Bambina di 5 anni costretta a rinunciare alla riabilitazione - Le Cronache
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Bambina di 5 anni costretta a rinunciare alla riabilitazione

Bambina di 5 anni costretta a rinunciare alla riabilitazione

di Erika Noschese

Dopo circa 400 giorni di attesa la sua famiglia è stata costretta dire basta. Non si placa la polemica sul blocco delle terapie riabilitative che, in questi mesi, vede protagonista non solo il centro Luigi Angrisani di Nocera Inferiore ma anche e soprattutto l’Asl di Salerno che, ad oggi, non avrebbe ancora dato soluzioni concrete per sbloccare la situazione. Come più volte anticipato, inoltre, il blocco delle terapie riguarda anche centinaia di bambini provenienti da tutta la provincia di Salerno. Tra questi spicca Maria, nome di fantasia di una bimba di soli 5 anni, affetta da una rara forma di encefalopatia. Per queste ragioni, l’Asl di Salerno le aveva prescritto cure riabilitative. Terapie che sono ancora oggi bloccate, così come sta accadendo in tutto il distretto sanitario 60. Sono trascorsi 400 giorni e ad oggi la famiglia non ha ottenuto risposte dall’azienda sanitaria locale di via Nizza. Quattrocento giorni e nessuna soluzione. Per queste ragioni, ieri mattina, la famiglia ha detto basta. Si è recata presso il centro riabilitativo Luigi Angrisani di Nocera Inferiore per chiedere ufficialmente lo stop della terapia. Per il bene di Maria, infatti, i genitori hanno deciso di rivolgersi altrove per curare la bambina di 5 anni. La famiglia, infatti, ha comunicato ufficialmente agli operatori del centro Luigi Angrisani che cureranno la figlia in un’altra struttura. Più lontano da casa, se ci riuscirà. «Per noi è una sconfitta senza colpe. Diamo l’anima per ogni paziente, e poi ci troviamo di fronte a situazioni come queste. Che non possiamo capire – hanno dichiarato amareggiati gli operatori del centro Angrisani – Perché Maria ha dovuto aspettare 400 giorni? Perché la sua famiglia deve essere spinta dalla disperazione a rinunciare, ad andare altrove? E perché le sue cure dovrebbero essere autorizzate, se lo sono state, in un luogo diverso da quello che vorrebbe la sua famiglia e non in quello che ha scelto?» Domande che non hanno risposta. Ma che tutti, per tutte le Marie che sono nate nel territorio del Distretto 60, abbiamo il dovere di porci. E di pretendere che abbiano una risposta. Va infatti ricordato che recentemente una sentenza del tribunale di Salerno ha dichiarato illegittimo lo stop delle cure riabilitative, costringendo i vertici dell’Asl a ripristinare la situazione in tempi record, dopo la denuncia dei familiari di un ragazzino dell’agro nocerino sarnese. Ad oggi la situazione non sembra però essere migliorata e sempre di più sono le famiglie che rinunciano alla terapia riabilitativa per permettere ai loro figli di curarsi altrove, magari anche lontano da casa, proprio come è accaduto per Maria. Intanto, continua la lotta a distanza tra i vertici dell’azienda sanitaria locale e il centro Luigi Angrisani dopo le polemiche sollevate proprio dagli operatoi del centro e dopo la battaglia intrapresa dai medici di base che proprio nelle scorse settimane, in blocco, hanno scritto al direttore Mario Iervolino per chiedere di procedere, nell’immediato, alla riattivazione delle terapie. Maria, ad oggi, è solo uno dei tanti esempi di una situazione che sta letteralmente mettendo in ginocchio i centri riabilitativi di tutta la provincia di Salerno e in particolar modo del distretto 60.