Il buco nero di Napoli: La paranza dei bambini - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

Il buco nero di Napoli: La paranza dei bambini

Il buco nero di Napoli: La paranza dei bambini

Questa sera, alle ore 18,30, il teatro Augusteo ospiterà la mise en scene del volume di Roberto Saviano, evento della IV edizione di Out of Bounds

Di OLGA CHIEFFI

 

“A quindici anni imparano a sparare. A vent’anni sono dei killer. A trenta non ci arrivano”. Questa è l’ inesorabile descrizione della “paranza dei bambini”, ragazzetti tra i dieci e i diciannove anni eredi di famiglie coinvolte nella guerra tra gli eredi del clan Giugliano e il clan Sibillo per il controllo del centro storico sintetizzata dall’idea che possedere «’o Kalash’(nikov) è come tenere Belèn tra le braccia». E’ quanto vedremo rappresentato sul palcoscenico del teatro Augusteo stasera, alle ore 18,30, evento del IV cartellone di Out of Bounds quale del romanzo di Roberto Saviano “La Paranza dei bambini”, firmato dallo stesso scrittore napoletano e da Mario Gelardi, che dirige Vincenzo Antonucci, Luigi Bignone, Carlo Caracciolo, Antimo Casertano, Riccardo Ciccarelli, Mariano Coletti, Giampiero de Concilio, Simone Fiorillo, Carlo Geltrude, Enrico Maria Pacini in una sorta di Sin City da graphic novel, che trascende la realtà napoletana assurgendo a luogo metafisico, per farsi portavoce di un messaggio universale di condanna. Un progetto, questo, di Nuovo Teatro Sanità di Napoli che si inserisce appieno nel programma di quest’anno fornendo, soprattutto alle nuove generazioni, più che risposte uno sguardo trasversale sulle problematiche esistenziali che la contemporaneità riserva. Sfruttando le famiglie in crisi per le collaborazioni con la giustizia, la repressione, gli arresti dei vecchi capi, la camorra inizia ad appaltare ai giovani il controllo violentissimo del territorio, vicolo per vicolo, gestendo le piazze di spaccio, tenendo i contatti con i fornitori di coca. Lì sta anche la differenza tra la camorra dell’hinterland, Scampia, la camorra vesuviana o giuglianese e quella del centro storico. I ragazzini in un primo momento riescono perché i vecchi clan all’inizio non possono certo mostrare alle altre famiglie che non sono stati in grado di controllare il proprio territorio, che se lo sono fatto scippare dai bambini. Fermare i bambini uccidendoli avrebbe significato per le famiglie comunicare la propria sconfitta. Li hanno così lasciati fare, salvo aspettare che crescessero, per ammazzarli dopo. È prevista per quest’ anno anche l’uscita del film, che vede alla regia Claudio Giovannesi, mentre la scenografia sarà curata dallo stesso Saviano. Ciò che colpisce di questi ragazzini è la totale assenza della paura di morire. Non temono la punizione della giustizia, né quella della strada: vogliono giocarsi tutto e subito. Senza mezzi tentativi, senza freni, come in una partita di poker, in cui si è convinti di avere la mano giusta e allora si punta tutto, All-In, guidati dalla convinzione che chi ha ottenuto una certa posizione è stato in grado di prendersela. Così girano per la città vogliosi e spietati, per andare a conquistare il potere, con le ali degli angeli neri tatuate sulla schiena. Maraja, Pesce Moscio, Dentino, Lollipop, Drone e gli altri, infatti, fanno parte di una paranza in ascesa. Il capo di questo gruppo di fuoco è il giovane Nicolas Fiorillo. Stanno lì, nascosti sui tetti della città, dove imparano a sparare colpendo le antenne. Scendono poi in strada, seminando il terrore per le vie della città cercando di conquistare il potere. Riescono ad ottenere il controllo dei quartieri, obbligando i vecchi boss a stringere alleanze. Ma restano “piscitielli” pronti ad essere catturati e buttati “vivi” nell’olio bollente.