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Home Attualità

Coronavirus, gli effetti sull’economia

Tommaso D'Angelo by Tommaso D'Angelo
29 Febbraio 2020
in Attualità, Primo piano, Salerno
Reading Time: 4 mins read
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Coronavirus, gli effetti sull’economia
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di Francesco La Monica

Negli ultimi giorni l’allarme “Coronavirus” ha raggiunto le proporzioni di un vero e proprio stato di guerra. A Salerno, dopo i casi riscontrati a restare chiuse sono, almeno per il momento, solo le attività scolastiche di ogni ordine e grado, con la sospensione degli eventi curati dal Comune. Da una indagine esperita sull’argomento, si è riscontrato che le attività commerciali, ad eccezione dei ristoranti e dei megastore cinesi, non sembrano risentire particolarmente degli effetti della cosiddetta “psicosi da coronavirus”. Tutto regolare, per quanto riguarda supermercati, ristoranti, pizzerie a bar, come confermato da Giuseppe Romeo, titolare del Freetime Cafè:”Per fortuna, al momento, non stiamo notando dei cali di affluenza e, di conseguenza, di guadagni. La gente non sembra preoccupata, o quantomeno non così tanto da impedirgli di venire al nostro bar e, da quello che mi è capitato di notare, nemmeno gli altri locali della città risentono di quanto sta accadendo. Mi auguro – conclude Romeo – che la situazione resti invariata anche nei prossimi giorni e che, soprattutto, rimanga tutto sotto controllo come in questo momento”. Discorso leggermente diverso, invece, è quello che concerne i “grandi magazzini” più importanti della città. Uno su tutti, il centro commerciale “Le Cotoniere”, come riferito da un dipendente di un negozio di abbigliamento sito all’interno del megastore, che pare abbia subito un ingente calo di clienti:”Devo ammettere che, da qualche settimana, il numero di visitatori del centro è nettamente calato, specialmente durante la settimana. Ad oggi, grossi danni non ne stiamo subendo, ma se questa situazione dovesse perdurare nel tempo, allora dovremmo iniziare a preoccuparci seriamente per le nostre attività”. Discorso, tanto simile quanto inaspettato, che vale anche per riguarda le rivendite di fiori delle zone adiacenti al cimitero comunale:”Senza dubbio, la psicosi del Coronavirus ci sta creando delle difficoltà – spiega la titolare del negozio “Eden Flora” Anna Alfano, che poi aggiunge – Di solito, di questi tempi, negli anni scorsi c’era molta più affluenza al cimitero, specie con belle giornate di sole come queste degli ultimi giorni. Probabilmente, trattandosi perlopiù di persone anziane, i clienti hanno paura di recarsi in luoghi particolarmente affollati e, ovviamente, anche il cimitero è incluso nel discorso”. A conferma del momento non certo roseo che stanno attraversando diversi commercianti della città, il direttore della filiale della Banca di Credito Cooperativo Campania Centro, Vincenzo Piva, ci svela un particolare “curioso” della vicenda:”Supermercati a parte, abbiamo registrato un discreto calo dei versamenti da parte dei titolari di attività commerciali, in modo particolare, dei negozi di abbigliamento. A conferma della situazione di incertezza, persino i distributori di benzina sembrano aver subito dei “danni” in termini di incassi. Un dato che, presumibilmente, deriva dalla scelta delle persone di muoversi il meno possibile dalle proprie abitazioni”. Se le conseguenze della psicosi da Coronavirus, ad oggi, non sembrano turbare oltremodo i titolari delle attività commerciali, il pensiero di tour operator, titolari di strutture ricettive e persone appartenenti al mondo dello spettacolo, invece, appare diametralmente opposto. “Il settore turistico è in forte crisi. A causa del rinvio di diverse manifestazioni di ogni tipo, nelle ultime settimane abbiamo ricevuto tantissime disdette di prenotazioni sia dall’estero che dalla stessa Italia – afferma Sergio Panella, titolare dell’agenzia “Dapro Viaggi” – che, in più, invoca un intervento deciso da parte delle istituzioni:“Ci troviamo in una situazione di stallo. Ogni sforzo compiuto durante l’anno è risultato vano. Sarebbe opportuno che lo Stato garantisse una sorta di “paracadute” nei momenti, come questo, di grande difficoltà. Per quanto mi riguarda, ho subito ingenti danni da questa situazione, ma credo che anche i miei colleghi stiano incontrando le stesse difficoltà. E’ una situazione paradossale. Il problema sanitario esiste e certamente non va sottovalutato, ma credo che si sia creata una psicosi inutile che sta soltanto creando dei problemi all’economia del Paese”. Opinione molto simile a quella di Adriano De Falco, titolare della “Casa Vacanze il Duomo” di Salerno:”Al momento c’è stata solo qualche disdetta, ma temo che nel prossimo futuro ce ne saranno altre. Se questa ondata, soprattutto mediatica, non si attenuerà e se gli altri Stati non cambieranno le loro posizioni nei confronti dell’Italia, potremmo vedere compromessa buona parte della stagione. Al momento siamo ancora in tempo per recuperare, ma c’è bisogno che i toni si abbassino quanto prima”. Stato di allerta, con relative conseguenze, che ha coinvolto anche il mondo dello spettacolo con diverse manifestazioni annullate negli ultimi giorni. Situazione che ha letteralmente travolto, in modo particolare, attori, registi e tecnici di manifestazioni teatrali, come confermato dall’attore e regista salernitano Gianni D’Amato:”Non ho le competenze mediche per poter giudicare il virus e le sue conseguenze, ma non comprendo la scelta di chiudere soltanto teatri e musei, mentre altre attività continuano tranquillamente a svolgere le proprie funzioni. A mio parere, tutto questo allarmismo lo trovo un po’ eccessivo. Da quello che ho potuto capire dopo varie spiegazioni di affermati virologi, il Coronavirus è un qualcosa in più di una semplice influenza che, sostanzialmente, può essere tranquillamente curata. L’influenza stagionale, al contempo, causa diverse morti ogni anno. Non vedo perché, visto l’elevato rischio di contagio, non vengono chiuse scuole, teatri, musei e quant’altro anche in caso di influenza cosiddetta normale. Hanno decretato – tuona D’Amato – la morte dello spettacolo dal vivo. Forse non tutti sanno che dietro una messa in scena c’è un lavoro di concetto che coinvolge una miriade di persone, dagli attori, ai registi, ai tecnici e chi più ne ha più ne metta. Ormai siamo all’isteria pura. Non è mia intenzione oltraggiare le vittime causate dal Coronavirus e sminuire la paura delle persone, anche giustificata, ma se la politica e gli organi di informazione avessero usato un po’ più di buon senso, probabilmente non ci troveremmo in questa situazione. Consiglio di chiudere i social network e di riaprire i teatri. Certamente ne guadagneremmo in credibilità, tranquillità e, soprattutto, in cultura”.

Tags: commerciocoronaviruscrisiSergio PanellaTOP
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