Don Ciotti riaccende la speranza - Le Cronache
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Don Ciotti riaccende la speranza

Don Ciotti riaccende la speranza

di Carmine LANDI

BATTIPAGLIA. È primavera.

A Battipaglia, città che non smette mai di stupire, accade pure che il lieto equinozio arrivi quando è già passato pure il solstizio d’estate. La primavera, allora, la si accoglie in un afoso mercoledì mattina: essa arriva in compagnia d’un famoso prete, don Luigi Ciotti, presidente di “Libera”.

Nella giornata di ieri, a via Gonzaga, il sacerdote ha preso parte all’inaugurazione del “Caffè 21 Marzo”. Alcune tra le più alte cariche istituzionali, civili e  militari (tra gli altri, il commissario straordinario cittadino, Gerlando Iorio, il sindaco bellizzese e consigliere provinciale Mimmo Volpe, il colonnello Riccardo Piermarini e il maggiore Giuseppe Costa come rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri, il comandante dei vigili, Giorgio Cerruti, e il parroco del santuario, don Ezio Miceli)  hanno partecipato al battesimo del «bar della speranza», per dirla con don Ciotti, perché »Battipaglia è la città della speranza». D’altronde, qualche anno fa, quel locale era stato sequestrato alla camorra, precisamente ad Antonio Campione, al termine del processo “California”. Poi l’Anbsc (Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati) ha consegnato l’immobile al Comune, e i commissari straordinari, Gerlando Iorio, Ada Ferrara e Carlo Picone, l’hanno affidato a un’Ats (Associazione Temporanea di Scopo), “P’o Ben R’o Paes”, presieduta da Ilaria Sole e composta dagli scout del Gruppo Agesci Battipaglia 1°, dai soci di Back to life, di Mariarosa, di Legambiente “Vento in faccia”, della cooperativa Lazzarelle e dai ragazzi dell’ICATT di Eboli.

«Il cambiamento – ha detto don Ciotti – ha bisogno di cittadini responsabili».

Un discorso che investe pure i cristiani: «c’è una Chiesa che invita a guardare in cielo senza distrarsi dalle responsabilità della terra».

Il curato, poi, ha affermato che «il problema non è la camorra, ma la mancanza di una rivolta delle coscienze, perché si parla di mafie da secoli ma non le si debella». Parole significative, pronunciate in una città che poco più di un anno fa ha subito lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazione camorristica.

Sarà cambiato qualcosa da allora? «A dicembre – ha dichiarato ieri mattina Iorio –, in seguito ad alcuni episodi (all’epoca fu incendiato il materassificio di via Catania, NdA), don Ciotti venne in città, e in quell’occasione espressi il mio rammarico per il silenzio assordante di molti». Il commissario, con voce vibrante, ha aggiunto: «Battipaglia non può permettersi questo silenzio, tant’è che in questi mesi, in particolare sui social, gli attacchi si son resi più duri, e a qualcuno quest’iniziativa non è andata giù». Ma l’altra Battipaglia c’è, e via Gonzaga lo sa.

Per tagliare il nastro, don Ciotti ha voluto farsi aiutare da un piccolo scout battipagliese, «perché la lotta alla criminalità deve partire dalle nuove generazioni».
Per tagliare il nastro, don Ciotti ha voluto farsi aiutare da un piccolo scout battipagliese, «perché la lotta alla criminalità deve partire dalle nuove generazioni».
È stato proprio don Luigi Ciotti a preparare il primo "caffè antimafia": «queste mafie - ha dichiarato il sacerdote - devono togliersi dai piedi».
È stato proprio don Luigi Ciotti a preparare il primo “caffè antimafia”: «queste mafie – ha dichiarato il sacerdote – devono togliersi dai piedi».

«Il bar - ha detto Ilaria Sole - non è nostro, ma è della città»: al “Caffè 21 Marzo" lavoreranno persone economicamente svantaggiate ed ex detenuti.
«Il bar – ha detto Ilaria Sole – non è nostro, ma è della città»: al “Caffè 21 Marzo” lavoreranno persone economicamente svantaggiate ed ex detenuti.