Schianto fatale al rientro da lavoro, è morto Roberto Apicella - Le Cronache
Cronaca

Schianto fatale al rientro da lavoro, è morto Roberto Apicella

Schianto fatale al rientro da lavoro, è morto Roberto Apicella

Un anno fa perse il lavoro. L’altra notte il destino è stato ancora più spietato con Roberto Apicella. La sua Lancia Y è volata via così come sogni e progetti di un ragazzo nel pieno della vita. Robero è deceduto l’altra notte in seguito ad un terribile incidente stradale. . L’impatto fatale a Campolongo, dove la sua Lancia Y si ribalta ed è finita contro un palo dell’illuminazione. Intorno le tre di questa notte, l’auto condotta da Apicella avrebbe prima urtato un cordolo di una rotatoria lungo la Strada provinciale 175 in territorio della litoranea della frazione Campolongo, poi si sarebbe ribaltata finendo contro le grate in ferro di una recinzione e poi contro un palo della pubblica illuminazione. Niente hanno potuto fare i sanitari del 118, i vigili del fuoco ed i carabinieri per salvare la vita al 32enne salernitano. Apicella aveva iniziato a lavorare in un stabilimento balneare dopo aver perso l’occupazione a Salerno Energia. Per lungo tempo aveva abitato nel quartiere Torrione, poi si era trasferito a quello di Sant’Eustachio. Inconsolabili i fratelli dell’Hammer Gym che hanno ricordato quel giovane pieno di vita e compagno di tante avventure. Di allenamenti in palestra e di amabili chiacchierate. “Ci vedemmo due domeniche fa al bar delle Sirene: un bacio, un abbraccio. Mi dicesti “Vienimi a trovare a lavoro”. Non mi hai dato più il tempo – così Fabrizio sul social network facebook”. E c’è chi non dimentica i tanti allenamenti fatti in sua compagnia. “Ricordo ancora quando stavamo in palestra. Riposa in pace amico mio”. “Mi mancherai maldestro – così lo chiamava amabilmente l’amico Gerardo”. Commenti pieni di emozione e commozione. Come quello di Antonello: “Ci siamo visti martedì, scherzavamo sulla mia Evoque che ti piace tanto. Mi chiedi sempre della Juve e mi coinvolgi con la tua solarità. Nonostante le mille difficoltà, non smetti di sorridere e non molli. Mi chiami Antonellino e mi fai sentire un affetto grosso quanto te che peraltro sai riservare a tutti. Scusami Roberto, ma proprio non ce la faccio a parlare al passato con te. Faccio sempre più fatica a trovare un disegno in quello che accade, tu oggi…mi sai dire perchè?”.