Scafati. Aliberti : «Nessuna crisi solo diverse visioni politiche». Intanto, la maggioranza delega tutto alla Giunta - Le Cronache
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Scafati. Aliberti : «Nessuna crisi solo diverse visioni politiche». Intanto, la maggioranza delega tutto alla Giunta

Scafati. Aliberti : «Nessuna crisi  solo diverse visioni politiche». Intanto, la maggioranza delega tutto alla Giunta

di Adriano Falanga

Archiviata, non senza danni, la fase decadenza, la maggioranza guidata da Pasquale Aliberti è da un mese ferma a discutere di rimpasto di giunta. Una scelta chiesta dal primo cittadino per “mischiare le carte” ed aprire una nuova fase politica e amministrativa in questa seconda parte di consiliatura. Un rimpasto che molto probabilmente sarà limitato alla sola alternanza delle deleghe, oltre a portare alcuni ricambi anche tra i dirigenti. Ufficialmente la decisione serve per dare nuova vitalità a quei settori che lo stesso Aliberti ha definito essere come “acqua stagnante”. Ufficiosamente però, il sindaco intende anche rimuovere coloro che tramite la propria delega o settore di competenza, possono crearsi delle “sacche elettorali”. Archiviato anche il Piu Europa, il primo cittadino è oggi alla ricerca di nuove opportunità economiche per realizzare la seconda parte del suo progetto politico. Un nuovo accordo di programma che potrebbe portare in cassa oltre dieci milioni di euro di fondi europei per nuovi obiettivi. C’è però un intoppo, il tutto deve essere realizzato e rendicontato entro il 31 marzo 2017. Un’impresa ardua, manca ancora la firma all’accordo di programma,  poi i progetti e le gare. Sindaco, cosa pensa si riuscirà a realizzare in così poco tempo?
“Proprio perché i tempi dettati dalla Regione sono brevi bisognerà lavorare su opere pubbliche realizzabili. Opere con le quali riuscire a rendicontare entro marzo 2017 . È  su questo che stiamo lavorando in sinergia con i nostri tecnici. La polemica la lasciamo agli altri”. Il fallimento del Polo Scolastico è stato molto sentito tra gli scafatesi, il progetto è stato rinviato, restano in piedi il cantiere e le macerie, ma anche il contenzioso tra  l’impresa appaltatrice, la Tyche di Scafati, e il Comune.” .
Sindaco, a che punto è la causa?
“È una questione legale che ha già portato alla rescissione contrattuale con l’impresa per gravi inadempienze e la richiesta del pagamento di una penale di circa 400 mila euro. La dimostrazione che i nostri funzionari hanno sempre garantito gli interessi del comune. L’impresa fa il suo gioco ma fino ad oggi la giustizia amministrativa ci ha dato sempre ragione”.
Dopo l’ultimo non facile consiglio comunale, è stata aperta la crisi. Con il passare delle settimane però tutto sembra essersi ridimensionato. La crisi sembra essere rientrata. Nessuna mozione di sfiducia, così come in un primo momento aveva chiesto. Che valutazione sente di fare, dopo un mese?
“Non c’è mai stata una crisi politica. Abbiamo avuto solo una visione diversa rispetto agli attacchi che venivano dalle opposizioni. Oggi c’è una maggioranza solida capace di ragionare sui temi della città e di costruire con personalità e autonomia anche una grande prospettiva”. Giunta: Saranno rimodulate solo le deleghe. Può anticiparci  qualcosa? E sui diversi cda, che orientamenti ci sono?
“La rimodulazione delle deleghe rappresenta un momento di crescita e di conoscenza più ampia della macchina Comunale. È la possibilità di avere una classe dirigente più matura e pronta alle future sfide che ci attendono”. Appare evidente il cambio di passo del primo cittadino, dovuto anche e soprattutto alla maggioranza che dopo la fase decadenza è apparsa molto più autonoma e decisionale, rispetto alle posizioni del suo leader. Perché se oggi non c’è più la crisi, se non si parla di assessori esautorati, o di sfiducia al presidente del consiglio comunale, è grazie alla volontà degli alibertiani di scegliere un profilo moderato, equilibrato, non da “tutti contro tutti”. Accantonare l’astio e puntare direttamente ad un nuovo patto di maggioranza, che tenga al centro l’interesse della città, attraverso un nuovo progetto amministrativo. Un progetto che riparte da quei 10 milioni di euro di retrospettivi che l’Europa dovrebbe concedere, e che potrebbe vedere realizzato almeno il solo palazzetto dello sport, laddove doveva sorgere il Polo Scolastico. Fondi che potranno essere investiti per la ristrutturazione di altri edifici scolastici, per nuovi parcheggi, nuove infrastrutture”.

 

La maggioranza delega tutto alla Giunta

La maggioranza “delega” la giunta a decidere su se stessa. Saranno gli stessi assessori a decidere chi di loro dovrà lasciare l’esecutivo. Una specie di Karakiri chiesto da ben 10 consiglieri su 13, sottoscrivendo un documento nel corso dell’ennesima riunione di maggioranza tenutasi venerdi sera. I non firmatari sono stati Daniela Ugliano, Carmela Berritto e Alfonso Carotenuto, perché assenti alla riunione. La proposta arriva da Brigida Marra e nella stessa viene chiesto alla Giunta di decidere liberamente su chi tra loro dovrà lasciare “la casa” comunale, in favore delle velleità di Teresa Formisano e Mimmo Casciello. Se l’esecutivo non dovesse decidere, cosa decisamente probabile, allora la maggioranza riterrà di avere “mani libere” sulle “nomination” da fare. Il documento è consequenziale allo scontro tra la Formisano e Antonio Pignataro.
I due si sono pesantemente beccati, la prima è decisa ad entrare nell’esecutivo mentre il secondo, unico assessore non eletto e ufficialmente “a scadenza”, rifiuta di andare via. Un cambio di passo quello di Pignataro che ha meravigliato in tanti. Fino ad un mese fa a Cronache l’assessore alla sicurezza dichiarava di essere disponibile a lasciare spazio in quanto unico non eletto. Pignataro aggiunse anche: “posso solo ringraziare per l’opportunità che mi è stata data. Meglio che esca io, perché gli altri per occupare quella poltrona si sono voluti dimettere da consiglieri comunali, e non sarebbe giusto mandarli a casa”. Oggi cambia idea, e di fronte ha proprio la consigliera comunale, alibertiana di ferro, che più di tutti si è esposta durante la fase della decadenza.
a.f.