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Ecomostro nel Cilento: caso finisce in Parlamento

27 Marzo 2019
in Politica
Reading Time: 2 mins read
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Ecomostro nel Cilento: caso finisce in Parlamento
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Giacometto, deputato di Forza Italia, scrive al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti sulla costa salernitana: “La costa che va da Agropoli a Scario è la costa del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni. Nonostante i vincoli, un’edilizia non pianificata ha ampiamente compromesso i centri di Camerota, Palinuro, Ascea, Casalvelino. L’unica straordinaria perla rimasta intatta è costituita dal comune di Pisciotta; riconoscendo tale valore, il decreto dei Ministeri della pubblica istruzione e della marina mercantile dell’8 novembre 1968, ha apposto un vincolo paesaggistico che impone l’obbligo di presentare alla competente soprintendenza di Salerno, per la preventiva approvazione, qualunque progetto di opere che possa modificare l’aspetto esteriore della costa, nonché qualsiasi progetto di modifica di immobile in essa ricadente; Un ulteriore vincolo è stato posto dall’articolo 142 del codice dei beni culturali e del paesaggio, laddove si prevede che sono di interesse paesaggistico «i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i terreni elevati sul mare». Tuttavia, proprio a Pisciotta, si registra presenza di uno «scheletro» in cemento armato, meritevole certamente del titolo di «ecomostro», che da oltre 10 anni svetta su uno dei punti più visibili del golfo che va da Ascea a Palinuro – spiega Giacometto – Occorre comprendere come sia potuto accadere che nel mezzo di un’area protetta e soggetta alle norme di un parco nazionale qualcuno nel 2007-2008 sia riuscito ad elevare tre solai fuori terra di ampiezza pari ad un condominio di periferia metropolitana pianeggiante; Fortunatamente è arrivato lo «stop» per la realizzazione dell’opera. Ma ora sono passati oltre 10 anni e lo scheletro di cemento, non curante della bruttezza che esprime tutti i giorni, sta lì e non si comprende perché non venga abbattuto e perché gli enti preposti alla tutela del paesaggio (ente parco, soprintendenza e altri) non sollecitino con propri atti l’abbattimento della struttura. A fine luglio 2018 Italia Nostra ha presentato richiesta di accesso agli atti emanati: provvedimenti, autorizzazioni, pareri, nulla osta e assensi comunque denominati, progetto approvato, in merito all’edificio sito nel comune di Pisciotta, costituito dalla sola struttura grezza in cemento armato (pilastri e n. 3 solai), posizionato sopra la galleria «Vallescura 1» dell’ex tracciato ferroviario, in località Lacco, in prossimità del villaggio «La Suerte», particelle del catasto terreni n. 41 e 42, foglio 18, presumibilmente costruito nel 2007; Contestualmente Italia Nostra nazionale ha scritto alla soprintendenza di Salerno per ottenere tutte le informazioni disponibili, per comprendere come si sia riusciti a superare i vincoli del citato decreto 8 novembre 1968 – spiega – A livello normativo. si dispone pertanto di tutto l’armamentario legale per procedere all’abbattimento della struttura”. Giacometto quindi chiede ai Ministri quali iniziative, per quanto di competenza, “intendano adottare al fine di procedere all’abbattimento dell’edificio”.

Tags: cilentoCronacaNEWS
Tommaso D'Angelo

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