«Non lasciate la zona rossa, bisogna tutelare i nostri cari a rischio» - Le Cronache
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«Non lasciate la zona rossa, bisogna tutelare i nostri cari a rischio»

«Non lasciate la zona rossa, bisogna tutelare i nostri cari a rischio»

di Erika Noschese

Una bozza di decreto che, per inspiegabili ragioni, viene resa nota e la fuga da quella che – poche ore dopo – sarebbe divenuta zona rossa a tutti gli effetti. Una domenica da incubo, quella di ieri, per le forze dell’ordine e i volontari della protezione civile di Salerno che hanno lavorato per ore, alla stazione di Salerno per controllare tutte le persone che sono letteralmente scappate dal nord per rientrare al sud. Ma tra centinaia di persone hanno scelto di far ritorno nel loro paese d’origine ci sono persone che, per senso di responsabilità, hanno scelto di rispettare gli obblighi imposti dal governo nazionale e di restare, senza la possibilità di far ritorno a casa almeno fino al prossimo 3 aprile. Tra questi c’è il salernitano Giuseppe Valitutto (nel riquadro a sinistra), 30enne di Palomonte che, per lavoro, vive – seppur momentaneamente – in un paesino in provincia di Lodi. Giuseppe, subito dopo aver appreso della fuga dal nord al sud, attraverso i suoi canali social ha voluto lanciare un appello: «Abbiate a cuore la salute dei vostri cari, non scappate dalla zona rossa», ha infatti dichiarato il giovane salernitano che avrebbe potuto fare come molti giovani della sua età, lasciare tutto e tornare a casa, dopo il primo allarme lanciato ma non lo ha fatto, ha scelto di tutelarsi e tutelare le persone a lui più care. «Sono senza coscienza – ha dichiarato senza mezzi termini Giuseppe – E’ da incoscienti, in questa fase delicata, lasciare il nord per catapultarsi giù, in quei paesini che anni fa hanno scelto di lasciare per fare fortuna altrove». Da qui poi l’attacco al governo: «E’ inammissibile lasciar filtrare la bozza del decreto, scatenando il panico – ha aggiunto – E’ come avvertire un ladro di non presentarsi a casa perché ci sono le persone dentro». Parole dure, quelle pronunciate da Valitutto: «il popolo italiano è senza coscienza soprattutto verso i propri cari: potrebbero esserci persone affette da patologie così come gli anziani che sono la fascia debole, più soggette al virus e noi abbiamo il sacrosanto dovere di tutelarli». La paura di restare bloccati nella zona rossa ha spinto centinaia di persone a tornare a casa ma, dice Giuseppe Valitutto, «se mai dovesse accadere qualcosa? A questo dovevate pensarci prima». Ma Giuseppe non è l’unico ad aver scelto di restare al nord. Anche Angela Plaitano (nel riquadro a desrtra), biologa nutrizionista, originaria di San Mango Piemonte ha deciso di non far ritorno a casa, almeno fino al prossimo 3 aprile. La Plaitano, infatti, lavora in azienda biomedica di forniture farmaceutiche ed è addetta alla qualità: «Sono di Sesto San Giovanni. Non ho avuto la tentazione di scendere. Dobbiamo continuare a garantire le prestazioni lavorative. Da domani lavorerò in smart working. Mi complimento con i giovani, studenti e lavoratori, che hanno deciso di restare. Non possiamo paralizzare economia già in crisi». «In questo momento di emergenza, il compito di noi influencer deve essere quello di raccomandare il rispetto delle regole stabilite dalle autorità competenti. Personalmente, sto vivendo giorni di grande difficoltà economica ma, come ho detto sin dall’inizio tramite l’hashtag #ioresto, dobbiamo restare uniti. Da qui l’idea di una landing page che sarà lanciata proprio domani dal titolo “Operazione felicità”. Saranno disponibili diversi contenuti (lezioni di yoga, tutorial, challange, giochi…) per intrattenere e creare interazione digitale tra coloro che sono “bloccati” a casa. Tante piccole attività per portare un sorriso e far sentire meno soli gli studenti e i lavoratori lontani da casa», ha invece dichiarato il salernitano Stefano Maiolica, tra le altre cose ideatore del format “Un terrone a Milano”, una sorta di contenitore in cui racconta le vicissitudini dei fuorisede al Nord e del progetto “Attraversatam” che ha permesso ai fuorisede di far ritorno a casa.