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Home Spettacolo e Cultura

La tastiera di Pasquale Iannone tra solismo e didattica

Tommaso D'Angelo by Tommaso D'Angelo
1 Luglio 2015
in Spettacolo e Cultura
Reading Time: 2 mins read
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La tastiera di Pasquale Iannone tra solismo e didattica
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Questa sera alle ore 19, il pianista barlettano sarà ospite del Conservatorio di Salerno “G.Martucci” dove offrirà un concerto prima di avviare la sua masterclass

Di Olga Chieffi

“Ricordo Pasquale Iannone, giovanissimo, seduto al pianoforte nella mia classe presso l’Accademia di Biella per passarvi un’audizione. Rimasi subito colpito dalla potenza del suo suono ottenuto senza sforzo visibile, nonché dalla coerenza del suo discorso musicale, diretto, scevro da manierismi di dubbio gusto. “Ecco un elemento che si farà strada” – pensai – e non credo di essermi sbagliato. Oggi Pasquale Iannone conta tra i pianisti che “sanno” non soltanto suonare ed interpretare, ma affrontare altresì le pagine più ardue del repertorio virtuosistico; quel repertorio pressoché scomparso da una quindicina d’anni dai programmi pianistici.” Così descrive il solista, che questa sera alle ore 19, si esibirà nella sala concerti del Conservatorio Statale di Musica “G.Martucci” di Salerno, il grande Aldo  Ciccolini. La serata verrà inaugurata dalla Sonata in La minore D.784 di Franz Schubert pubblicata con il numero d’opera 143 dopo la morte di Schubert appartiene al gruppo di raccordo e fu composta nel 1823. Tre soli movimenti, un tono espressivo inquieto e angosciante, una scrittura scabra. La scrittura del primo movimento è nettamente orchestrale, senza ornamentazioni e senza i riempimenti che danno continuità al suono del pianoforte, percussivo per sua natura e perciò impossibilitato ad accedere alla espressione del calore umano di altri strumenti e della voce. Ancora orchestrale, ma pianisticamente meno grezzo il secondo movimento, con un tema di corale alternato con un minaccioso tema di accordi ribattuti. Schubert indica in alcuni momenti l’impiego del pedale “moderatore”, esistente sui pianoforti di inizio Ottocento e assente sui pianoforti di oggi, che smorzava e incupiva il suono. Oggi solo una trascendentale arte del tocco consente di ottenere un effetto non proprio identico ma per lo meno analogo a quello immaginato da Schubert. Il finale è costruito su due temi, un moto perpetuo e una cullante melodia. Nelle ultime battute il pianista di oggi viene messo a durissima prova – e potrei dire alla disperazione – a causa di un passo in ottave praticamente ineseguibile sui moderni pianoforti. Seguirà lo scherzo n°4 op.54 di Fryderyk Chopin, una pagina luminosissima e traslucida, dalla leggerezza quasi smaterializzata, in cui la ricerca di Chopin non è tanto sul piano formale, quanto su quello timbrico, capolavoro fra i più alti in assoluto nella produzione chopiniana, proiettato decisamente verso il futuro, paradossalmente il meno noto ed eseguito dei quattro. Pasquale Iannone si cimenterà quindi, con il Rachmaninov dei Momenti musicali op.16 , dei quali ascolteremo il primo, che espone una melodia non particolarmente originale che però riesce a valorizzare con elaborati accompagnamenti e varianti in modo da renderla comunque interessante, le reminiscenze chopiniane presenti nel quarto brano, di enormi difficoltà esecutive, che è una sorta di Studio fortemente drammatico in cui la melodia potentemente sbalzata della mano destra è sostenuta da un febbrile e mobilissimo accompagnamento della sinistra e la  parentesi estatica, sognante, che apre con il n. 5, Adagio sostenuto in re bemolle maggiore, concepito come un Notturno dalle movenze melodiche sinuose e armonicamente statico. Chiusura con Carnaval de Vienne (Humoresque sur des thèmes de Johann Strauss”) di Moriz Rosenthal un allievo di Liszt, che porrà in luce la funambolica tecnica di Pasquale Iannone, che da domani si donerà ai giovani pianisti della nostra massima istituzione musicale.

Tags: Pasquale Iannone Conservatorio Salerno Martucci Cronache
Tommaso D'Angelo

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