Salernitana, la spina dorsale è il segreto della capolista - Le Cronache
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Salernitana, la spina dorsale è il segreto della capolista

Salernitana, la spina dorsale è il segreto della capolista

di Marco De Martino

SALERNO. “31 punti in 14 partite sono tanta roba”: questa dichiarazione di Leonardo Menichini, rilasciata subito dopo la vittoria della Salernitana sulla Paganese, è davvero ineccepibile. Nemmeno il più inguaribile degli ottimisti avrebbe potuto predire, ad inizio stagione, un cammino tanto esaltante per la truppa granata. E così, dopo la vittoria sofferta ma meritata nel derby con gli azzurrostellati e il successo del Lecce di ieri che in un sol colpo ha messo fine all’imbattibilità ed al primato solitario del Benevento, il girone C della Lega Pro ha una nuova regina: la Salernitana. A cinque giornate dalla fine del girone d’andata e con la prospettiva di dover giocare in casa l’unico scontro diretto rimasto, con la Juve Stabia tra due settimane, la compagine granata può davvero provare a centrare il titolo volante di campione d’inverno e tentare la prima mini fuga stagionale. Anche perché, dopo la sconfitta con il Lecce, la Salernitana paradossalmente è cambiata. In meglio. Dal match con il Matera l’undici di Menichini sembra essere una squadra più sicura di sè, consapevole di essere più forte della propria avversaria, cinica come sa fare solo una formazione di rango ma anche umile a tal punto da difendersi con dieci elementi dietro la linea della palla quando si tratta di soffrire. Ma qual è il segreto della Salernitana capolista? La spina dorsale. Le fasce laterali, in una squadra, sono fondamentali perché ti consentono di creare la superiorità numerica e le azioni per trovare la via della rete. Ma è la zona centrale, quella che parte dalle retrovie fino ad arrivare agli ultimi venti metri della squadra avversaria, a reggere tutta l’impalcatura. La Salernitana con Gori, Lanzaro, Pestrin e Calil ha trovato l’asse centrale che le consente di dettare legge in questo momento in campionato. Il portiere, sicuro ed attento, dà sicurezza all’intero pacchetto arretrato diretto magistralmente da Lanzaro. Da quando c’è l’ex Saragoza, la difesa è diventato uno dei punti di forza della squadra. Su Pestrin c’è poco da dire: è il leader dentro e fuori dal campo, l’uomo che conferisce equilibrio, geometrie e carattere alla Salernitana. Dulcis in fundo, Caetano Calil. 8 gol in 14 presenze, quasi tutti decisivi per la conquista dei tre punti. Ma Calil non è soltanto gol, ma anche assist e giocate d’alta scuola. E pensare che dopo il primo spezzone giocato in maglia granata contro il Cosenza qualcuno voleva già rispedirlo in Brasile…