Porta Ovest, in 45 vanno a casa - Le Cronache
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Porta Ovest, in 45 vanno a casa

Porta Ovest, in 45 vanno a casa

di Marta Naddei

Scavi in parte fermi, operai in cassa integrazione e alcuni casi di incidenti sul lavoro a causa, presumibilmente, dei ferratissimi turni. Sembra proprio che qualcosa non stia andando per il verso giusto al cantiere di Porta Ovest. Anche in questo caso, c’è un’autorizzazione “ballerina”: quella relativa al piano di riutilizzo dei materiali che provengono dagli scavi delle gallerie della mega opera di via Ligea. Insomma non si sa chi e come debba rilasciarla. In sostanza – allo stato – sarebbe concessa dall’Autorità portuale – ente committente – ma non dalla Regione Campania, organo che invece avrebbe la competenza per il rilascio del documento dal momento che Porta Ovest è un’opera finanziata con Fondi europei. Lo stop a parte dei lavori di scavo sarebbe così arrivato dalla stessa Autorità portuale di Andrea Annunziata ed avrebbe causato il fermo dei lavori di scavo esclusivamente delle gallerie di via Ligea e di via Cernicchiara. Una decisione che ha messo in difficoltà la ditta subappaltatrice – la Ssi srl – che si è trovata a dover ricorrere alla cassa integrazione per 45 su 51 dei suoi dipendenti tra impiegati ed operai. L’azienda, nella giornata di lunedì, ha firmato un accordo con le tre organizzazioni sindacali di categoria (Feneal Uil con Patrizia Spinelli, Filca Cisl con Giuseppe Vicinanza e Fillea Cgil con Luigi Adinolfi) al fine di avviare le procedure per l’attivazione degli ammortizzatori sociali. «Dopo gli annunci di opere avanguardistiche, ancora una volta la burocrazia frena gli entusiasmi» – scrivono i tre rappresentanti sindacali in una nota. Dito puntato contro Autorità portuale e Tecnis, ditta vincitrice dell’appalto. Già, perché i sindacati sostengono che «L’Autorità Portuale – scrivono – non ha mai fornito chiarimenti né ha risposto alle numerose richieste di incontro avanzate dalle parti sociali in merito non solo allo specifico caso, ma anche per discutere delle tante problematiche presenti nel cantiere. L’impresa appaltatrice, Tecnis, è sempre stata restia ad un dialogo collaborativo, facendo effettuare turni di lavoro massacranti, arrivati sino a 12 ore giornaliere». E proprio il grande carico di lavoro per gli operai impiegati nel cantiere di Porta Ovest sarebbe uno dei grandi problemi riscontrati dalle parti sociali che segnalano anche alcuni incidenti occorsi ad alcuni lavoratori del cantiere. I massacranti turni da 12 ore, infatti, andrebbero anche contro quanto sottoscritto da Tecnis e sindacati in un protocollo d’intesa, nel quale «si prevedeva la costituzione del quarto turno di lavoro. Anche questo ha determinato numerosi incidenti sul lavoro: un operaio ha perso le dita di una mano e qualcun altro è stato colpito da infarto». Questi ultimi casi, però, sottolineano ancora i rappresentanti sindacali «non è chiaro se siano avvenuti dentro o fuori il cantiere». Insomma, qualche problema pare proprio esserci e rischia anche di compromettere la realizzazione dell’opera dal momento che, entro il 2015, dovrà essere ultimata per non perdere i finanziamenti europei. «Ecco perché le organizzazioni sindacali – termina la nota – hanno già chiesto alla Prefettura un urgente incontro per far sì che non resti l’ennesima opera incompiuta, come purtroppo il territorio salernitano da troppo tempo è abituato».