Suicidio Ricco, indagano tre magistrati - Le Cronache
Cronaca

Suicidio Ricco, indagano tre magistrati

Suicidio Ricco, indagano tre magistrati

L’inchiesta diventa sempre più complessa e corposa. Il caso Massimo Ricco è ora al vaglio di tre magistrati inquirenti: i pm Guarino, Penna e Colamonici che hanno ereditato il fascicolo da Francesco Rotondo. L’ipotesi dell’istigazione al suicidio resta sullo sfondo di un procedimento molto più ampio e corposo che avrebbe  portato all’apertura di almeno tre i fascicoli. Per una  delle inchieste avviata si sta procedendo verso la chiusa delle indagini. In questo caso ci sarebbe dei documenti e delle intercettazione che farebbero emergere responsabilità di alcuni soggetti in relazione di alcune operazioni effettuate con Ricco.  Il filone giudiziario in questione riguarda la questione  legata all’estorsione ed a prestiti (in ballo anche i rapporti con alcuni istituti di credito). Per queste ultime qualcosa si è mosso nelle ultime ore. C’è una persona iscritta al registro degli indagati. La ricostruzione effettuata dal pubblico ministero sulla base di intercettazioni, tabulati telefonici e soprattutto da un attento esame dei conti correndi dell’imprenditore salernitano sarebbero venuti fuori elementi di notevole interesse con riscontri che hanno portato all’iscrizione sul registro degli indagati di almeno  un salernitano. . Il Vicepresidente della Management Consulting & Partners e padre di tre figli, fu ritrovato morto la mattina del tre aprile 2014 nel suo appartamento di via degli Eucalipti. Secondo la ricostruzione fornita dagli inquirenti Ricco decise di farla finita  impiccandosi con la cintura dell’accappatoio. Prima del tragico gesto il cinquantunenne salernitano aveva ricevuto una telefonata. Altro aspetto, quest’ultimo che il pubblico ministero, ha approfondito con dovizia di particolari. I documenti acquisiti si sarebbero resi determinati per la svolta verso la chiusura indagini di almeno una delle tre corpose inchieste avviate per il decesso del cinquatenne molto conosciuto ed apprezzato a Salerno per la sua vitalità e per la capacità di trasmettere entusiasmo anche nei momenti più delicati. Negli ultimi mesi, prima del tragico gesto dell’aprile 2014, aveva manifestato piccoli segnali di malessere ma nessuna immaginava la tragica decisione.