello spettacolo sembra aver contagiato tutti coloro che, direttamente o indirettamente, ne sono entrati in contatto. Anche Ninni Pascale, storico produttore musicale napoletano della PoloSud records, ha scommesso sulle “Metamorfosi” rendendo possibile il disco tratto dallo spettacolo. “È un fatto esclusivamente ludico – ammette -, nel senso che in situazioni come quella attuale, mi faccio trasportare da quello che mi piace fare. Sentendo i provini delle musiche scritte da Giovanni, che conosco da anni, mi sono convinto che questo era un lavoro che mi avrebbe fatto piacere fare. Ho deciso di farlo e spero che questa situazione porti anche a qualcosa di concreto ma, in fondo – conclude – non è necessario perché, ripeto, in questo momento di crisi assoluta, anche della musica, la cosa importante è farsi trasportare dalla passione”.