La chiesa è a porte chiuse: a Mariconda residenti esasperati - Le Cronache
Attualità Salerno

La chiesa è a porte chiuse: a Mariconda residenti esasperati

La chiesa è a porte chiuse: a Mariconda residenti esasperati

Brigida Vicinanza

Una situazione paradossale quella vissuta ieri mattina da una coppia di sposi del quartiere di Mariconda. All’arrivo in chiesa della donna infatti il sacerdote, don Angelo Barra, aveva già cominciato la funzione religiosa, senza di lei e solo con lo sposo presente. Si sa che una sposa si fa attendere per poi percorrere la navata davanti a tutti gli invitati, ma questa volta erano soltanto 7 minuti di ritardo. Il tutto perchè il rito del matrimonio era inserito all’interno della messa domenicale delle 10.30. La povera sposa, insieme agli invitati sorpresi, è stata poi fatta uscire di nuovo fuori per poi rientrare un attimo dopo che don Angelo aveva stoppato il rito già cominciato. La povera ragazza, visibilmente rammaricata ha però continuato la sua festa. Ma le polemiche non si fermano qui. A parlare è la famiglia di lei, che oramai esasperata come tutti i residenti di Mariconda non ci sta. Una goccia che ha fatto traboccare il vaso quella di ieri mattina e adesso esplode la polemica dei fedeli, che hanno il coraggio di denunciare. «Da quando è arrivato questo nuovo parroco, Mariconda si è spenta, sta facendo di tutto per allontanarci e sta chiudendo le porte della sua chiesa non includendo e con i suoi atteggiamenti». Infatti don Angelo non apre nemmeno le porte della sua parrocchia per la funzione religiosa della domenica sera. Ma non è tutto. Durante i riti funebri è capitato spesso che la messa sia cominciata anche senza la salma presente in chiesa, con il conseguente veto ai parenti di non inserire nulla di proprio all’interno della funzione. Quindi vietate lettere, pensieri da leggere. Si può fare soltanto fuori dalla chiesa. Per tanti motivi, dunque, l’oratorio di don Angelo e la sua parrocchia sono rimasti con pochi fedeli e pochi ragazzi e il quartiere di Mariconda adesso chiede che si faccia qualcosa. «In questo quartiere riceviamo tantissima assistenza dall’amministrazione comunale, ma adesso dalla chiesa non più – sottolineano dalla famiglia della sposa – abbiamo ricevuto questo torto dal parroco, ma lui è una persona che non accoglie, stiamo avendo tantissimi problemi da tanto tempo e siamo stanchi. Siamo persone di cuore e lui ci ha spenti. I ragazzi non frequentano più l’oratorio, fedeli che vanno in chiesa non ce ne sono più e persino per la festa patronale del nostro quartiere abbiamo dei problemi. Mariconda ha bisogno di mettere il cuore al centro di ogni cosa, abbiamo il rimpianto di don Natale che invece aveva il senso dell’accoglienza». Molte associazioni di riferimento del quartiere storiche insomma rivendicano il diritto di vivere al meglio la proprio fede, con i principi di accoglienza e di aggregazione, cosa che purtroppo adesso non avviene. Ma anzi a Mariconda c’è mente chiusa e restrizione a quanto pare, anche in quell’ambito che dovrebbe tendere la mano a tutti. Resta che i cittadini però sembrano esasperati.