Quell’auto laciata oltre i 145 chilometri orari - Le Cronache
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Quell’auto laciata oltre i 145 chilometri orari

Quell’auto laciata oltre i 145 chilometri orari

AGROPOLI. La Cilentana si tinge, nuovamente, di rosso sangue. E’ stata l’eccessiva velocità all’origine del terribile incidente stradale avvenuto domenica sera tra gli svincoli di Agropoli Sud e Agropoli Nord, e che ha causato quattro morti e tre feriti gravissimi. E’ quanto emerge dalle indagini condotte dal sostituto procuratore della Procura di Vallo della Lucania, Alfredo Greco. Il contachilometri di una delle automobili coinvolte si è bloccato a 145 chilometri orari. Secondo una prima ricostruzione della dinamica dell’incidente, infatti, almeno due delle tre auto coinvolte al momento dell’impatto, erano in fase di sorpasso. Nel dettaglio, la Fiat Bravo, sulla quale viaggiavano in direzione nord la 29enne Emma D’Auria, di Cava dei Tirreni, alla guida, e Annunziata Sorrentino, di 50 anni, anch’essa residente a Cava, si sarebbe scontrata frontalmente con una Mercedes “CLK” che sopraggiungeva sulla corsia opposta, guidata dal 43enne Gianfranco De Santis, entrambe praticamente al centro della carreggiata, a ridosso della linea di mezzeria e a velocità sostenuta, tanto che al momento dell’impatto il contachilometri dell’auto tedesca si è bloccato a 145 chilometri orari. Lo scontro, violentissimo, non ha lasciato scampo. Sul colpo sono morti i conducenti di entrambe le vetture, mentre Annunziata Sorrentino è deceduta durante il trasporto all’ospedale di Santa Maria della Speranza di Battipaglia. Stessa sorte per il conducente di un’Alfa Romeo 156, guidata da Vito Chechile, ebolitano di 52 anni e sulla quale vi erano anche la moglie, la figlia e la suocera. L’auto, probabilmente superata dalla Mercedes CLK è stata schiacciata da quest’ultima a causa del sollevamento del retrotreno seguito all’urto causato frontale con la Fiat “Bravo”. Non si esclude, tra l’altro, la presenza di una quarta vettura, forse superata dalla Fiat Bravo, e uscita indenne dall’incidente. Intanto, sono state dimesse ieri mattina dall’ospedale di Eboli le tre occupanti della Alfa Romeo, moglie, figlia e suocera di Vito Chechile, rimaste praticamente illese, anche se in stato di fortissimo shock. Intanto continuano le indagini e non è escluso che nelle prossime ore il sostituto procuratore Alfredo Greco possa chiedere l’autopsia sul corpo delle vittime. Da ricostruire le responsabilità di questa ennesima “carneficina” stradale che è costata la vita a quattro persone. In un tratto di strada da sempre pericoloso, che assieme all’imperizia alla guida e all’alta velocità costituisce un mix micidiale.