«La criminalità organizzata? Problema che sussiste ancora» - Le Cronache
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«La criminalità organizzata? Problema che sussiste ancora»

«La criminalità organizzata? Problema che sussiste ancora»

di Erika Noschese

«La criminalità organizzata è un problema che sussiste ancora oggi». Non ha dubbi Fiammetta Borsellino, figlia del giudice assassinato nella strage di via D’Amelio 27 anni fa. La Borsellino, ieri mattina, ha incontrato gli alunni dell’istituto Galilei – Di Palo di Salerno per parlare di legalità e ruolo delle istituzioni. L’incontro “Paolo Borsellino, a difesa della legalità”, è stato fortemente voluto dal preside Emiliano Barbuto e coadiuvato dalla professoressa Antonella Mazzeo, grazie all’ associazione Nova Juris promotrice dell’evento e suo presidente, l’avvocato Luca Monaco. La Borsellino è stata accolta da un lungo applauso da parte degli studenti che hanno ascoltato, incuriositi ed emozionati, la sua storia. «E’ un evento importantissimo per noi che si inquadra in un’azione organica che stiamo facendo nel nostro piano di miglioramento dell’istituto, ovvero quello di sensibilizzare i nostri studenti, di avvicinarli alla cultura della legalità e della cittadinanza attiva», ha dichiarato il dirigente scolastico Emiliano Barbuto, secondo cui la presenza «della figlia del giudice Borsellino è importante perché queste azioni del piano di miglioramento si rifanno anche al presentare ai nostri alunni dei modelli da poter seguire. Abbiamo tanti modelli negativi, nella società, e noi vogliamo proporre dei modelli di cittadinanza attiva, di legalità, di vita civile e fornire un contro canto rispetto a ciò. E’ chiaro che il giovane, in età da pubertà, è come una spugna ed è in questo momento che vanno fatte azioni incisive, proporre questi modelli fin da adesso in modo che poi possono accompagnare i ragazzi». «Legalità non è solo il rispetto della legge ma un insieme di valori, tra cui il senso di giustizia», ha spiegato agli alunni l’avvocato Pasquale Ferrante. «I giovani sono il futuro ma sono anche la linfa di questa società – ha poi aggiunto l’avvocato – Avete l’onere e l’onore non solo di portare avanti ciò che vi è stato lasciato in eredità ma anche di fare meglio». «Non vogliamo parlare di mafia ma di anti mafia, partendo proprio da Palermo, una città fatta di persone coraggiose», ha invece detto l’avvocato Giuliano Grimaldi, da sempre sensibile a queste iniziative. Fiammetta Borsellino ha ricordato non solo l’azione di contrasto alla mafia di suo padre Paolo ma anche di Giovanni Falcone, entrambi simbolo della legalità. «La criminalità organizzata è un problema che ad oggi sussiste, sicuramente in forme diverse rispetto a 27 anni fa – ha detto Fiammetta – Quando si parla di ragazzi non ci si deve limitare ad un mero racconto di quello che è successo 27 anni fa ma bisogna fare in modo che questo esempio, che è stato dato da uomini che hanno sacrificato la loro vita per quello in cui credevano, diventi un patrimonio e che questi valori siano messi in pratica, a partire dal cambio delle coscienze delle nuove generazioni». Ed è proprio qui che la donna palermitana ricorda e cita suo padre: «mi diceva sempre “morirò quando la mafia avrà l’assoluta certezza che sarò rimasto da solo e quando altri lo permetteranno”. In una frase del genere vi è la coscienza e la sensazione forte di una solitudine e di un abbandono a partire proprio dalle istituzioni stesse e da quello Stato che doveva sicuramente difender e proteggere uomini che portavano avanti un lavoro del genere». Secondo la Borsellino, inoltre, la lotta alla mafia è un percorso legato ad una cultura nuova, ad un senso di responsabilità: «Nella vita è importante dire da che parte stare, se da quella di chi ammazza o di chi rispetta gli altri». Quello dei giudici Paolo Borsellino e Giovanni Falcone è stato «un atto d’amore per liberare la loro terra dalla schiavitù». Ed è qui che la figlia del giudice palermitano lancia un appello ai giovani: «La mafia è una mentalità che ognuno di noi ha dentro, siamo un po’ mafiosi anche quando approfittiamo di un favore o cerchiamo una scappatoia – ha detto – Iniziamo a cambiare le cose, a non votare politici corrotti, con precedenti penali». In Italia, di fatti, la lotta alla criminalità organizzata stenta e i risultati si ottengono a fatica ma, ribadisce, «non dobbiamo mai lasciare da sole le persone che lottano contro la mafia». La Borsellino, nel pomeriggio di ieri, si è poi spostata presso il Comune di Salerno dove ha tenuto un incontro nell’ambito del convegno “Diritto alla verità e deontologia: dalla strage di via D’Amelio al giustizialismo mediatico”, organizzato dall’associazione Nova Juris