Nel pomeriggio di ieri il presidente dell’Autorità Portuale di Sistema “Tirreno Centrale” Pietro Spirito ha fatto visita al porto di Salerno. Prima un incontro con gli operatori dello scalo e poi un articolato giro sulle banchine. Nel corso del faccia a faccia con gli iscritti ad Assotutela, Spirito ha ribadito la necessità di procedere alla piena integrazione dell’offerta che gli scali di Napoli, Salerno e Castellamare possono proporre sui mercati internazionali. Spirito ha assicurato dialogo e collaborazione con la comunità portuale salernitana ribadendo piena disponibilità all’ascolto delle istanze di un porto che negli anni si è segnalato per una forte capacità competitiva. Il punto di partenza resta in ogni caso il decollo degli interventi già previsti per ottimizzare l’attrattività dello scalo del capoluogo. Dal canto suo il presidente di Assotutela Agostino Gallozzi è entrato nel dettaglio della situazione del porto di Salerno preannunciando la volontà degli imprenditori di continuare nella politica di investimenti privati, auspicando il completamento delle opere previste in tempi compatibilmente brevi. “Eravamo partiti da un’ipotesi di autonomia gestionale di 36 mesi. In questa prospettiva avevamo deciso di difendere il modello operativo del nostro porto. Oggi ci ritroviamo con uno spazio temporale di circa 11 mesi (forse) e con una governance mai esplicitata, mentre continua il giallo del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Insomma, la montagna ha partorito il topolino. Nel frattempo è partita l’Autorità di Sistema Portuale che a tempo di record ha insediato i proprio organi. Ed abbiamo iniziato ad interloquire proficuamente con il Presidente Spirito al quale stiamo cercando di trasferire l’esatta descrizione della realtà effettiva della comunità portuale salernitana in tutte le sue componenti”. “E’ importante che si possa affermare come stia prendendo sempre più forma concreta il concetto di sistema di porti (non più un mero e generico accorpamento) – Napoli, Salerno e Castellamare di Stabia – che ricadono nelle competenze della nuova Autorità. E come in questo sistema ogni scalo conservi e potenzi le proprie tipicità operative ed organizzative. In base a questo approccio che si deduce anche dai primi atti e dai primi discorsi pubblici del presidente Spirito, Salerno può certamente puntare con decisione allo sviluppo della sua caratteristica di regional port in grado di assecondare e supportare al meglio le imprese che esprimono un modello di economia internazionalizzata e fortemente export oriented”. “Abbiamo dovuto prendere atto che la politica locale non ha saputo tutelare l’autonomia gestionale del nostro porto, ma certamente imprese e lavoratori non si sono arresi di fronte al rischio di perdere competitività. Non siamo un porticciolo qualsiasi: movimentiamo ogni anno 13 milioni di tonnellate di merci grazie a due fondamentali specializzazioni, se così possiamo definirle: la multifunzionalità e la capacità utilizzare ogni centimetro quadrato delle nostre banchine. Non per caso risultiamo tra i primi scali d’Europa per indice di movimentazione”. “Fedeli al pragmatismo del lavoro quotidiano, siamo convinti che con il Presidente Spirito, senza bisogno di troppi giri di parole, sia già nata sul campo un’intesa concreta sulle cose da fare fin da subito. La riqualificazione delle infrastrutture del nostro porto è il primo banco di prova da superare insieme, ragionando in un’ottica di sistema dei porti della Campania e del Tirreno Centrale. La sfida aperta è alla mala/burocrazia, a quel pantano amministrativo che si trasforma in opposizione burocratica alle economie dei territori. I dragaggi vanno fatti immediatamente: non possiamo attendere i tempi descritti nei crono-programmi tecnici; l’imboccatura è indispensabile per facilitare le manovre delle navi di ultima generazione; le gallerie di Porta Ovest sono lì che aspettano di essere ultimate per accelerare i collegamenti con le arterie autostradali. Tre opere che disegneranno il futuro del porto accorciando le distanze tra grandi e piccole reti infrastrutturali, rafforzando la capacità competitiva dell’intera piastra logistica intermodale salernitana”. “A queste accelerazioni degli interventi già da anni programmati è legata la redditività degli investimenti che i privati sono pronti a fare nel porto di Salerno: circa 30 milioni di euro nel prossimo biennio che si aggiungono agli altri 50 milioni di euro realizzati nello scorso decennio. Soldi privati che meritano l’attenzione della parte pubblica chiamata semplicemente a svolgere il proprio ruolo, non altro. E’ in questo contesto che dovranno inserirsi gli interventi relativi alla retro-portualità – peraltro parzialmente già realizzati dalle nostre imprese in aree funzionali al loro modello di business – e tutta la progettualità derivante dall’istituzione della Zona Economia Speciale: una grande opportunità che dovrà essere colta mettendo in condizione le imprese di usufruire in tempi utili della fiscalità di vantaggio insita in questi strumenti che altrove hanno fatto la fortuna di aree particolarmente depresse come l’Europa dell’Est”.
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