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Home Attualità

Bat e inquinamento, per l’Arpac Pisano non ancora in regola

30 Agosto 2018
in Attualità, Primo piano, Salerno
Reading Time: 2 mins read
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Viaggio all’interno delle Fonderie Pisano: ecco come si lavora
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Brigida Vicinanza

Sulle Fonderie Pisano adesso la “palla” passa alla Regione Campania. Dopo che l’ente di Palazzo Santa Lucia aveva diffidato l’azienda di via dei Greci a Fratte ad ottemperare alle criticità sollevate dall’Arpac dopo l’ispezione di novembre 2017, l’agenzia regionale per la protezione ambientale effettua un nuovo sopralluogo per capire se quelle grandi criticità sollevate inizialmente erano state poi “eliminate” definitivamente. Dal sopralluogo di luglio però – come già anticipato su queste colonne – è risultato che i Pisano hanno ottemperato soltanto in parte a quelle che erano le prescrizioni da adottare per ottenere l’autorizzazione integrata ambientale. Le “Bat” ovvero le migliori tecnologie per il contrasto all’inquinamento sono state infatti soltanto “parzialmente ottemperate” come si legge nella relazione stilata dai dirigenti e dai tecnici dell’Organo di controllo. Inquinamento dentro e in parte anche fuori per quanto riguarda quello delle emissioni in aria dei gas e vapori dovuti alla produzione di ghisa: l’Arpac infatti – secondo il verbale stilato durante la “visita” di luglio – ritiene che l’azienda non ha posto in essere tutte le ottemperanze per scongiurare l’emissione di diossina durante la lavorazione del prodotto. È emerso inoltre che a prescindere dall’inquinamento esterno infatti, non ha eliminato quelle criticità all’interno dei luoghi di lavoro. Dunque l’Arpac si è focalizzata su tutti i punti che non quadravano già da novembre e che riguardavano rifiuti, acque di scarico, inquinamento acustico e dell’aria, ma anche dei forni e della conseguente produzione di calore all’interno dello stabilimento. Per quanto riguarda invece l’inquinamento acustico, sempre secondo il nuovo sopralluogo, il rumore di 3 camini non rispetta il limite consentito dalla legge di 65 decibel e anche in questo casa la criticità sarebbe parzialmente ottemperata dai Pisano. E ancora per quanto riguarda le acque e lo scarico di quelle di lavorazione, vengono emesse in quelle del piazzale mentre secondo i tecnici per legge devono confluire in una fogna a parte che è quella comunale e non mischiarsi alle acque di raccolta della pioggia. Inoltre ci sarebbe anche l’assenza di un sistema di aspirazione che consente di non inquinare ulteriormente con l’emissione di gas e vapori. Criticità precedentemente riscontrata e che non è stata presa in considerazione in questa nuova “visita a sorpresa” e dunque risulterebbe non applicata dall’azienda. A quanto pare dunque la Regione Campania, sulla base di quanto riscontrato nuovamente dall’Arpac dovrà decidere il da farsi. Potrebbe comunque diffidare nuovamente l’azienda ad ottemperare pienamente a quanto sottolineato, in attesa poi della nuova Conferenza dei servizi che dovrà tenersi dopo la prima metà di settembre e alla quale, chissà se il Comune di Salerno vorrà dire la sua. Per adesso però un nuovo grattacapo per i Pisano, ma anche per i cittadini e i comitati che continuano la loro battaglia a favore della salute nella Valle dell’Irno.

Tags: Arpacbatfonderie pisanoinquinamentosalernoTOP
Tommaso D'Angelo

Tommaso D'Angelo

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