La vicenda della realizzazione dell’impianto di trattamento dei rifiuti organici che la Regione vuole realizzare a Fisciano si arricchisce di un elemento di novità. Rispondendo ad una richiesta del Comune di Fisciano, il Consorzio Industriale A.S.I. ha comunicato, con una nota del 5 luglio scorso, che nel perimetro della zona industriale non ci sarebbero aree idonee ad accogliere l’impianto. Il condizionale è d’obbligo perché è la stessa A.S.I. a precisare che la ricerca è stata condotta sui documenti che sono stati reperiti lasciando intendere che ce ne potrebbero essere altri. La nota dell’A.S.I. è stata accolta positivamente dai Comitati cittadini che si oppongono alla realizzazione dell’impianto perché confermerebbe la non idoneità del sito di Soccorso individuato dall’Amministrazione Comunale in quanto lo stesso si troverebbe, appunto, nel perimetro della zona A.S.I. Ma, a ben vedere, c’è qualcosa che non convince e che dovrebbe consigliare di non abbassare la guardia. Secondo il Movimento Civico Sanseverinese, la nota dell’A.S.I. potrebbe addirittura essere controproducente e, paradossalmente, sancire definitivamente che il sito di Soccorso è l’unico dove risulta possibile realizzare l’impianto. Il sito era originariamente compreso nel perimetro della zona industriale ed era classificato come “zona agricola a tutela” a protezione dei centri abitati rispetto all’agglomerato industriale. Se avesse mantenuto questa destinazione urbanistica sarebbe stato certamente non idoneo perché un impianto industriale non può essere realizzato in zona agricola. Solo che il Comune di Fisciano con il suo strumento urbanistico attualmente vigente (P.U.C.) ha classificato urbanisticamente la zona di Soccorso come idonea ad accogliere “impianti tecnologici” (quindi anche l’impianto di trattamento dei rifiuti organici) anche perché in quel sito esiste da tempo l’impianto di raccolta e trasferenza dei rifiuti di Fisciano Sviluppo, l’azienda comunale che gestisce il ciclo dei rifiuti. In altri termini, per “sanare” le strutture della Fisciano Sviluppo il Piano Comunale ha cambiato la destinazione di tutta l’area, compresa quella dove si è deciso di realizzare l’impianto di trattamento dei rifiuti. E’ opportuno ricordare che il Comune, utilizzando i fondi regionali, ha già provveduto ad espropriare e a pagare i suoli e per alcuni di questi suoli è intervenuta come acquirente proprio la società Fisciano Sviluppo. Quindi, allo stato, il sito di Soccorso è idoneo e la risposta dell’A.S.I., interpretata da un altro punto di vista, confermerebbe l’impossibilità di delocalizzare l’impianto perché in tutto il perimetro “non ci sono aree idonee ad accoglierlo”. Circostanza strana perché mentre la zona A.S.I. di S.Severino è satura ormai da vent’anni, quella di Fisciano ha invece molti lotti non ancora edificati che sono classificati come industriali e che, quindi, sarebbero idonei ad accogliere l’impianto. Probabilmente non si vuole intaccare il “mercato” dei suoli industriali e non si vuole compromettere la “serenità” delle aziende già operanti nella zona A.S.I. con la previsione di delocalizzare l’impianto da Soccorso. Del resto va ricordato che nella seduta del Consiglio Comunale dedicata all’argomento, la maggioranza politica di centrosinistra che sostiene l’Amministrazione di Fisciano, incalzata dalle opposizioni che chiedevano una dichiarazione chiara di non disponibilità ad accogliere sul territorio l’impianto, si rifiutò di votare optando per la ricerca di un sito alternativo per delocalizzare l’impianto. E allora viene da chiedersi: in tale contesto che valore dare alla nota dell’A.S.I.? In fondo, per eliminare definitivamente il pericolo della realizzazione dell’impianto a Soccorso basterebbe una semplice e chiara delibera dell’Amministrazione Comunale di Fisciano di rifiuto a realizzare l’impianto sull’esempio di quelle già espresse dal Consiglio Comunale di Montoro e di Mercato S.Severino. Ricordiamo che a S.Severino furono le opposizioni consiliari del Movimento Civico e del Movimento 5 Stelle ad incalzare la maggioranza di centrosinistra portandola a votare contro la realizzazione dell’impianto in modo secco e deciso. Perché l’Amministrazione di Fisciano continua ad mantenere un comportamento ambiguo? Per gli espropri e i pagamenti già effettuati che andrebbero restituiti alla Regione? Per garantire il ruolo della Fisciano Sviluppo? Per gli “impegni” assunti con la Regione tramite i referenti politici locali? L’impianto di Fisciano rientra tra i quindici che la Regione ha deciso di realizzare anche contro la volontà delle Comunità locali.
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