Appalto sui depuratori della Sma. Indagati Passariello e l’ex boss Perrella - Le Cronache
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Appalto sui depuratori della Sma. Indagati Passariello e l’ex boss Perrella

Appalto sui depuratori della Sma. Indagati Passariello e l’ex boss Perrella

di Andrea Pellegrino

Le ipotesi di reato sono corruzione, corruzione aggravata e finanziamento illecito dei partiti. Il tutto in piena campagna elettorale, con un candidato iscritto sul registro degli indagati. Si tratta di Luciano Passariello, che concorre per un posto alla Camera dei Deputati con i Fratelli d’Italia. L’indagine è un pezzo di una inchiesta madre che parte dalla Sma Campania, società pubblica della Regione Campania che si occupa di bonifiche ambientali. Ieri mattina, negli uffici della Sma sono piombati i poliziotti per acquisire documenti e materiale informatico. Al vaglio c’è un presunto giro di mazzette per controllare gli appalti pubblici dei trasporti e dello smaltimento dei rifiuti in Campania. Tra i documenti nel mirino degli inquirenti ci sono fatturazioni false, gonfiate e carte di credito. Si cercano elementi utili su un appalto e una tangente. L’illecito riguarda la promessa di versare, o il versamento concreto (questo è ancora da accertare) di centinaia di migliaia di euro in cambio di un appalto della Sma, società in house della Regione che si occupa di ambiente. L’attenzione dei pm è puntata su un imprenditore legato a doppio filo alla camorra dell’hinterland napoletano. L’appalto finito sotto la lente d’ingrandimento sarebbe quello inerente al servizio di smaltimento fanghi provenienti da cinque diversi depositi di stoccaggio. La cordata di imprenditori coinvolti farebbe capo a Nunzio Perrella (il boss pentito) e vedrebbe coinvolti gli imprenditori Rosario Esposito e Antonio Infantino, tutti destinatari di decreto di perquisizione. Gli agenti hanno perquisito, poi, gli uffici del consigliere regionale campano di Fratelli d’Italia Luciano Passariello, candidato alla Camera dei Deputati. Tra gli indagati comparirebbero anche Agostino Chiatto, uomo di fiducia di Passariello e dipendente della Sma Campania, e l’amministratore delegato della stessa società in house, Domenico Di Lorenzo il cui computer è stato visionato dagli investigatori ed il consulente della società Carmine Damiano. I fatti risalirebbero a fine gennaio, inizio febbraio di quest’anno. Le attività di indagine ancora in corso, spiega il procuratore di Napoli Giovanni Melillo, e «sono state rese necessarie e indifferibili dalla rilevata gravità del rischio di dispersione probatoria collegato alla annunciata diffusione di notizie e immagini in grado di pregiudicare gravemente le investigazioni sulle gravi ipotesi delittuose fin qui individuate (corruzione aggravata dall’utilizzo del metodo mafioso,corruzione, finanziamento illecito di partiti politici)». Melillo aggiunge che «la delicatezza e la complessità delle attività d’indagine in svolgimento impongono di conservare il più stretto riserbo». Tra gli indagati ci sono anche i giornalisti di Fanpage. Francesco Piccinini, insieme al giornalista che ha realizzato l’inchiesta, Sacha Biazzo, e all’ex boss dei rifiuti impiegato nell’operazione, risultano indagati per induzione alla corruzione. «Tutto questo è assurdo, abbiamo messo a repentaglio la nostra incolumità per questa inchiesta e ora ci ritroviamo indagati», commenta il direttore del sito di informazione.

IL RUOLO DI PASSARIELLO. Politicamente la Sma avrebbe ammorbidito le posizioni della destra consiliare rispetto a Vincenzo De Luca. Questo a seguito della nomina dell’ad Di Domenico che sarebbe stato indicato proprio da Passariello e poi nominato formalmente dall’attuale governatore, insieme ai consiglieri Biagio Iacolare (area De Mita) e alla salernitana (ex Pdl) Anna Ferrazzano (quest’ultimi non destinatari di provvedimenti giudiziari). Ed è lo stesso Passariello a chiarire la propria posizione: «Gli agenti dello Sco hanno effettuato una perquisizione nel mio ufficio in consiglio regionale, prelevando documentazioni relative ad un’inchiesta in atto della Procura di Napoli, per fatti che sarebbero risalenti al mese di febbraio 2018 tutt’ora in corso. Non mi è stata contestata nessuna condotta diretta che si ipotizzi illegale – ha aggiunto Passariello – risulto coinvolto perché altre persone avrebbero fatto il mio nome. Tutto questo accade a soli 15 giorni dalle elezioni politiche che mi vedono impegnato in prima persona come candidato. Qualcuno può millantare credito, ma essere nominato da altre persone in terze conversazioni è cosa ben differente dal commettere reati. Non ho mai incontrato nessuno degli imprenditori a cui fa riferimento la Procura. Sono tranquillo, anzi ho ribadito alle forze dell’ordine la totale disponibilità a collaborare e a fornire loro tutto il materiale e le informazioni utili a fare piena luce su questa vicenda. L’auspicio è di essere ascoltato quanto prima dagli inquirenti. Invito gli organi di informazione a riportare i fatti così come sono evitando strumentalizzazioni politiche utili solo a gettare fango a pochi giorni dal voto», ha concluso Passariello.

GLI SVILUPPI. Ad annunciarli sono gli stessi inquirenti e la lista dei coinvolti potrebbe allungarsi nelle prossime ore. Oltre Passariello (Fdi) l’inchiesta potrebbe toccare anche altri esponenti politici, compresi alcuni del centrosinistra.