Il diktat di Cantone «In sala operatoria accesso interdetto a tutti gli esterni» - Le Cronache
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Il diktat di Cantone «In sala operatoria accesso interdetto a tutti gli esterni»

Il diktat di Cantone «In sala operatoria accesso interdetto a tutti gli esterni»

«Nelle sale operatorie non entreranno più persone esterne». Nicola Cantone, commissario del “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” emette la sua nuova disposizione, dopo la bufera giudiziaria ed annuncia: «Vigilerò io stesso. Se dovessero accadere nuovi casi sarò io stesso a segnalare il tutto all’autorità giudiziaria». Quanto all’inchiesta in corso, dice che «l’azienda si costituirà parte civile nell’eventuale processo e ci sarà una richiesta di risarcimento danni». «Noi – spiega Nicola Cantone – siamo partiti da subito, abbiamo adottato tre atti deliberativi con i quali abbiamo sospeso il nostro personale dal servizio e abbiamo dato mandato all’ufficio provvedimenti disciplinari di avviare le relative azioni; abbiamo contestualmente istituito una commissione per il governo delle liste d’attesa affinché se ne ridisegni tutta l’organizzazione, chiamandone ai vertici una personalità esterna come Alfredo Greco, ex procuratore capo della Repubblica di Vallo della Lucania ed ora si insedierà (oggi, ndr) la commissione e comincierà lavorare». E Cantone motiva anche la scelta di un esterno. «C’era una commissione per le liste d’attesa composta da personale interno, che in più svolge anche attività libero professionali, il che mi sembra assurdo. Non si può essere controllori e controllati e quindi si ricorre all’esterno per avere una personalità terza e imparziale, la quale valuta se ci sono delle criticità e delle zone d’ombra, me le segnala e io corro ai ripari; il magistrato ha una competenza specifica ma sarebbe potuta essere anche una personalità appartenente ad un’altra categoria personale». Infine i prossimi ed imminenti provvedimenti. «Bisogna partire dal presupposto – conclude Cantone – che se anche si gestiscono tanti soldi, si gestiscono quelli della cosa pubblica e quindi non si amministrano le cose proprie, ma un bene pubblico, quindi non si può pensare di amministrare facendo ciò che si vuole. Quello che mi lascia sgomento è la circostanza che si sia consentito a terze persone di entrare in sala operatoria e queste persone poi hanno potuto anche vendere questo loro operato; tant’è che ieri ho dato disposizione a tutti i capi dipartimento che ad alcuno è consentito di entrare in sala operatoria, dove mai poi dovessi venire a conoscenza che questa disposizione non viene osservata, sarò io stesso a comunicare all’autorità giudiziaria. Noi ci costituiremo come parte civile sia per l’immagine dell’azienda sia per il danno che è stato recato a livello patrimoniale al Ruggi, perché a questo punto c’è stato anche un consumo dei beni e delle attrezzature dell’azienda».